K metro 0 – Sarajevo – Il ministro degli Esteri croato Gordan Grlic Radman ha dichiarato che, col senno di poi, la Croazia non avrebbe firmato gli Accordi di Dayton (firmati il 21 novembre 1995, misero fine alla guerra in Bosnia Erzegovina che durava dal 1992) se avesse saputo che i croati in Bosnia Erzegovina
K metro 0 – Sarajevo – Il ministro degli Esteri croato Gordan Grlic Radman ha dichiarato che, col senno di poi, la Croazia non avrebbe firmato gli Accordi di Dayton (firmati il 21 novembre 1995, misero fine alla guerra in Bosnia Erzegovina che durava dal 1992) se avesse saputo che i croati in Bosnia Erzegovina sarebbero stati privati del diritto di eleggere i propri rappresentanti. Lo ha affermato in un’intervista a “Rtv Herceg Bosna”, lamentando che “alcune decisioni di alto livello” furono prese a scapito della comunità croata.
“Se i croati avessero saputo allora, in quanto cofirmatari dell’accordo di Dayton, che il popolo croato in Bosnia Erzegovina non sarebbe stato uguale agli altri, che non avrebbe potuto scegliere i propri legittimi rappresentanti politici, non avrebbero mai firmato quell’accordo”, ha affermato Radman, come riporta Nova. Il capo della diplomazia di Zagabria ha anche sottolineato che la Croazia, con il suo intervento militare, contribuì a salvare Bihac nel 1995 e a difendere “l’onore dell’Europa”, nel contesto di una grave crisi umanitaria che, secondo lui, l’Occidente faticava a comprendere. Le dichiarazioni di Grlic Radman si inseriscono in un clima politico sempre più teso tra Croazia e Bosnia Erzegovina sul tema della rappresentanza dei croati nella presidenza tripartita. Per Zagabria, la riforma della legge elettorale bosniaca, con l’obiettivo di garantire ai croati il diritto di scegliere i propri rappresentanti, resta una priorità di politica estera.
Intanto, il primo ministro della Repubblica Srpska (entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina), Radovan Viskovic, dovrebbe presentare oggi le proprie dimissioni. Lo riferisce il portale d’informazione “Klix”, secondo cui la decisione è legata a pressioni interne alla leadership dell’entità serba della Bosnia Erzegovina, guidata dal presidente Milorad Dodik. Secondo fonti citate dai media, Dodik intende ristrutturare il governo prima della possibile decisione della Commissione elettorale centrale sulla revoca del suo mandato.
Il candidato principale alla successione di Viskovic sarebbe l’attuale ministro dell’Agricoltura, Savo Minic. In carica dal 2018, Viskovic è stato sanzionato nel luglio 2023 dagli Stati Uniti per aver minato gli accordi di pace di Dayton. Il Dipartimento del Tesoro lo ha ritenuto responsabile della promozione di una legge, approvata dall’Assemblea della Repubblica Srpska, che dichiara inapplicabili le decisioni della Corte costituzionale della Bosnia Erzegovina.