Washington e Tel Aviv potrebbero ospitare i palestinesi di Gaza?

Washington e Tel Aviv potrebbero ospitare i palestinesi di Gaza?

K metro 0 – Washington – Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. L’incontro, il terzo da quando Trump è tornato al potere, si è svolto sullo sfondo di una fragile tregua tra Israele e l’Iran e nel pieno dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas, in corso a Doha. Il presidente americano ha affermato

K metro 0 – Washington – Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. L’incontro, il terzo da quando Trump è tornato al potere, si è svolto sullo sfondo di una fragile tregua tra Israele e l’Iran e nel pieno dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas, in corso a Doha.

Il presidente americano ha affermato di ritenere che i colloqui per porre fine alla guerra a Gaza stiano “andando molto bene”, oltre a esprimere fiducia nella volontà di Hamas di porre fine al conflitto durato 21 mesi. “Vogliono incontrarsi e vogliono raggiungere il cessate il fuoco”, ha dichiarato il tycoon rispondendo ai giornalisti alla Casa Bianca.

Intanto, la Casa Bianca ha confermato l’invio a Doha dell’inviato speciale Steve Witkoff per sostenere i negoziati mediati da Qatar, Egitto e Stati Uniti. Le discussioni si concentrano su una possibile tregua di 60 giorni, lo scambio di ostaggi israeliani con detenuti palestinesi e le modalità di implementazione dell’accordo. Gli Stati Uniti hanno intanto programmato colloqui con l’Iran e hanno indicato progressi sul fronte del trasferimento dei palestinesi da Gaza.

Parlando ai giornalisti, Netanyahu ha affermato che gli Usa e Israele stanno collaborando con altri Paesi che potrebbero offrire ai palestinesi un “futuro migliore”, suggerendo che i residenti di Gaza potrebbero trasferirsi nei Paesi vicini. Ma in caso di insuccesso, Washington e Tel Aviv sarebbero disposti ad offrire direttamente loro questo “futuro migliore” ai gazawiti? Visto anche che il premier israeliano ha ribadito la sua opposizione alla creazione di uno Stato palestinese pienamente sovrano, sottolineando che Israele manterrà “sempre” il controllo della sicurezza su Gaza.

Quindi la sintonia Trump-Netanyahu sulla controversa “Migrazione volontaria” dalla Striscia di Gaza, non dovrebbe – come Netanyahu ha affermato nell’incontro alla Casa Bianca – portare Gaza ad “essere una prigione, ma un luogo aperto”; sostenendo che se i palestinesi “vogliono rimanere, possono rimanere, ma se vogliono andarsene, dovrebbero poterlo fare”. Tel Aviv, che è molto vicina a Gaza, allora potrebbe essere la meta migliore per “poterlo fare”, anche meglio di Washington o di qualsiasi capitale araba.

Trump ha espresso pieno sostegno al “piano” di Netanyahu, parlando di “grande cooperazione” da parte di Paesi vicini per accogliere i gazawi. Un alto funzionario israeliano, citato dal Times of Israel, ha dichiarato dopo l’incontro: “Sono convinto che Trump sia serio su questo progetto. Il piano è vivo. Ora serve coordinamento operativo: non solo sugli obiettivi, ma su come raggiungerli. È ciò di cui abbiamo discusso. La volontà politica c’è”. Perfetto: allora, Washington e Tel Aviv potrebbero essere le prime destinazioni per un progetto così umanitario e soprattutto geniale.

Questo progetto, già criticato come tentativo di pulizia etnica, è stato rifiutato in passato sia dalle autorità palestinesi sia da molti governi della regione.

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