K metro 0 – Ginevra – Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha espresso oggi, primo ottobre, “profonda preoccupazione” per la crescente criminalizzazione dell’espressione culturale degli uiguri e di altre minoranze in Cina, richiamando in particolare i casi dell’artista Yaxia’er Xiaohelaiti e della studiosa Rahile Dawut. Lo si legge in un comunicato diramato dal
K metro 0 – Ginevra – Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha espresso oggi, primo ottobre, “profonda preoccupazione” per la crescente criminalizzazione dell’espressione culturale degli uiguri e di altre minoranze in Cina, richiamando in particolare i casi dell’artista Yaxia’er Xiaohelaiti e della studiosa Rahile Dawut. Lo si legge in un comunicato diramato dal Consiglio Onu per i diritti umani.
Questi casi riflettono schemi allarmanti in cui identità culturale, creatività artistica e attività accademica vengono trattati come minacce alla sicurezza nazionale, hanno dichiarato gli esperti, sottolineando che il diritto di esprimersi liberamente e di partecipare alla vita culturale senza discriminazioni né timori è un principio fondamentale dei diritti umani. Yaxia’er Xiaohelaiti, 26 anni, cantautore uiguro noto con il nome d’arte Uigga, è stato condannato a tre anni di carcere nel 2024 per “promozione dell’estremismo” e “possesso di materiale estremista”. Secondo gli inquirenti, i reati sarebbero legati alla sua produzione musicale in lingua uigura e alla detenzione di testi considerati centrali per la storia culturale della comunità. Le autorità hanno sostenuto che i suoi testi minassero lo Stato, mentre attivisti della società civile affermano che la sua musica si limitasse a dare voce alle radici culturali della comunità.
Gli esperti Onu – riferisce Nova – hanno ribadito che i diritti culturali, compresi la libertà artistica, l’espressione accademica e l’uso della propria lingua, sono parte integrante del pieno godimento dei diritti umani. “La creazione e la condivisione dell’arte, in tutte le sue forme, costituiscono un elemento vitale del diritto a partecipare alla vita culturale”, hanno sottolineato, aggiungendo che gli Stati non devono sopprimere musica, letteratura o lingua come mezzo per silenziare le identità culturali. Il caso della studiosa Rahile Dawut, etnografa e accademica di fama internazionale, esemplifica i rischi che corrono coloro che operano nel campo culturale e accademico. Dawut è scomparsa nel 2017 mentre si recava a Pechino ed è ritenuta vittima di una sparizione forzata. Secondo fonti indipendenti, sarebbe stata processata in segreto e condannata all’ergastolo per separatismo, ma le autorità non hanno mai riconosciuto la sua sorte né il luogo di detenzione. “La sparizione forzata rappresenta una violazione estremamente grave di diversi diritti umani ed è da considerarsi un crimine continuato finché le autorità non forniscono informazioni verificabili sul destino e la collocazione della persona scomparsa”, hanno ammonito gli esperti, ricordando che, se commesse in modo sistematico, tali pratiche possono configurarsi come crimini contro l’umanità.
Il gruppo ha inoltre denunciato la detenzione e condanna di numerosi individui appartenenti a comunità uigure e ad altre minoranze con accuse di “estremismo”, “separatismo” o “terrorismo”, legate in realtà alla loro espressione culturale, linguistica o religiosa. Nel mirino degli esperti vi sono anche le leggi antiterrorismo e antiestremismo adottate da Pechino – tra cui la legge del 2015 e il regolamento di “de-radicalizzazione” nello Xinjiang – considerate strumenti ambigui e repressivi. Sebbene il quadro legislativo aggiornato nel 2024 includa riferimenti ai diritti umani, esso non avrebbe introdotto salvaguardie indipendenti né cancellato le disposizioni più restrittive. “Questi strumenti normativi rischiano di soffocare non solo la vita culturale, ma anche l’immaginazione e la libertà di intere comunità”, hanno avvertito gli esperti. “L’espressione culturale delle minoranze non è un crimine: non deve mai essere confusa con l’estremismo o il terrorismo. Proteggere i diritti culturali e la libertà di espressione è essenziale per tutelare i diritti umani e la dignità di tutti”. Gli esperti hanno fatto sapere di essere in contatto con le autorità cinesi sulla vicenda.