K metro 0 – Tel Aviv – La Difesa israeliana ha approvato un piano per l’occupazione di Gaza City richiamando allo scopo circa 60.000 riservisti, ha confermato oggi un portavoce del ministero, riferisce l’AFP. La mossa del ministro della Difesa Israel Katz, ha come scopo aumentare la pressione su Hamas e guadagnare tempo. Intanto i mediatori
K metro 0 – Tel Aviv – La Difesa israeliana ha approvato un piano per l’occupazione di Gaza City richiamando allo scopo circa 60.000 riservisti, ha confermato oggi un portavoce del ministero, riferisce l’AFP. La mossa del ministro della Difesa Israel Katz, ha come scopo aumentare la pressione su Hamas e guadagnare tempo.
Intanto i mediatori Qatar ed Egitto, sostenuti dagli Stati Uniti, attendono ancora una risposta ufficiale da parte di Israele all’ultima proposta avanzata per un vero cessate il fuoco a Gaza. Ma un alto funzionario israeliano ha affermato che il governo rimane fermo nella sua richiesta di rilascio di tutti gli ostaggi in qualsiasi accordo.
L’ultimo quadro concordato e approvato da Hamas prevede una tregua iniziale di 60 giorni, il rilascio graduale degli ostaggi, la liberazione di alcuni prigionieri palestinesi e disposizioni che consentano l’ingresso di aiuti a Gaza. Notare che l‘ultima proposta di tregua è arrivata dopo che il gabinetto di sicurezza israeliano, ha approvato i piani per occupare Gaza City, nonostante i timori che ciò possa peggiorare la già catastrofica crisi umanitaria. Israele e Hamas fino oggi, hanno condotto negoziati indiretti e intermittenti durante tutta la guerra, che hanno portato a due brevi tregue durante le quali alcuni ostaggi israeliani sono stati rilasciati in cambio di prigionieri palestinesi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha ancora commentato pubblicamente il piano, ma la scorsa settimana ha dichiarato che Tel Aviv, accetterebbe “un accordo in cui tutti gli ostaggi vengano rilasciati immediatamente e secondo le nostre condizioni per porre fine alla guerra”. Mentre un alto funzionario di Hamas, Mahmoud Mardawi, ha dichiarato sui social media che il suo gruppo ha “spalancato la porta alla possibilità di raggiungere un accordo, ma resta la questione se Netanyahu la chiuderà di nuovo, come ha fatto in passato”.
Netanyahu si trova ad affrontare accuse di “genocidio” in patria e all’estero. Il governo israeliano oggi subisce una crescente pressione internazionale a causa della sua offensiva militare nella Striscia di Gaza, che ha ucciso migliaia di civili creando crisi umanitaria e costringendo la maggior parte della sua popolazione a sfollare.
A Gaza, l’agenzia di protezione civile ha riferito che ieri attacchi israeliani hanno ucciso 48 persone in tutto il territorio. Il portavoce dell’agenzia, Mahmud Bassal, ha dichiarato all’AFP che la situazione è “molto pericolosa e insopportabile” nei quartieri di Zeitoun e Sabra di Gaza City, dove, ha aggiunto, “i bombardamenti continuano a intermittenza”.
L’esercito israeliano intanto, ha rifiutato di commentare specifici movimenti di truppe, affermando solo che stava “operando per smantellare le capacità militari di Hamas” e ha preso “precauzioni possibili per mitigare i danni ai civili”.
Le restrizioni ai media a Gaza e le difficoltà di accesso ad alcune zone del territorio palestinese impediscono ai media locali e internazionali di verificare in modo indipendente i dettagli forniti da entrambe le parti.
Secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani, l’attacco di Hamas nell’ottobre 2023, ha provocato la morte di 1.219 persone. Secondo i dati del ministero della Salute nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, considerati affidabili dalle Nazioni Unite, l’offensiva israeliana ha ucciso almeno 62.064 palestinesi, la maggior parte dei quali civili.