K metro 0 – Madrid – Succede in Spagna. Sempre più di frequente. In questi tempi. Cerchi casa in affitto? Vai su un portale immobiliare. E senza rendertene neppure conto la tua vita può cambiare in meno di 24 ore. Attenti all’estafa, la truffa. L’estafa immobiliaria, come viene chiamata. E’ capitata a Sara Rodriguez (nome
K metro 0 – Madrid – Succede in Spagna. Sempre più di frequente. In questi tempi. Cerchi casa in affitto? Vai su un portale immobiliare. E senza rendertene neppure conto la tua vita può cambiare in meno di 24 ore.
Attenti all’estafa, la truffa. L’estafa immobiliaria, come viene chiamata. E’ capitata a Sara Rodriguez (nome di fantasia) menzionata in un reportage di Lucía González per RTVE.es la radiotelevisione pubblica spagnola).
Sara, 26 anni, cerca un appartamento che fa per lei. Lo lo trova su un portale online: 55mq, due camere, un bagno e un soggiorno-sala da pranzo: 1.050 euro al mese. “Non è stato un affare. Niente di speciale”, racconta. “Ma non si è trattato nemmeno di una truffa palese”.
Aveva contattato il venditore che per organizzare una visita aveva bisogno di verificare se poteva permettersi l’affitto di quell’appartamento. Spinta dalla necessità di trovare casa, aveva accettato di inviargli una copia del suo documento d’identità e del suo ultimo stipendio.
Ma alle quattro del pomeriggio, quando volle rivedere l’annuncio, l’appartamento non c’era più. Al suo posto, compariva un avviso: “Attenzione! Pubblicità sospetta”. La piattaforma immobiliare aveva rimosso l’annuncio per possibile frode.
Ma 48 ore dopo, viene informata che qualcuno aveva contratto un prestito a suo nome. Sara era stata vittima di un furto di identità: quello stesso sabato, alle 11.30 del mattino, appena mezz’ora dopo aver presentato i suoi documenti.
Il caso di Sara non è isolato. C’è chi è stato truffato sette volte in dieci giorni!. Il furto di identità è cresciuto in modo esponenziale in Spagna. Tutto inizia con il furto dei dati di qualcuno, spiega María Dolores Pescador, dirigente dell’azienda dedicata all’identificazione digitale e al rilascio di certificati. Questo è il primo passo compiuto dai criminali, che poi replicano i documenti e richiedono prestiti a diverse entità. Senza che la vittima abbia immediata conoscenza di quanto accaduto. Era stata presentata una richiesta di credito (fraudolenta) a suo nome, per l’acquisto di un cellulare di lusso del valore di 1.469 euro.
Pescador spiega che queste tipologie di frodi sono studiate per passare inosservate. “Di solito i criminali chiedono piccole somme, tra i 2.000 e i 3.000 euro, per non destare sospetti”, spiega. A differenza di un mutuo, che richiede buste paga e ulteriore documentazione, “questi prestiti sono sottoposti a meno controlli, il che rende più facile commettere frodi”. E la cosa peggiore “è che lo replicano su più entità, moltiplicando il danno per la vittima”.
I Paesi Baschi, sono la regione con la più alta percentuale di frodi informatiche: 1.132 ogni 100.000 abitanti (dati aggiornati al 2023, fonte: Ministerio del Interior). Nella regione di Madrid, le frodi sono state 1141. Sono stati segnalati anche 409 casi all’estero e 4.393 di origine sconosciuta. Da qui l’invito della Guardia Civil a non inviare documenti personali tramite canali digitali e a verificare sempre l’autenticità degli annunci pubblicitari. Se si è vittime di una frode, il primo passo da compiere è segnalarlo immediatamente alle autorità.
Un’attività criminale difficile da rintracciare
Lo sa bene il Gruppo Reati Economici dell’Unità Tecnica della Polizia Giudiziaria della Guardia Civil. Dietro queste truffe si celano profili diversi: da singole persone che agiscono individualmente fino a organizzazioni criminali. Ma “il numero delle denunce è superiore al numero degli arresti” riconosce la Guardia Civil.
Quanto ai reclami, non esiste una nazionalità predominante. Sono state rilevate truffe provenienti da Nigeria, Marocco, Brasile e Colombia. Tuttavia, una delle sfide più grandi per le forze di sicurezza è che “molte di queste reti operano dall’estero, il che ostacola le indagini e ritarda l’azione penale”. C’è poi il silenzio, il poco aiuto di chi su queste frodi ci guadagna: gli istituti finanziari che erogano i piccoli prestiti ai truffatori senza troppi controlli.
Ma “se non hai verificato se quel documento d’identità”, sottratto in modo fraudolento, era corretto o meno, il problema non è della vittima” ma dell’istituto che ha concesso il prestito, chiarisce Rubén Sánchez, il segretario di FACUA-Consumidores en Acción, un’associazione dei consumatori spagnola che “tutela legalmente la vittima, che può rivolgersi all’istituto finanziario con un reclamo per dimostrare di non essere responsabile del debito”.
Per quanto riguarda questa responsabilità finanziaria, BNP Paribas Personal Finance riconosce che “quando una persona è vittima di una frode e il reato viene provato, è esonerata da qualsiasi responsabilità e sono gli istituti finanziari ad assumersi le perdite finanziarie”.
I malcapitati che denunciano le truffe devono compiere passaggi obbligatori che richiedono molta pazienza. Anche se non sono colpevoli, le le vttime come Sara hanno una lunga strada davanti a sé, mentre la loro identità resta incerta, vulnerabile, in attesa della prossima frode. E ogni giorno qualcun altro cade nella stessa trappola e i colpevoli continuano ad agire nella più totale impunità.