K metro 0 – Kiev – Il piano rivisto in 28 punti degli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina è stato respinto dalla Russia. “I russi dicono ‘njet’”, ha riferito il corrispondente della ZDF da Mosca. Quanto negoziato a Ginevra non soddisferebbe dunque Mosca. Il corrispondente ha fatto riferimento alle dichiarazioni in
K metro 0 – Kiev – Il piano rivisto in 28 punti degli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina è stato respinto dalla Russia. “I russi dicono ‘njet’”, ha riferito il corrispondente della ZDF da Mosca. Quanto negoziato a Ginevra non soddisferebbe dunque Mosca. Il corrispondente ha fatto riferimento alle dichiarazioni in tal senso del consigliere per la politica estera del capo del Cremlino Vladimir Putin, Yuri Ushakov.
Secondo il giornalista della ZDF Armin Coerper, Putin starebbe in realtà prendendo tempo e non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito. “Finché rimane in silenzio, la pressione sull’Ucraina e sul presidente Zelenskyj rimane costante ed elevata. E questo è nell’interesse di Putin”.
Ad Abu Dhabi, i rappresentanti del governo statunitense hanno incontrato quelli del Cremlino per discutere dei risultati ottenuti a Ginevra, ha riferito Coerper. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, tuttavia, non ci sono nuovi sviluppi. Gelida dunque la reazione russa: Mosca boccia le correzioni apportate con il contributo degli europei giudicandole “non costruttive”.
Intanto, però, L’Ucraina “ha accettato il piano di pace” mediato dall’amministrazione Trump per mettere fine alla guerra. Lo hanno riferito fonti Usa a media americani, precisando che ci sono ancora dettagli da finalizzare. “Gli ucraini hanno accettato l’accordo di pace, ci sono ancora dettagli minori da risolvere, ma hanno accettato l’accordo di pace”, recita la dichiarazione di un funzionario americano.
Come è noto, domenica a Ginevra, delegazioni degli Stati Uniti, dell’Ucraina e di diversi paesi europei, tra cui la Germania, hanno condotto negoziati sul piano statunitense. La versione originale di esso richiedeva all’Ucraina concessioni dolorose come la cessione a Mosca di vaste aree del Paese orientale, in parte non ancora conquistate dalla Russia, una limitazione del numero delle truppe e la rinuncia all’adesione alla NATO. Il piano originale andava quindi incontro alle richieste fondamentali di Mosca. Zelensky, vuole però negoziare direttamente con Trump il passaggio relativo alle concessioni territoriali alla Russia.
L’Ucraina e i suoi alleati hanno quindi insistito a Ginevra per una revisione del piano statunitense. Dopo i colloqui in Svizzera, Kiev e i suoi partner europei hanno parlato di progressi, ma ritengono che ci sia ancora molto lavoro da fare.
Lunedì il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha parlato di “passi importanti, ma per una pace vera occorre molto di più”. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (CDU) ha accolto con favore il “risultato intermedio” di Ginevra, ma non si aspetta una svolta già questa settimana.
Ora il mondo guarda a Mosca. L’ambasciatore ucraino in Germania, Oleksii Makeiev, ritiene che l’incontro di Ginevra sia un segnale importante. Da una posizione comune si è “più forti nei negoziati con la Russia”, ha detto Makeiev nel programma televisivo ZDF-Morgenmagazin. Ora si tratta di “costringere Mosca a fare concessioni”.
Secondo un funzionario militare Usa presente ad Abu Dhabi, tuttavia, il segretario dell’Esercito Usa, Dan Driscoll, sta negoziando da ore con la delegazione russa riguardo alla proposta di pace dell’amministrazione Trump per mettere fine alla guerra in Ucraina, ed è “ottimista”.
“Restiamo molto ottimisti – ha detto la fonte all’emittente Cbs News – il Segretario Driscoll è ottimista. Speriamo di ricevere presto un feedback dai russi. La situazione si sta muovendo rapidamente”. Secondo il Financial Times, ad Abu Dhabi ci sarebbe anche il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov.
Oggi la cosiddetta coalizione dei “volenterosi” discuterà, in una videoconferenza, lo stato dei colloqui di pace sull’Ucraina. Il gruppo comprende circa 30 Stati, tra cui la Germania e numerosi altri Stati europei. L’incontro virtuale dovrebbe consentire di fare il punto sui colloqui di Ginevra, secondo quanto riferito dall’Eliseo a Parigi.
In un’intervista alla ZDF, la politologa ed esperta di sicurezza Claudia Major ha tuttavia illustrato in maniera molto realista il ruolo degli Stati Uniti nei negoziati in corso e spiegato perché l’Europa deve abbandonare l’illusione di poter contare sugli Stati Uniti.
Dall’insediamento del presidente americano Donald Trump, l’esperta Major ha difatti osservato un allontanamento dalle alleanze multilaterali a favore di una logica di potere in cui le grandi potenze, come gli Stati Uniti e la Russia, risolvono tra loro le questioni centrali. Secondo tale logica, l’Europa e l’Ucraina non apparirebbero più come partner, ma come “informati” che alla fine dovrebbero accettare le decisioni. La loro influenza si ridurrebbe, sottolinea Major. Si tratterebbe di una “dura lezione” per gli europei.
Nei piani c’è una costante preoccupante, ovvero che gli americani evidentemente non si considerano più alleati dell’Europa e dell’Ucraina, ma mediatori. Secondo Major, il governo statunitense sta esercitando pressioni quasi esclusivamente sull’Ucraina, mentre il Cremlino non incontra quasi alcuna opposizione. Il presidente degli Stati Uniti Trump sembra perseguire l’obiettivo di porre rapidamente fine alla guerra, a qualsiasi costo.
L’esperta di sicurezza teme dunque che sia l’Ucraina che l’Europa possano diventare merce di scambio. Anche questo è espressione della nuova logica di grande potenza degli Stati Uniti sotto Trump.
Secondo Major, in definitiva, l’Europa sta per imparare una “dura lezione”: gli Stati Uniti non sono più un alleato, la sua influenza sta diminuendo e alla fine l’Europa dovrà probabilmente accettare un risultato che contraddice chiaramente gli interessi europei.













