K metro 0 – New York – A New York si è aperta la Settimana dell’80esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu, che fino a lunedì prossimo vedrà alternarsi sul podio del Palazzo di Vetro tutti i principali leader mondiali, compreso il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In una situazione contrassegnatao da una profonda crisi di liquidità,
K metro 0 – New York – A New York si è aperta la Settimana dell’80esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu, che fino a lunedì prossimo vedrà alternarsi sul podio del Palazzo di Vetro tutti i principali leader mondiali, compreso il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In una situazione contrassegnatao da una profonda crisi di liquidità, anche a causa dei mancati contributi al bilancio Onu da parte degli Usa, come da tradizione decennale, il primo a parlare, dopo il segretario generale dell’Onu e la presidente dell’Assemblea Generale, è stato il presidente del Brasile, Lula da Silva, seguito dal capo della Casa Bianca, Donald Trump, in qualità di Paese ospitante.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha decisamente criticato le Nazioni Unite nel suo primo discorso dal suo ritorno alla Casa Bianca, soprattutto criticandole per non essere riuscite a portare la pace e sostenendo che l’organismo mondiale incoraggerebbe l’immigrazione clandestina.
Nel suo ritorno sul podio dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Trump ha anche accusato le stesse di fomentare un “assalto” attraverso l’immigrazione verso i paesi occidentali, che a suo dire “vanno verso l’inferno”. Trump ha anche utilizzato l’importante forum per denunciare gli sforzi per ridurre il riscaldamento globale, definendo le preoccupazioni sul cambiamento climatico “la più grande truffa mai perpetrata al mondo”.
“Qual è lo scopo delle Nazioni Unite?” ha chiesto Trump. “Sembra che tutto ciò che facciano sia scrivere una lettera dai toni molto forti”, ha detto. “Sono parole vuote, e le parole vuote non risolvono la guerra”.
Come noto la Repubblica di Cina – Taiwan è esclusa dalle Nazioni unite per il veto della Cina Popolare che, la rivendica come una provincia.
In questi giorni la presunta sospensione da parte di Donald Trump dei 400 milioni di dollari di aiuti militari a Taiwan ha alimentato i timori che si stia usando il sostegno statunitense all’isola per negoziare con la Cina Popolare. Come riportato venerdì il Washington Post, la sospensione da parte di Trump delle forniture di armi, qualora confermata, includerebbe ordini per munizioni e droni, ma potrebbe ancora essere revocata.
La “telefonata” fra Trump e il leader cinese Xi Jinping di venerdì avvenuta nel bel mezzo degli sforzi degli Stati Uniti per negoziare un accordo commerciale con la Cina Popolare dopo una guerra commerciale, ha fatto si che il presidente Trump affermasse di aver compiuto progressi “produttivi” su questioni come il commercio, il fentanyl e TikTok.
I due presidenti hanno anche concordato di incontrarsi in Corea a ottobre prossimo e anche nel 2026, probabilmente in Cina Popolare. Tuttavia, gli analisti hanno notato che i rispettivi resoconti della telefonata non menzionavano Taiwan, la questione più delicata per Pechino nelle sue relazioni estere, in particolare con gli Stati Uniti. Il Partito Comunista Cinese (PCC) al potere prevede di annettere Taiwan come territorio cinese, anche con la forza militare, se necessario. Il governo e il popolo della democratica Taiwan respingono a stragrande maggioranza la prospettiva di un governo del PCC, e la situazione di stallo ha provocato una concentrazione di armamenti su entrambe le sponde dello stretto di Taiwan, con gran parte delle scorte di Taiwan provenienti dagli Stati Uniti, il principale sostenitore di Taiwan nella sua resistenza alla possibile aggressione. “Per evitare la guerra e difendere la pace dobbiamo sviluppare capacità di difesa e resilienza sociale attraverso una preparazione continua”, ha affermato sabato il presidente di Taiwan, Lai Ching-te.
Durante il primo mandato di Trump, le vendite di armi a Taiwan hanno superato i 10 miliardi di dollari per la prima volta dagli anni ’90. Dal 2022, i presidenti degli Stati Uniti hanno ottenuto l’approvazione del Congresso per inviare fino a 1 miliardo di dollari di scorte di armi statunitensi a Taiwan e Ucraina. Ma durante il secondo mandato di Trump si è assistito a un significativo raffreddamento nei confronti di Taiwan. Ha messo in dubbio il valore del sostegno statunitense, ha ipotizzato che Taiwan dovrebbe pagare per la “protezione” degli Stati Uniti e ha disdegnato il meccanismo di aiuti alla sicurezza a favore delle vendite effettive. Taiwan ha aumentato di conseguenza la sua spesa per la difesa, con l’obiettivo di raggiungere il 5% del PIL entro il 2030. La notizia della pausa è stata inaspettata e ha fatto eco durante l’esposizione annuale della difesa a Taipei lo scorso giovedì, dove le principali industrie di armamenti hanno esposto le ultime novità in fatto di armi e tecnologie. Il governo di Taiwan non ha confermato né smentito le notizie, affermando che gli Stati Uniti “sostengono da tempo la Repubblica di Cina – Taiwan nel rafforzamento delle sue capacità difensive”. William Yang, un analista per l’Asia nord-orientale, ha affermato che la pausa delle forniture è stata probabilmente un modo per Trump di mettere Taiwan “in secondo piano” in modo da potersi concentrare sull’ottenimento dell’accordo migliore da Pechino, piuttosto che un segno di abbandono. Ha però avvertito che Pechino potrebbe “sfruttare questa lacuna decisionale”.
Alcuni analisti della regione pensano l’esito della chiamata Xi-Trump sia stato a favore di Pechino che scommette su risultati con un alto tasso di popolarità e un basso livello di media, come le azioni simboliche sul fentanyl, saranno scambiati per un alleggerimento sia dei dazi sia dei controlli tecnologici su Taiwan. Inoltre, c’è chi afferma che Pechino avrebbe sfruttato l’impegno dei leader per cercare di ottenere ulteriori garanzie su Taiwan, ma è stato lasciato intendere che il sostegno degli Stati Uniti all’isola sarebbe rimasto. Tuttavia, è molto probabile che le vendite di armi e altri atti di sostegno a Taiwan riprenderanno dopo la visita di Trump in Cina Popolare del prossimo anno.