K metro 0 – Napoli – “La mattanza di Stato si tinge di rosa. La detenuta suicida a Rebibbia-Roma è la terza donna che – dopo Milano Bollate (30 marzo) e Mantova (3 marzo) – si è tolta la vita in carcere dall’inizio dell’anno per un numero complessivo di 59 suicidi (numero sempre conteso) a
K metro 0 – Napoli – “La mattanza di Stato si tinge di rosa. La detenuta suicida a Rebibbia-Roma è la terza donna che – dopo Milano Bollate (30 marzo) e Mantova (3 marzo) – si è tolta la vita in carcere dall’inizio dell’anno per un numero complessivo di 59 suicidi (numero sempre conteso) a cui si aggiungono altri 30 morti le cui cause sono ancora da accertare, tra cui una detenuta a Teramo”. Così Aldo Di Giacomo aggiunge: “delle quasi 3mila detenute attualmente recluse, di cui 11 madri con 12 bambini, una percentuale minima, ferma negli anni sotto il 5 per cento, solo un quarto si trova nei tre istituti femminili attivi. Le altre sono sparpagliate nei penitenziari maschili, isolate nelle celle pensate a misura di uomo. Il sistema detentivo femminile – continua Di Giacomo – non ha mai avuto l’attenzione specifica che merita. L’ultima norma risale al 2015, la legge Gonnella. Sono assenti nei penitenziari il sostegno psicologico e l’accesso alle cure, che per le donne significa anche poter ricevere attenzione rispetto alla propria salute ginecologica, con la possibilità di effettuare degli esami di screening periodici. Tutte criticità che affliggono il mondo penitenziario in generale, e che andrebbero affrontate anche attraverso una prospettiva di genere. Ma anche per questo suicidio – conclude il segretario del sindacato polizia penitenziario – non si andrà oltre qualche parola di cordoglio mentre tutti i programmi di prevenzione restano sulla carta”.