K metro 0 – Agenzia  Nova – Doha –  Almeno 23 palestinesi sono stati uccisi oggi nella Striscia di Gaza in una serie di episodi distinti. Secondo fonti mediche locali, citate dall’emittente qatariota “Al Jazeera”, 11 delle vittime sarebbero decedute mentre cercavano di accedere a punti di distribuzione di aiuti alimentari gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) un’organizzazione sostenuta dagli Stati Uniti.

Tre persone sono rimaste uccise e decine ferite nei pressi del corridoio di Netzarim, nel centro della Striscia, mentre altri due palestinesi sono morti e oltre 50 sono rimasti feriti nella zona di Al Mawasi, a Rafah. In entrambi i casi, secondo i soccorritori, i civili erano in attesa di aiuti alimentari.
Ulteriori attacchi aerei israeliani avrebbero causato la morte di 12 persone nel sud della Striscia, mentre altri sette palestinesi sarebbero stati colpiti nella località settentrionale di Beit Lahiya. Non è giunto finora alcun commento da parte delle Idf, l’esercito israeliano. Israele ha in precedenza ammesso di aver aperto il fuoco in prossimità di siti Ghf, sostenendo che l’intervento era rivolto a “sospetti” che si sarebbero allontanati dalle vie di accesso stabilite.

Le autorità di Gaza denunciano invece l’uso della fame come “arma di guerra”. Secondo il ministero della Sanità locale, oltre 270 palestinesi sono stati uccisi e più di 2.000 feriti nei pressi dei centri di distribuzione da quando la Ghf ha iniziato le operazioni a fine maggio. L’Onu ha criticato duramente la gestione dell’assistenza, definendola “inadeguata e pericolosa”. Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), ha dichiarato che la Ghf “non opera secondo i principi umanitari fondamentali”. La guerra in corso, iniziata l’ottobre 2023, ha provocato finora circa 55.000 vittime palestinesi.