Bucarest riforma pensioni speciali e valuta riduzione posti in P.A.

Bucarest riforma pensioni speciali e valuta riduzione posti in P.A.

K metro 0 – Bucarest – Il governo della Romania sta valutando una riduzione del 20 per cento del numero di posizioni nella pubblica amministrazione, nell’ambito del secondo pacchetto di misure fiscali previsto dall’esecutivo. Lo ha annunciato ieri il ministro dello Sviluppo, Cseke Attila. Nel corso di un intervento televisivo – riferisce Nova – Attila

K metro 0 – Bucarest – Il governo della Romania sta valutando una riduzione del 20 per cento del numero di posizioni nella pubblica amministrazione, nell’ambito del secondo pacchetto di misure fiscali previsto dall’esecutivo. Lo ha annunciato ieri il ministro dello Sviluppo, Cseke Attila.

Nel corso di un intervento televisivo – riferisce Nova – Attila ha spiegato che è necessario semplificare l’attività delle autorità centrali. Il nuovo pacchetto doveva essere adottato entro la metà del mese, ma è stato rinviato in seguito al malcontento generato dalla sospensione di alcuni progetti previsti dal programma nazionale di sviluppo locale “Anghel Saligny”. Anche i progetti di riforma delle aziende statali e quello relativo alle pensioni dei magistrati stanno incontrando forti resistenze. Una nuova riunione della coalizione di governo, con questi punti all’ordine del giorno, è attesa nei prossimi giorni.

Intanto, la comunità di attivisti online “Declic” ha presentato all’Amministrazione presidenziale romena una petizione firmata da oltre 85 mila cittadini per chiedere al presidente Nicusor Dan di indire un referendum sulle pensioni speciali. Lo riporta l’emittente “Radio Romania”, secondo cui la decisione arriva nel contesto di discussioni sempre più accese sulla riforma delle pensioni dei magistrati.

Nella petizione la comunità Declic sostiene che la Romania “ha bisogno di un sistema trasparente in cui ogni pensione rifletta i contributi effettivi del beneficiario, indipendentemente dalla professione o dalla posizione ricoperta” e chiede una soluzione non solo per le pensioni dei magistrati, ma per tutte le pensioni speciali. Per il momento, l’esecutivo vuole avviare la riforma per i magistrati, condizione necessaria anche per non perdere centinaia di milioni di euro dal Pnrr.

Il governo ha proposto che procuratori e giudici vadano in pensione a 65 anni e che la pensione non superi il 70 per cento dell’ultimo stipendio netto. Attualmente, la pensione dei magistrati è calcolata in base all’80 per cento dell’ultimo reddito lordo, raggiungendo in media i 5 mila euro, di cui 1.100 provengono dai contributi.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: