Von der Leyen prepara il terreno per un vertice teso con la Cina

Von der Leyen prepara il terreno per un vertice teso con la Cina

K metro 0 – Bruxelles – A poco più di due settimane dal summit UE-Cina, Ursula von der Leyen ha alzato il tono. Intervenendo ieri al Parlamento europeo a Strasburgo, la presidente della Commissione ha puntato il dito contro le politiche industriali cinesi, le restrizioni all’export e – soprattutto – il tacito sostegno di Pechino

K metro 0 – Bruxelles – A poco più di due settimane dal summit UE-Cina, Ursula von der Leyen ha alzato il tono. Intervenendo ieri al Parlamento europeo a Strasburgo, la presidente della Commissione ha puntato il dito contro le politiche industriali cinesi, le restrizioni all’export e – soprattutto – il tacito sostegno di Pechino alla macchina bellica russa.

“Se vogliamo andare avanti con questo partenariato, serve un vero riequilibrio”, ha dichiarato, riferendosi alle forti asimmetrie commerciali e al crescente attivismo geopolitico cinese. Ma il messaggio più diretto è arrivato sul fronte della guerra in Ucraina: “Possiamo dire che la Cina, di fatto, sta permettendo all’economia di guerra russa di andare avanti. E questo non possiamo accettarlo”.

La Presidente della Commissione ha dunque affermato che solleverà queste preoccupazioni nel corso del vertice UE-Cina che si terrà a Pechino il 24 luglio, dove lei e il Presidente del Consiglio europeo António Costa dovranno incontrare il Presidente cinese Xi Jinping e il Premier Li Qiang.

L’Unione europea deve dunque accelerare gli sforzi per “disincagliarsi” dalla Cina, ha dichiarato la von der Leyen, avvertendo che il controllo di Pechino su catene di approvvigionamento strategicamente critiche e il sostegno alla Russia rappresentano una minaccia crescente per l’economia e la sicurezza dell’Europa.

Ha così affermato che le recenti restrizioni all’esportazione della Cina sulle cosiddette terre rare – utilizzate per la produzione di smartphone, veicoli elettrici e altre tecnologie avanzate – dimostrano che la politica (europea) di punta di “limitare le dipendenze, senza rompere i legami” dalla seconda economia mondiale deve “accelerare”. La Cina domina difatti la fornitura mondiale di terre rare, rappresentando circa il 60% della produzione globale e il 92% della capacità di raffinazione.

“Abbiamo imparato la lezione su quanto le dipendenze siano vulnerabili”, ha detto von der Leyen in un discorso al Parlamento europeo a Strasburgo. “E su come tecnologia, commercio e sicurezza siano intrinsecamente legati. Il de-risking (ridurre la dipendenza economica, Ndr) è semplicemente, dunque, una questione di indipendenza europea”.

I controlli sulle esportazioni cinesi – introdotti dopo che Donald Trump ha scatenato una guerra commerciale su larga scala contro Pechino all’inizio di quest’anno – hanno allarmato i politici e le imprese europee, e alcuni gruppi industriali hanno avvertito che i produttori dell’UE sono già stati costretti a sospendere la produzione.

Il recente disgelo delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e gli sforzi di Pechino per alleviare l’impatto delle restrizioni sull’Europa non sono così riusciti a placare le preoccupazioni del blocco.

Kaja Kallas, il più alto diplomatico dell’UE, ha detto la scorsa settimana al suo omologo cinese, Wang Yi, che i controlli continuano a “porre rischi significativi per le aziende europee e a mettere in pericolo l’affidabilità delle catene di approvvigionamento globali”.

Von der Leyen – che il mese scorso ha criticato Pechino durante una riunione del G7 in Canada – ha così ribadito che le relazioni dell’Europa con la Cina miglioreranno solo se Pechino cesserà il suo “inflessibile sostegno” alla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina e farà “progressi tangibili” per migliorare l’accesso al mercato per le imprese dell’UE e affrontare il suo crescente surplus commerciale.

Secondo la Commissione, il deficit commerciale dell’UE con la Cina è difatti salito a 305 miliardi di euro nel 2024, rispetto ai 297 miliardi di euro del 2023. Anche il surplus commerciale globale di Pechino si è impennato alla cifra record di 843 miliardi di euro nel 2024. L’aumento è avvenuto nonostante i crescenti sforzi dell’esecutivo dell’UE, che supervisiona la politica commerciale del blocco, per proteggere le imprese dell’UE dalla concorrenza cinese sempre più agguerrita, anche imponendo tariffe sui veicoli elettrici cinesi (EV). Bruxelles sostiene pertanto che l’industria dei veicoli elettrici di Pechino beneficia di “sovvenzioni ingiuste”.

Cresce in definitiva l’insofferenza per la “partnership senza limiti” tra Xi Jinping e Vladimir Putin, considerata da molti come una minaccia diretta all’equilibrio globale. Il prossimo vertice a Pechino si annuncia carico di tensioni: tra commercio, sicurezza e rapporti internazionali, l’Unione Europea si prepara a chiedere chiarezza a una Cina sempre più influente e sempre meno neutrale.

di Sandro Doria

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