K metro 0 – Madrid – Il 2024 è stato un anno di grande dinamismo per l’economia spagnola, segnato da una significativa crescita del numero di nuove imprese e da un importante intervento del governo sul fronte salariale. Da un lato, l’aumento delle società registrate riflette un ambiente economico in ripresa, mentre dall’altro, l’incremento del
K metro 0 – Madrid – Il 2024 è stato un anno di grande dinamismo per l’economia spagnola, segnato da una significativa crescita del numero di nuove imprese e da un importante intervento del governo sul fronte salariale. Da un lato, l’aumento delle società registrate riflette un ambiente economico in ripresa, mentre dall’altro, l’incremento del salario minimo interprofessionale (SMI) per il 2025.
Il panorama imprenditoriale spagnolo, infatti, ha registrato un forte impulso nel 2024, con la creazione di 117.990 nuove società, segnando il 9,1% rispetto all’anno precedente, per un totale di 117.990 imprese. Secondo i dati pubblicati oggi dall’Istituto nazionale di statistica (Ine), si tratta della cifra più alta dal 2007, quando erano state costituite più di 142.700 società.
L’aumento del numero di imprese riflette la ripresa economica in diversi settori e il crescente interesse degli investitori a scommettere sul mercato spagnolo. Tuttavia, mentre il numero di nuove aziende è in crescita, l’ammontare medio del capitale investito per la loro costituzione ha subito una riduzione: nel 2024, il capitale medio per impresa è stato di 48.163 euro, con un meno 17,3% sulla base annua.
Per rispondere alla crescente pressione inflazionistica e migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori, il Consiglio dei ministri spagnolo, presieduto da Pedro Sánchez, ha approvato un decreto che aumenta il salario minimo interprofessionale per il 2025 di 50 euro mensili su 14 mensilità, equivalenti a 700 euro annui. Il provvedimento è retroattivo dal 1º gennaio. Con questo aumento del 4,4%, il salario minimo in Spagna raggiunge i 1.184 euro al mese. Secondo i calcoli del governo, la misura beneficerà direttamente circa 2,4 milioni di lavoratori, di cui il 65,8% sono donne e il 26,8% giovani. La maggior parte dei beneficiari, il 31%, lavora nel settore agricolo. Dal 2018, anno di inizio del mandato del premier Pedro Sanchez, il salario minimo è aumentato del 61%.
L’incremento del salario minimo, sebbene modesto, è significativo per le famiglie in difficoltà, definendolo una “misura femminista” per l’alto numero di donne che ne beneficeranno. A livello territoriale, l’Andalusia sarà la regione più avvantaggiata per numero di lavoratori che vedranno aumentare i loro stipendi. La ministra del Lavoro Yolanda Diaz ha affermato che l’aumento del salario minimo “fa bene al Paese” e “promuove la crescita robusta che la Spagna sta vivendo oggi”.
L’incremento del salario minimo è stato concordato tra il ministero del Lavoro e i sindacati, ma non ha ricevuto il consenso della Confindustria spagnola, che proponeva un aumento del 3,4% rispetto al 4,4% proposto dal governo. Secondo il ministero del Lavoro, il 26,8% dei percettori del salario minimo in Spagna, che vedranno un aumento dello stipendio, sono giovani tra i 16 e i 24 anni.
Per la prima volta, però, i lavoratori che percepiscono il salario minimo in Spagna dovranno pagare l’imposta sul reddito, poiché non è stato innalzato lo scaglione di reddito minimo per esentare i percettori del salario minimo dal pagamento dell’Irpef. Fonti del ministero delle Finanze hanno confermato che una parte dei lavoratori che ricevono il salario minimo continuerà a non pagare l’imposta sul reddito, in particolare chi ha persone a carico.