Spagna: governo tra tensioni interne e il difficile equilibrio nella coalizione

Spagna: governo tra tensioni interne e il difficile equilibrio nella coalizione

K metro 0 – Madrid – In Spagna il governo di Pedro Sanchez affronta in queste settimane il momento politicamente più delicato della sua carriera. Attaccato da tutte le direzioni – dalla destra che invoca le dimissioni alla sinistra che lo accusa immobilismo fino agli indipendentisti che fiutano debolezza nell’esecutivo -, il presidente del governo

K metro 0 – Madrid – In Spagna il governo di Pedro Sanchez affronta in queste settimane il momento politicamente più delicato della sua carriera. Attaccato da tutte le direzioni – dalla destra che invoca le dimissioni alla sinistra che lo accusa immobilismo fino agli indipendentisti che fiutano debolezza nell’esecutivo -, il presidente del governo è stato travolto da uno scandalo di presunta corruzione ad alto livello. Il caso esploso intorno a Santos Cerdan, infatti, ex segretario dell’Organizzazione del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) arrestato e incarcerato per presunta partecipazione a un’organizzazione criminale, ha scosso le fondamenta dell’esecutivo.

Un fuoco di accuse e sospetti – riporta Nova – iniziato già nei mesi scorsi per il coinvolgimento della moglie del premier della moglie di Sanchez, Begona Gomez in un’indagine aperta dalla Procura nazionale spagnola per presunto traffico di influenze legato a incarichi e finanziamenti ricevuti da enti privati che avrebbero beneficiato della sua posizione per diversi incarichi presso l’Università Complutense di Madrid. La vicenda ha già avuto un impatto personale e istituzionale: nell’aprile del 2024, Sanchez annunciò un inedito “periodo di riflessione” di cinque giorni per valutare le conseguenze della pressione mediatica e giudiziaria, lasciando intendere che la sua permanenza alla guida del governo era in discussione. Una mossa che suscitò reazioni contrastanti e che oggi, alla luce dell’escalation giudiziaria e della crescente frattura all’interno della maggioranza, appare come il primo segnale tangibile di un logoramento profondo.

A peggiorare ulteriormente il quadro è stato l’arresto e l’ingresso in carcere di Cerdan, figura chiave nei delicati equilibri parlamentari. Il Partito popolare (Pp) e Vox hanno immediatamente colto l’occasione per chiedere la testa del premier, ma è all’interno della stessa maggioranza che si sta giocando la partita più insidiosa. Nel frattempo, nel tentativo di ricucire lo strappo, oggi si è tenuto un incontro tra i socialisti e Sumar, partner di minoranza nel governo. Un vertice che, però, si è concluso senza progressi e con una lunga scia di recriminazioni. Sumar, infatti, ha fatto sentire forte il proprio malessere, accusando il partito del premier di non “rendersi conto” della gravità della crisi e di reagire con “lentezza e superficialità”. “Il Psoe continua in stato di shock”, ha sentenziato Enrique Santiago, portavoce di Sinistra Unita, dopo due ore e mezza di confronto al Congresso dei deputati. Ernest Urtasun, ministro della Cultura e portavoce di Sumar, ha parlato a nome dell’intera coalizione, lamentando l’assenza di reazione politica e pretendendo che le misure di “rigenerazione democratica”, annunciate da Sanchez il 9 luglio 2024, “non siano unilaterali, ma il frutto di un vero lavoro di coalizione”.

La proposta di Sumar è chiara: una legge anticorruzione che escluda per vent’anni dagli appalti pubblici le aziende condannate per corruzione, inasprimento delle pene per reati fiscali e di concussione, esproprio dei beni ottenuti con fondi illeciti e l’istituzione di un’agenzia indipendente contro la corruzione. A questo pacchetto affiancano misure sociali urgenti (casa, lavoro, conciliazione familiare) per “dare un senso alla legislatura”. La palla, ha detto Urtasun, è ora “nel campo del Psoe”. La posizione ufficiale dei socialisti è stata defilata. Nessuna conferenza stampa, solo una nota: il clima della riunione è stato “cordiale” e si è convenuto sulla necessità di “portare a termine la legislatura”. Ma dalle parole di alcuni esponenti, come il ministro della Presidenza, Felix Bolanos, emerge la strategia di contenimento: isolare le responsabilità a tre figure (Cerdan, Abalos e Koldo Garcia) e rigettare l’idea di un coinvolgimento sistemico del partito. “Non ci sono indizi di finanziamento illecito del Psoe”, ha dichiarato con fermezza Bolanos. Tuttavia le rassicurazioni non sembrano bastare e Sumar attende l’intervento di Sanchez previsto il 9 luglio al Congresso dei deputati sulla vicenda Cerdan in quello che potrebbe essere un banco di prova per le sorti della legislatura.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: