K metro 0 – Mosca – Sarà un incontro informale quello previsto per lunedì sera, 8 luglio, tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier indiano Narendra Modi giunto a Mosca per una visita ufficiale. La parte informale della visita è iniziata oggi con una discussione tra i due leader che avranno l’opportunità di
K metro 0 – Mosca – Sarà un incontro informale quello previsto per lunedì sera, 8 luglio, tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier indiano Narendra Modi giunto a Mosca per una visita ufficiale. La parte informale della visita è iniziata oggi con una discussione tra i due leader che avranno l’opportunità di parlare faccia a faccia, “senza alcun ordine del giorno specifico”, ha precisato in una conferenza stampa il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. Domani (martedì 9 luglio) invece, Putin e Modi terranno colloqui ma non vi sarà alcuna conferenza stampa congiunta. Parlando delle possibili proposte dell’India per una soluzione pacifica della crisi ucraina, Peskov ha assicurato che la Russia si riserva di fornire “tempestivamente informazioni su tutti i dettagli della questione”.
E’ la prima visita del premier indiano in Russia dal 2019. Dopo l’offensiva armata in Ucraina, l’India si è rifiutata di condannare la Russia e sta addirittura espandendo le sue relazioni commerciali con Mosca. Ma al tempo stesso mantiene una posizione di equilibrio con il blocco occidentale. Un equilibrismo pericoloso, poiché “l’India non sostiene la guerra in Ucraina e, senza condannarla, non ha nascosto di non essere soddisfatta della posizione del Cremlino”, ha dichiarato a “Le Monde Alexei Zakharov, esperto indipendente, ex ricercatore della Scuola superiore di economia di Mosca.
Gli affari innanzitutto
Gli scambi commerciali sono la questione preminente di questa visita di due giorni, sottolinea Côme Bastin, corrispondente di RFI (Radio France International) a Bangalore capitale dello Stato indiano meridionale di Karnataka, centro scientifico d’eccellenza e dell’industria tecnologica del paese.
L’India insomma non intende danneggiare la sua economia né il suo rapporto storico con la Russia, uno dei suoi principali fornitori di armi, per una guerra che non la riguarda. Si discuterà del corridoio marittimo tra Chennai e Vladivostok, il cui volume di scambi commerciali Mosca vuole raddoppiare. Sul tavolo anche la questione dei mezzi di pagamento e del cambio rupie-rubli, oggi che
l’India è diventata il primo acquirente di idrocarburi russi dopo le sanzioni occidentali, che rifiuta di applicare.
Preoccupata per il rapprochement fra il Cremlino e la Cina, l’India, alleata della Russia e partner dell’Occidente, si è sempre ben guardata dal condannare l’invasione russa dell’Ucraina, perorando una soluzione del conflitto e un ritorno alla pace. “Un abile gioco di equilibrismo che s’inscrive nella politica del multipolarismo dell’India” teorizzata dal ministro degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar, che mira a tutelare al meglio gli interessi indiani e a trarre profitto dalle contraddizioni del contesto geopolitico” come scrivono Benjamin Quénelle e Carole Dieterich, corrispondenti di “Le Monde” da Nuova Delhi.
L’incontro dell’8-9 luglio è puramente bilaterale, come di prammatica, ha dichiarato Nuova Delhi, quasi per rassicurare l’Occidente, perché oggi si apre anche il vertice della Nato dove la questione dell’Ucraina sarà centrale. Narendra Modi in precedenza aveva evitato il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, guidato da Cina e Russia.
L’interesse dell’India – hanno detto e ripetuto Modi e il suo ministro degli Esteri – è cercare di prevenire il più possibile o comunque limitare la vicinanza tra Mosca e Pechino. Questo significa anche non pagare il costo un’invasione russa dell’Ucraina di cui non si ritengono responsabili.
Da parte sua, Vladimir Putin, che era stato invitato in India nel 2021, definisce molto importante la visita del suo “caro amico” Narendra Modi. I due capi di Stato discuteranno anche della questione molto controversa degli indiani impegnati nella guerra dalla parte russa. (La maggior parte reclutati dall’esercito russo tramite un’agenzia con sede a Dubai che li ha attirati tramite YouTube. Una volta arrivati in Russia, hanno dovuto firmare dei documenti e sottoporsi a un programma di formazione di 15 giorni prima di essere inviati in prima linea. Una parte di loro, che teoricamente dovevano lavorare come aiutanti (impiegati per scavare trincee o trasportare munizioni), in realtà sono stati inviati a combattere e, denunciano alcune famiglie, non gli verrebbe permesso di tornare a casa).
L’incontro tra Modi e Putin compromette gli sforzi occidentali per isolare la Russia? No, secondo Frédéric Grare, ricercatore del College of National Security di Canberra, contattato telefonicamente da Jelena Tomic del servizio internazionale di RFI.
“Lo stesso Modi – ricorda Grare – ha affermato in più occasioni, anche pubblicamente durante la conferenza stampa con Putin al vertice di Samarcanda (nel2022) che questa guerra non era necessaria e che non era il momento – e per di più, dall’inizio degli anni 2000 – siamo in una fase di riavvicinamento con gli Stati Uniti, che non è mai stato messo in discussione dal governo Modi”.
Né esiste – aggiunge Grare – alcuna complicità fra regimi autoritari in questa vicenda. Non è dunque l’ideologia il principale fattore determinante del rapporto tra Mosca e Nuova Delhi. Esistono, piuttosto, interessi indiani nei confronti della Russia che l’India si sforza di tutelare. In buona sostanza, gli indiani sanno che se i buoni rapporti fra Mosca e Nova Delhi dovessero guastarsi, ciò avrebbe per l’India un certo numero di conseguenze abbastanza dirette e piuttosto complicate da sopportare”.