K metro 0 – New York – Mentre cresce il sostegno internazionale alla creazione di uno Stato palestinese, la guerra feroce condotta da Israele a Gaza promette di dominare l’agenda dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che entra nel vivo oggi. Ma non sarà l’unico tema caldo: conflitti, disuguaglianze e cambiamenti climatici incombono sul dibattito globale.
K metro 0 – New York – Mentre cresce il sostegno internazionale alla creazione di uno Stato palestinese, la guerra feroce condotta da Israele a Gaza promette di dominare l’agenda dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che entra nel vivo oggi. Ma non sarà l’unico tema caldo: conflitti, disuguaglianze e cambiamenti climatici incombono sul dibattito globale.
La settimana di incontri ha preso il via lunedì con una conferenza dedicata al conflitto israelo-palestinese. Martedì parte il “Dibattito Generale”, momento in cui capi di Stato e di governo illustreranno la loro visione sullo stato del mondo. Tra i leader attesi figurano il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il presidente statunitense Donald Trump, il turco Recep Tayyip Erdogan, il re di Giordania Abdullah II, il presidente dell’Egitto e l’emiro del Qatar, il francese Emmanuel Macron, il sudcoreano Lee Jae Myung e il sudafricano Cyril Ramaphosa. Come da tradizione, sarà il Brasile ad aprire i lavori.
Ma i riflettori sono puntati anche su Donald Trump, che torna a parlare all’Assemblea cinque anni dopo il suo ultimo intervento (all’epoca virtuale, causa pandemia). La sua linea “America First” ha spesso messo in discussione il ruolo multilaterale dell’ONU, portando a tagli nei finanziamenti e al ritiro da alcune agenzie dell’organizzazione.
Alle 15 ora italiana prenderà il via il Dibattito Generale e, nel corso della giornata, si terranno due riunioni del Consiglio di Sicurezza, una su Gaza e l’altra sull’Ucraina. Il Dibattito Generale costituisce tradizionalmente l’evento centrale della Settimana ad Alto Livello. Il tema scelto dalla neo-eletta presidente dell’Assemblea Generale, l’ex ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, è “Better together: 80 years and more for peace, development and human rights”. “Non possiamo arrenderci. Dobbiamo scegliere la strada giusta per dimostrare che possiamo essere migliori insieme — non perché il passato sia stato perfetto, ma perché abbiamo sempre cercato di migliorare.”
Nonostante il tema scelto per il dibattito sia “Meglio insieme”, la realtà è segnata da profonde divisioni.
Il Segretario Generale António Guterres ha denunciato il deteriorarsi del rispetto per il diritto internazionale: “I civili vengono presi di mira a Gaza, in Ucraina, in Sudan. La povertà e la fame aumentano, mentre il pianeta brucia tra incendi, inondazioni e temperature record.”
Ieri, una conferenza co-presieduta da Francia e Arabia Saudita ha riacceso l’attenzione sull’idea di una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese. Diversi paesi europei – tra cui Francia, Belgio, Lussemburgo, Malta e Monaco – hanno annunciato o confermato il riconoscimento dello Stato palestinese. Anche Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo si sono recentemente uniti a questo orientamento. Circa tre quarti degli Stati membri dell’ONU ora lo riconoscono. Mentre Israele e Stati Uniti con la solita retorica hanno boicottato la conferenza, sostenendo che tali riconoscimenti premiano Hamas e complicano la possibilità di un cessate il fuoco e della liberazione degli ostaggi.
Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Faisal bin Farhan, ha ringraziato i Paesi che hanno riconosciuto o annunciato che riconosceranno lo Stato di Palestina, invitando le altre nazioni a compiere questo passo storico per sostenere gli sforzi di pace in Medio Oriente.
La soluzione dei due Stati è “l’unica” in grado di garantire la pace in Medio Oriente, una pace che è “ancora possibile”; ma non può e “non deve esserci un futuro” per Hamas a Gaza. In attesa della premier Giorgia Meloni – arrivata nella tarda notte italiana a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite – è il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a ribadire la posizione del governo italiano sul conflitto israelo-palestinese, intervenendo alla Conferenza di Alto Livello sulla Soluzione a due Stati, convocata da Francia e Arabia Saudita.
Tajani, sottolineando come “la situazione umanitaria a Gaza” sia “catastrofica”, ha ricordato che “la nostra posizione è chiara. L’Italia è contraria all’occupazione della Striscia di Gaza e a qualsiasi idea di trasferimento della sua popolazione”. “Deploriamo la decisione del governo israeliano di espandere gli insediamenti in Cisgiordania”, ha spiegato.