K metro 0 – Belgrado – Le proteste in Serbia entrano nel quinto giorno consecutivo. La scorsa notte è stata di nuovo tesa a causa dei blocchi stradali organizzati in tutto il Paese. Ieri sera, un gran numero di cittadini si è radunato davanti alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Belgrado per protestare contro l’incidente
K metro 0 – Belgrado – Le proteste in Serbia entrano nel quinto giorno consecutivo. La scorsa notte è stata di nuovo tesa a causa dei blocchi stradali organizzati in tutto il Paese. Ieri sera, un gran numero di cittadini si è radunato davanti alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Belgrado per protestare contro l’incidente avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, in cui circa 30 studenti sono stati arrestati.
A Cacak, i cittadini si sono radunati davanti alla sede locale del Partito progressista serbo (Sns), dove si sono verificati brevi scontri tra i sostenitori dell’Sns e i manifestanti i quali protestavano per la decisione sulla grazia, concessa ieri a quattro attivisti del partito, da parte del presidente Aleksandar Vucic. Gli studenti di Belgrado hanno invitato i cittadini a “un blocco totale” oggi dell’intero Paese. L’invito è stato inviato anche a Novi Sad e Nis, Kragujevac, Valjevo e Cacak. Il ministero dell’Interno ha avvertito che i blocchi sono illegali e che la polizia adotterà tutte le misure necessarie per proteggere l’ordine pubblico e la pace, lo riferisce Nova.
Il ministro dell’Interno Ivica Dacic ha dichiarato stamattina che la polizia ha consentito degli assembramenti in alcuni luoghi di Belgrado “non di vitale importanza per il corretto funzionamento del traffico” aggiungendo che laddove gli agenti intervengono, lo fanno “senza usare forza eccessiva”. “Fin da stamattina, la polizia è in stato di allerta, nel senso che abbiamo stabilito delle priorità cioè che tutti i punti vitali della città funzionino normalmente. La cosa importante è che tutti i ponti della città siano funzionanti”, ha dichiarato Dacic ospite dell’emittente “Pink” secondo cui i membri del ministero hanno impedito finora tre tentativi di bloccare la via d’accesso e il ponte di Branko sul fiume Sava e che da questa mattina “circa 1.300 persone hanno bloccato 11 punti della città”. “Abbiamo sgomberato anche altri luoghi, ma, come sapete, la polizia interviene senza usare la forza eccessiva, ovvero solo se qualcuno attacca i poliziotti, interferisce con lo svolgimento delle loro funzioni e così via. E sarà così per tutta la giornata”, ha sottolineato il ministro. Per oggi gli studenti hanno chiamato a un “blocco totale” del Paese.
A Novi Sad, come riportato dall’emittente “N1”, sono già avvenuti degli arresti. Un gran numero di agenti di polizia è presente nella piazza centrale della capitale Belgrado (Trg Republike) e ha iniziato a rimuovere i blocchi. Poco dopo l’annuncio degli studenti, il presidente Vucic ha lanciato un “appello” affinché “la Serbia non venga distrutta”. “Purtroppo, coloro a cui non piace la Serbia, e ce ne sono alcuni all’estero, alcuni nel nostro Paese, hanno deciso di rendere la vita difficile a tutti voi. Chiedo loro di comprendere che si tratta di gravi atti criminali, contrari alla Legge sulla sicurezza stradale e alle norme costituzionali sulla libertà di movimento”, ha affermato Vucic su Instagram.