K metro 0 – Città del Vaticano – Il 23 maggio segna un anniversario importante nelle relazioni diplomatiche tra l’Azerbaigian e la Santa Sede, un’occasione per ripercorrere un cammino segnato da rispetto reciproco, dialogo interreligioso e crescente collaborazione. A distanza di 33 anni dall’avvio delle relazioni ufficiali, queste possono definirsi in crescita costante. Uno slancio è
K metro 0 – Città del Vaticano – Il 23 maggio segna un anniversario importante nelle relazioni diplomatiche tra l’Azerbaigian e la Santa Sede, un’occasione per ripercorrere un cammino segnato da rispetto reciproco, dialogo interreligioso e crescente collaborazione. A distanza di 33 anni dall’avvio delle relazioni ufficiali, queste possono definirsi in crescita costante.
Uno slancio è stato testimoniato dall’apertura a Roma, nel 2023, di un’Ambasciata dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, in via della Conciliazione, accanto al Vaticano, e la nomina di un Ambasciatore residente, nella persona di S.E. Ilgar Mukhtarov. Un passo significativo, che ha consolidato e reso ancora più stabile un rapporto costruito con pazienza, visione e volontà comune di cooperare nel nome della pace e del bene comune e che rappresenta una piattaforma stabile e continuativa per discutere temi di rilevanza globale.
Stabilite nel 1992, all’indomani del ripristino dell’indipendenza dell’Azerbaigian, le relazioni diplomatiche si sono sviluppate lungo un percorso che ha visto momenti chiave di incontro tra le massime autorità religiose e statali. Una prima tappa fondamentale fu la visita nel 1997 in Vaticano del Presidente Heydar Aliyev, Leader Nazionale dell’Azerbaigian, a cui si deve l’instaurazione dei rapporti in essere con il Vaticano.
Mentre il mondo, incluso l’Azerbaigian, oggi piange la scomparsa di Papa Francesco e accoglie contemporaneamente con ammirazione l’avvio del servizio di Papa Leone XIV, non si può non ricordare come i Pontefici abbiano svolto un ruolo fondamentale nel percorso di avvicinamento tra i due Stati.
Altro momento sostanziale nei rapporti bilaterali infatti è stata la visita di San Giovanni Paolo II a Baku, nel 2002. In quell’occasione, il Pontefice definì l’Azerbaigian una terra di incontro tra civiltà, riconoscendone il ruolo strategico e culturale nella costruzione di ponti tra Oriente e Occidente, tra mondi religiosi diversi.
Con Papa Francesco, questo approccio ha trovato ulteriore impulso. In particolare, la visita del Pontefice a Baku il 2 ottobre 2016 ha rappresentato un ennesimo momento di forte simbolismo. Accolto con calore dal presidente Ilham Aliyev, il Papa ha incontrato la comunità cattolica locale e ha sottolineato, nel suo discorso, la possibilità concreta di convivenza pacifica e rispettosa tra persone di fedi diverse. L’Azerbaigian è notoriamente un paese a maggioranza musulmana, ma noto per il suo approccio laico e per la tutela garantita alle minoranze religiose.
Nel corso degli anni, numerose sono state le delegazioni azerbaigiane ricevute in Vaticano, con lo stesso Presidente Ilham Aliyev e la First Lady Mehriban Aliyeva, e le missioni vaticane a Baku. I temi al centro degli incontri hanno spaziato dalla cooperazione culturale e umanitaria al sostegno alle minoranze religiose, passando per l’impegno comune nella promozione della pace e nella lotta contro ogni forma di estremismo. Il contributo dell’Azerbaigian – attraverso la Fondazione Heydar Aliyev, presieduta dal Primo Vicepresidente del Paese Mehriban Aliyeva, alla ristrutturazione del patrimonio del Vaticano, come gesto di amicizia, è un esempio concreto della volontà di collaborazione culturale e spirituale. Per la sua opera nella cooperazione bilaterale la Sig.ra Mehriban Aliyeva ha ricevuto la più alta onorificenza del Vaticano: Dama di Gran Croce dell’Ordine Piano. Tra le opere compiute, si citino il restauro di alcune catacombe, o quello del bassorilievo raffigurante l’incontro tra Papa Leone I e Attila in San Pietro, e l’ultimo intervento per la messa in sicurezza della Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura in occasione del Giubileo 2025.
Le rafforzate relazioni tra Azerbaigian e Santa Sede dimostrano come la diplomazia della pace e del dialogo possa generare frutti duraturi, anche tra realtà apparentemente distanti per geografia e cultura, e in un contesto di dialogo e comprensione reciproca si ricorda come proprio quest’anno la lingua azerbaigiana abbia arricchito l’offerta informativa di Vatican news, costruendo un nuovo ponte di conoscenza e seminando un dialogo di cui il mondo ha sempre più bisogno.