K metro 0 – Brasilia – Il Ministero degli Esteri brasiliano ha annunciato ieri, che il Paese sta finalizzando la propria richiesta di adesione alla causa intentata dal Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), in merito alle operazioni militari condotte a Gaza ai danni della popolazione civile palestinese. La decisione brasiliana arriva in un momento di crescente tensione con gli Stati Uniti, storico alleato di Israele. Questo mese, l’amministrazione Trump ha annunciato dazi del 50% su tutti i prodotti brasiliani.

Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, è noto per la sua posizione critica nei confronti delle operazioni militari israeliane a Gaza. In una nota ufficiale, il governo brasiliano ha accusato Israele di gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui “l’annessione di territori con la forza”, e ha espresso “profonda indignazione” per la violenza inflitta ai civili palestinesi.

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) è stata coinvolta in controversie legali relative al conflitto israelo-palestinese, con particolare attenzione alle accuse di genocidio mosse dal Sudafrica nel 2023 contro Israele. Secondo l’accusa, le azioni militari israeliane contro Hamas avrebbero colpito indiscriminatamente la popolazione civile, con attacchi a scuole, ospedali, campi profughi, luoghi religiosi e rifugi, andando ben oltre il mero obiettivo militare.

La Corte ha emesso misure provvisorie, tra cui l’ordine a Israele di impedire atti di genocidio e garantire l’accesso umanitario a Gaza, pur non ordinando la cessazione delle operazioni militari. Inoltre, la Corte ha dichiarato illegale la presenza di Israele nei territori palestinesi occupati, sottolineando le conseguenze legali dell’occupazione e le politiche discriminatorie di Tel Aviv. 

Israele, da parte sua, respinge le accuse, sostenendo che le operazioni condotte dall’Idf, mirano esclusivamente a distruggere Hamas e non a colpire deliberatamente la popolazione civile. Durante l’udienza, i legali di Tel Aviv, hanno definito il ricorso sudafricano una distorsione della Convenzione Onu sul Genocidio.

La Confederazione Israelita del Brasile, ha criticato duramente la decisione del governo Lula, affermando che “la rottura della storica amicizia e cooperazione tra Brasile e Israele è una scelta sbagliata che riflette l’estremismo della nostra politica estera”.

Gli Stati Uniti si sono opposti alla posizione sudafricana, sia sotto la presidenza di Joe Biden che sotto quella di Trump. A febbraio scorso, il tycoon ha firmato addirittura un ordine esecutivo per tagliare gli aiuti al Sudafrica, citando proprio il ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia. Comunque oltre al Brasile, oggi, Spagna, Turchia e Colombia hanno espresso la ferma intenzione di unirsi alla causa contro lo stato ebraico.

In complesso, I bombardamenti israeliani hanno causato oltre 56.000 morti (16.000 sono bambini) e oltre 92.000 feriti. Alcuni attivisti israeliani si sono riuniti in piazza Habima a Tel Aviv, per una marcia di protesta verso la sede del ministero della Difesa, denunciando la carenza di cibo e lo sfollamento forzato dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

Altro che se nessuno sapeva. Le Nazioni Unite hanno ripetutamente, condannato quello che hanno definito “l’uso del cibo come arma” da parte di Israele a Gaza, definendolo un crimine di guerra, mentre più di 115 agenzie umanitarie oggi, sollecitano un intervento e si moltiplicano gli allarmi sulla carestia e la conseguente malnutrizione.