Sfida dell’alcol in Ue: emergenza sociale tra giovani, sanità e politiche deboli

Sfida dell’alcol in Ue: emergenza sociale tra giovani, sanità e politiche deboli

K metro 0 – Varsavia – In diverse capitali europee, da Varsavia a Stoccolma, il dibattito sull’alcolismo è tornato centrale. Non è più solo una questione sanitaria, ma un fenomeno sociale che coinvolge stili di vita, economie nazionali e sistemi di welfare. I dati Eurostat del 2023, ripresi da Politico Europe, mostrano che l’8,4% della

K metro 0 – Varsavia – In diverse capitali europee, da Varsavia a Stoccolma, il dibattito sull’alcolismo è tornato centrale. Non è più solo una questione sanitaria, ma un fenomeno sociale che coinvolge stili di vita, economie nazionali e sistemi di welfare. I dati Eurostat del 2023, ripresi da Politico Europe, mostrano che l’8,4% della spesa media delle famiglie dell’UE è destinata a bevande alcoliche, con punte oltre l’11% in Lettonia, Estonia e Polonia. Numeri che rendono l’Europa una delle regioni al mondo con il consumo più alto.

Polonia: i “nuovi sobri” contro le abitudini radicate

In Polonia il governo ha annunciato una nuova legge contro l’alcolismo che prevede divieti pubblicitari e limiti alla vendita. La notizia, riportata dal quotidiano Gazeta Wyborcza, ha acceso il dibattito: medici e associazioni plaudono alla stretta, mentre commercianti e parte della politica denunciano un eccesso di moralismo. “Non si tratta di proibizionismo, ma di salute pubblica”, ha dichiarato il ministro della Sanità, citato da TVP Info.

Il tema non è marginale: studi nazionali confermano un aumento del consumo tra i giovani e un impatto diretto sugli incidenti stradali.

Lettonia: tasse e divieti, ma i consumi restano alti

La Lettonia, insieme agli altri Paesi baltici, è ai vertici europei per spesa in alcol. Secondo Baltic News Network, nonostante l’aumento delle accise su birra e superalcolici, oltre il 12% delle spese domestiche continua a finire in bevande alcoliche. Le autorità parlano apertamente di “piaga sociale”, con ricadute pesanti sul sistema sanitario nazionale e sul mondo del lavoro.

Svezia: un modello di controllo che scricchiola

In Svezia la vendita di alcolici sopra il 3,5% è monopolio statale. Prezzi elevati e orari rigidi hanno sempre fatto del Paese un modello di controllo, ma oggi il sistema mostra crepe. Secondo The Local Sweden, un cittadino su dieci ammette di aver guidato in stato di ebbrezza. L’ultimo rapporto del Consiglio nazionale per la prevenzione degli incidenti stradali, citato da Sveriges Radio, conferma che l’alcol resta una delle cause principali di incidenti mortali. Il governo ha lanciato nuove campagne di sensibilizzazione, ma l’opposizione denuncia che un approccio troppo punitivo spinge i giovani verso il mercato nero o verso l’acquisto oltre confine, soprattutto in Danimarca e Germania.

Il quadro europeo: numeri che preoccupano

A livello continentale, il fenomeno resta trasversale. I Paesi del Nord e dell’Est Europa registrano i livelli più alti di consumo pro capite, ma anche nel Sud la situazione non è rassicurante. In Italia, secondo l’Istituto superiore di sanità citato da Repubblica, sono circa 8,6 milioni i consumatori a rischio. Particolarmente allarmante è il fenomeno del binge drinking (abbuffata d alcolici) tra adolescenti e giovani adulti.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, richiamata da Euronews, il consumo eccessivo di alcol provoca oltre 250.000 decessi l’anno nell’Unione Europea, tra incidenti, malattie epatiche e tumori.

Politiche a confronto e prospettive

Gli esperti denunciano come le strategie restino frammentate: alcuni Paesi puntano sulla leva fiscale, altri sul controllo statale, altri ancora su campagne educative. La Commissione europea ha più volte sollecitato misure coordinate, ma senza imporre vincoli. In questo contesto, come ricordato da Financial Times, le lobby dell’industria alcolica esercitano un forte peso politico, rallentando le riforme più restrittive.

Una battaglia culturale

La sfida, sottolineano i ricercatori dell’OMS, è soprattutto culturale. Nessuna legge, da sola, può scardinare abitudini radicate da secoli. “Serve un cambiamento profondo nelle abitudini sociali”, riportava Deutsche Welle in un recente speciale.

Dalle piazze di Riga ai pub di Varsavia, fino alle discoteche italiane, la battaglia si gioca soprattutto tra i giovani: una generazione che potrebbe decidere se l’Europa riuscirà a ridurre l’impatto devastante di un consumo di alcol che continua a costare caro, in vite e in risorse.

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