K metro 0 – Doha – L’attacco a una sede di mediazione neutrale come il Qatar compromette i processi di pace internazionali. Lo afferma la dichiarazione finale del vertice arabo-islamico di Doha, in cui i leader hanno elogiato la posizione “civile e saggia del Qatar nell’affrontare il perfido attacco” israeliano e hanno espresso la loro
K metro 0 – Doha – L’attacco a una sede di mediazione neutrale come il Qatar compromette i processi di pace internazionali. Lo afferma la dichiarazione finale del vertice arabo-islamico di Doha, in cui i leader hanno elogiato la posizione “civile e saggia del Qatar nell’affrontare il perfido attacco” israeliano e hanno espresso la loro “assoluta solidarietà al Qatar e sostegno alle sue misure di risposta”.
Colpire un luogo di mediazione come Doha non implica soltanto la messa in discussione della sicurezza territoriale di uno Stato del Golfo, ma anche la sostenibilità politica degli Accordi di Abramo agli occhi di popolazioni e governi arabi contrari a passi che sembrino ignorare la questione palestinese. Prima del vertice, alcuni analisti avevano ipotizzato la possibilità di limitare lo spazio aereo ai voli israeliani o di ridurre i legami con Tel Aviv; tuttavia, le differenti posizioni tra gli Stati hanno probabilmente attenuato qualsiasi tentativo di cooperazione. Il vertice si è quindi limitato a condannare “con la massima fermezza l’attacco codardo e illegale di Israele allo Stato del Qatar”, definendolo una “brutale aggressione” che “compromette ogni possibilità di raggiungere la pace nella regione”.
I ministri e i capi di Stato e di governo hanno elogiato il ruolo costruttivo del Qatar nella mediazione e nell’appoggio del ripristino della sicurezza, ribadendo il sostegno agli sforzi dei mediatori — Qatar, Egitto e Stati Uniti — “per fermare l’aggressione a Gaza”. La dichiarazione sottolinea inoltre “l’opposizione ai piani di Israele di imporre una nuova realtà nella regione” e condanna “qualsiasi tentativo israeliano di sfollare i palestinesi con qualsiasi pretesto”. I partecipanti, hanno anche sottolineato la necessità di porre fine all’occupazione israeliana dei territori palestinesi lungo i confini del 1967 e di liberare la regione dalle armi nucleari.
Il testo evidenzia che la mancanza di responsabilità e il silenzio della comunità internazionale rispetto alle violazioni ripetute hanno incoraggiato Israele a persistere nella sua aggressione, consolidando una cultura di impunità e minando il sistema giuridico internazionale.
La dichiarazione chiede sforzi coordinati per sospendere l’adesione di Israele alle Nazioni Unite, sottolineando che non sarà possibile raggiungere una pace giusta aggirando la questione palestinese. Si afferma la necessità di garantire i diritti dei cittadini di Gerusalemme sulla loro terra e si accoglie con favore la convocazione della conferenza per la soluzione dei due Stati sotto la presidenza congiunta saudita e francese.
Quel che emerso è la condanna unanime dell’azione israeliana e un serio rischio per gli Accordi di Abramo tanto cari agli alleati occidentali. Quegli accordi su cui si sono giocate le speranze di pace e normalità della Regione e che – secondo diversi commentatori – sono di per sé fatti che hanno cambiato per sempre, in bene o in male, la storia del Medioriente.