Ucraina: “lo scisma ortodosso”

Ucraina: “lo scisma ortodosso”

K metro 0 – Kiev – In Ucraina la religione sta diventando terreno di conflitto parallelo alla guerra tra Mosca e Kiev. Dopo la revoca (lo scorso luglio) della cittadinanza al metropolita Onofrio, primate della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), il governo di Kiev accelera i tempi per sciogliere la storica istituzione religiosa, accusata di mantenere legami

K metro 0 – Kiev – In Ucraina la religione sta diventando terreno di conflitto parallelo alla guerra tra Mosca e Kiev.

Dopo la revoca (lo scorso luglio) della cittadinanza al metropolita Onofrio, primate della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), il governo di Kiev accelera i tempi per sciogliere la storica istituzione religiosa, accusata di mantenere legami con il Patriarcato di Mosca che sostiene la guerra di Putin.

Il procedimento si fonda sulla contestata Legge 3894, approvata dalla Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) il 20 agosto 2024 che vieta l’attività di organizzazioni religiose affiliate a entità straniere ritenute una minaccia per la sicurezza nazionale (come appunto il Patriarcato di Mosca).

Dopo aver accusato la Chiesa ortodossa Russa di aver sostenuto apertamente l’invasione del territorio ucraino, il parlamento di Kiev aveva dato mandato all’Agenzia Statale dell’Ucraina per l’Etnopolitica e la Libertà di Coscienza (DESS) di indagare sulle reali relazioni con Mosca da parte della UOC: da non confondere con la OCU, la Chiesa Ortodossa di Ucraina riconosciuta dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che si è affermata come ramo indipendente rispetto a Mosca.

Sostenuta dalle autorità e dalla maggioranza dei fedeli, la UCO promuove una liturgia nazionale, in lingua ucraina e con riti distintivi, mentre la UOC ha continuato a rappresentare la tradizione storica, legata alla comunità russofona e ai fedeli dell’est e sud del paese.

Le tensioni tra le due chiese hanno provocato divisioni anche a livello locale: intere parrocchie sono passate dall’una all’altra, litigando sulla gestione di edifici, icone, reliquie e patrimoni artistici.

La  Chiesa Ortodossa Ucraina ha denunciato l’invasione russa in piena regola fin dall’inizio, nel 2022. Ha dichiarato la propria indipendenza dalla Chiesa di Mosca lo stesso anno l’ha ribadita quest’anno. Ciò nonostante, il governo afferma che si è rifiutata di adottare le misure necessarie, come la revisione dei suoi documenti di governo, per completare tale separazione.

La messa al bando, nell’agosto 2024, delle  organizzazioni religiose affiliate a entità straniere, sebbene in fase di elaborazione da tempo, richiede ancora ulteriori procedimenti legali per avere piena efficacia.

Intanto, le ispezioni dei servizi segreti, le denunce in tribunale e le inchieste giornalistiche  sollevano dubbi. E registrano:  oltre cento  procedimenti penali avviati contro il clero; un metropolita condannato a cinque anni di carcere per collaborazionismo; documenti pro-Mosca scoperti nelle canoniche; più di venti fra vescovi e sacerdoti con la cittadinanza russa, fra cui il capo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Onufrij, come riportava  (vedi, Giacomo Gambassi, “Avvenire”, 20 agosto 2024).

Il governo di Kiev ha presentato una petizione a un tribunale per vietare le attività  della UOC, che in caso di sconfitta, avrebbe diritto a un ricorso presso un tribunale superiore prima della conclusione del caso.

In base alla legge, approvata dalla Rada, alcune congregazioni della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC) potrebbero anche vedersi impedito l’uso  di beni di cui non sono proprietarie: un problema significativo in un paese in cui lo Stato possiede e affitta molti siti ecclesiastici storici.

Il provvedimento prende di mira specificamente la “Metropoli di Kiev” della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC), che è essenzialmente il centro di governo, guidata dal Metropolita Onufry. In base alla legge, entità legate alla UOC  come monasteri ed eparchie regionali (paragonabili alle diocesi), potrebbero subire sanzioni simili.

Nel 2022, la UOC  ha dichiarato la propria indipendenza da Mosca e ha iniziato ad adottare misure ritualmente efficaci per sottolineare tale divisione, come il rifiuto di commemorare il Patriarca di Mosca Kirill nelle sue liturgie. Kirill è un accanito sostenitore dell’invasione russa. Ha presieduto un consiglio nel 2024 che l’ha definita una guerra santa.

All’inizio di quest’anno, la  DESS (l’Agenzia per le politiche etnaiche e la libertà di coscienaza) ha invitato la Chiesa Ortodossa Ucraina a intraprendere ulteriori azioni per dimostrare la sua completa separazione da Mosca. Ciò includeva qualsiasi documentazione che attestasse la sua opposizione all’assunzione del controllo delle chiese della Chiesa Ortodossa Ucraina nei territori occupati dalla Russia da parte della Chiesa russa.

Ma Onufry ha rifiutato, affermando che le precedenti dichiarazioni di indipendenza della Chiesa Ortodossa Ucraina erano adeguate. Il governo di Kiev sostiene  che questa non è un’organizzazione religiosa, “ma una branca di uno Stato aggressore”, si leggeva in un titolo sul sito web della DESS.

L’avvocato dell’UOC Robert Amsterdam, ha replicato che la decisione del governo “ignora intenzionalmente” la separazione della Chiesa Ortodossa Ucraina da Mosca “e il suo impegno concreto per dimostrare tale separazione, tra cui l’istituzione di parrocchie all’estero per soddisfare le esigenze dei rifugiati ucraini, un chiaro segno di indipendenza”.

Ha accusato il governo di un tentativo, motivato politicamente, sbarazzarsi delle  istituzioni indipendenti”, mentre il governo ha avviato procedimenti penali contro numerosi membri del clero della Chiesa Ortodossa Ucraina, accusandoli di collaborazionismo con la Russia o di cose simili.

Scisma e guerra

Secondo un sondaggio del 2024 condotto dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, circa il 70% degli ucraini è ortodosso.

Solo un piccolo numero di loro si identifica con la  Chiesa Ortodossa ucraina (UOC)  nonostante il sondaggio la descriva come parte del Patriarcato di Mosca:  un’etichetta che contesta. La UOC  gestisce ancora numerose parrocchie e monasteri in Ucraina.

La maggior parte degli ortodossi intervistati ha dichiarato di identificarsi con la  giurisdizione rivale, la Chiesa Ortodossa di Ucraina (UCO), che ha ricevuto il riconoscimento come chiesa indipendente nel 2019 dal Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.

Sebbene Bartolomeo sia considerato  primus inter pares tra i patriarchi ortodossi, non gode di un’autorità simile a quella papale nella Chiesa cattolica. Mosca ha contestato con forza il suo diritto di riconoscere una chiesa su quello che considera il suo territorio. I leader russi hanno persino citato questo scisma e il sostegno degli Stati Uniti alla nuova chiesa come fattori scatenanti dell’attuale guerra.

Il capo della DESS, Viktor Yelensky, ha dichiarato in una recente una conferenza stampa che le singole parrocchie possono prendere le proprie decisioni in merito all’affiliazione, che  non riguarda la dottrina religiosa, ma l’affiliazione a uno Stato aggressore. “Nessuno ha chiesto loro di rinnegare il proprio credo religioso”, ha affermato.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: