Siria, Erdogan: al-Sharaa ha assunto forte posizione contro Israele

Siria, Erdogan: al-Sharaa ha assunto forte posizione contro Israele

K metro 0 – Ankara – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha elogiato l’operato del presidente siriano Ahmed al-Sharaa affermando che Damasco ha compiuto un passo “molto positivo” raggiungendo un’intesa con la comunità drusa del Paese. In questa crisi che poteva cambiare il volto del Medio Oriente Il presidente siriano, ha mostrato una posizione

K metro 0 – Ankara – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha elogiato l’operato del presidente siriano Ahmed al-Sharaa affermando che Damasco ha compiuto un passo “molto positivo” raggiungendo un’intesa con la comunità drusa del Paese.

In questa crisi che poteva cambiare il volto del Medio Oriente Il presidente siriano, ha mostrato una posizione ferma nei confronti di Israele senza accettare compromessi.

Centinaia di civili beduini intrappolati nella città siriana di Swaida sono stati evacuati oggi, nell’ambito di una tregua sostenuta dagli Stati Uniti, volta a porre fine ai combattimenti tra fazioni armate che hanno causato centinaia di vittime. Israele aveva lanciato anche decine di attacchi aerei nella provincia di Swaida, prendendo di mira le forze governative siriane che si erano di fatto schierate con i beduini.

In dichiarazioni di oggi, rilasciate ai media turchi, Erdogan afferma che il governo siriano aveva stabilito un ampio controllo a Swaida, città a maggioranza drusa, nel sud del paese inviando circa 2.500 soldati, in accordo con tutte le fazioni druse (tranne una che si ritiene appoggiata da Israele) che avevano accettato di rispettare il cessate il fuoco durante gli ultimi colloqui ad Amman.

Il presidente turco, dal canto suo, ha anche detto ai giornalisti, durante il suo volo di ritorno da Cipro del Nord, che gli Stati Uniti ora capiscono di dover “prendere in mano” la questione, avvertendo che il problema principale era che Israele stava usando i disordini (per la questione minoranze, ndr), come pretesto per invadere i territori siriani. Tuttavia, l’inviato speciale Usa Tom Barrack ha dichiarato oggi che Washington sta reagendo agli sviluppi nella regione di Swaida con “preoccupazione, dolore, empatia e aiuti”.

In Siria, israeliani e sauditi sono su posizioni diverse e possono entrare in rotta di collisione. Infatti, la strategia di Netanyahu per il Medio Oriente si fa strada, dopo il 7 ottobre, con le bombe. La visione della leadership saudita per la regione si fa spazio, invece, con gli accordi economici. È una questione di obiettivi: Tel Aviv mette la sicurezza nazionale al primo posto (reale, percepita, talvolta strumentale), mentre Riad vede nella stabilità regionale la priorità assoluta.

il comunicato congiunto fra i Paesi arabi, guidati da Riad, e la Turchia, condanna gli attacchi di Israele ribadendo il sostegno alla sovranità siriana. E riecheggia la recente telefonata di MBS ad al-Sharaa, in cui non era mancato un invito alla “coesione nazionale” dopo gli scontri settari prima con gli alawiti e ora con i drusi. La mossa evidenzia una convergenza di interessi fra paesi anche rivali.

Le regole della convivenza regionale tra Israele e Arabia Saudita, gli aspiranti egemoni dai percorsi ora divergenti, saranno fissate forse anche in Siria, tutto dipende dalla parte con cui sceglierà di stare lo zio Sam.

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Nizar Ramadan
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