K metro 0 – Riyadh- Un passo importante verso il reinserimento della Siria nella comunità internazionale: l’Arabia Saudita e il Qatar hanno annunciato la decisione di saldare congiuntamente il debito siriano nei confronti della Banca Mondiale, pari a circa 15 milioni di dollari. La dichiarazione, diffusa domenica dall’Agenzia di stampa saudita (SPA), rappresenta un segnale
K metro 0 – Riyadh- Un passo importante verso il reinserimento della Siria nella comunità internazionale: l’Arabia Saudita e il Qatar hanno annunciato la decisione di saldare congiuntamente il debito siriano nei confronti della Banca Mondiale, pari a circa 15 milioni di dollari. La dichiarazione, diffusa domenica dall’Agenzia di stampa saudita (SPA), rappresenta un segnale concreto del rinnovato impegno regionale per la stabilizzazione e la ricostruzione del Paese devastato dalla guerra.
Il pagamento degli arretrati, sospesi da oltre 14 anni, consentirà alla Siria di riprendere pienamente l’accesso al sostegno finanziario e alla consulenza tecnica della Banca Mondiale, strumenti fondamentali per avviare progetti di ricostruzione e rilancio economico.
L’annuncio giunge pochi giorni dopo la storica partecipazione del governatore della Banca centrale siriana e del ministro delle Finanze agli incontri di primavera del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale a Washington, evento che ha segnato la prima presenza ufficiale di Damasco in tali consessi da più di vent’anni.
La Siria, uscita da un conflitto lungo e sanguinoso iniziato nel 2011 con la repressione delle proteste popolari, ha visto gran parte delle sue infrastrutture distrutte e la sua economia ridotta allo stremo. A dicembre scorso, la rapida offensiva delle forze di opposizione ha portato alla caduta di Bashar al-Assad, aprendo la strada a un nuovo governo deciso a ricostruire il Paese e a riallacciare i rapporti con le istituzioni regionali e internazionali.
Arabia Saudita e Qatar, tradizionali rivali in diverse crisi regionali, hanno scelto di agire assieme in questo frangente, evidenziando una volontà comune di sostenere la stabilità in Siria e, più in generale, nel Medio Oriente.
Secondo la dichiarazione, “Questo impegno aprirà la strada alla ripresa del sostegno e delle operazioni del Gruppo Banca Mondiale in Siria dopo una sospensione di oltre 14 anni” e “Sbloccherà l’accesso della Siria al sostegno finanziario nel breve termine per lo sviluppo dei settori critici”.
L’aiuto finanziario, oltre a rappresentare un beneficio immediato per la ripresa economica, avrà anche un valore simbolico rilevante, dimostrando il sostegno arabo al processo di ricostruzione siriano e promuovendo la reintegrazione della Siria nei principali fori internazionali.
Le autorità siriane, consapevoli della portata delle sfide future, puntano molto sull’appoggio degli alleati regionali per attrarre investimenti e finanziamenti necessari a ricostruire strade, scuole, ospedali ed energia, ma anche a stabilizzare il sistema finanziario e creare opportunità di lavoro in un Paese stremato da anni di guerra.
Il pagamento degli arretrati alla Banca Mondiale è dunque solo il primo passo di un lungo percorso che dovrà passare attraverso riforme economiche, consolidamento della sicurezza interna e riconciliazione sociale.
La strada verso la piena normalizzazione internazionale della Siria resta lunga e accidentata, ma il sostegno dell’Arabia Saudita e del Qatar potrebbe rappresentare un punto di svolta decisivo.
L’impegno per la ricostruzione della Siria devastata dalla guerra passa tuttavia da un elemento fondamentale: la disponibilità di dati economici credibili. È quanto emerso dall’incontro di questa settimana a Washington tra funzionari del Fondo Monetario Internazionale (FMI), della Banca Mondiale e rappresentanti dei principali Paesi donatori, come dichiarato dalla Direttrice Generale del FMI, Kristalina Georgieva.
Durante gli incontri di primavera del FMI e della Banca Mondiale, il governatore della Banca centrale siriana e il ministro delle Finanze hanno partecipato ai colloqui internazionali per la prima volta in oltre vent’anni. La loro presenza rappresenta un evento storico: è stata infatti la prima visita ufficiale delle nuove autorità siriane negli Stati Uniti dalla caduta dal dittatore Bashar al-Assad, avvenuta lo scorso dicembre.
Kristalina Georgieva ha sottolineato che la discussione con le autorità siriane si è concentrata su quattro punti fondamentali: Migliorare la qualità e la credibilità dei dati economici nazionali, ricostruire la Banca centrale siriana, aumentare la capacità di generare entrate interne, rafforzare la governance economica complessiva.
“Significa procedere con cautela, ma impegnarsi”, ha spiegato dunque Georgieva, evidenziando che il FMI ha già nominato un capo missione dedicato alla Siria per seguire da vicino i prossimi sviluppi.
L’obiettivo è gettare le basi per una futura ripresa economica: “Gran parte della popolazione siriana vive oggi come rifugiata in Libano, Iraq o Giordania. Il tessuto della società è malconcio e ferito. La ricostruzione sarà un compito lungo, che dovrà partire prima di tutto dagli stessi siriani”, ha aggiunto.
A supportare questo processo si inserisce appunto l’iniziativa congiunta dell’Arabia Saudita e del Qatar, che hanno annunciato il saldo degli arretrati della Siria verso la Banca Mondiale, pari a circa 15 milioni di dollari. Senza il pagamento di questo debito, la Siria non potrebbe accedere alle sovvenzioni e all’assistenza tecnica della banca multilaterale.
Mohammed Al-Jadaan, ministro delle Finanze saudita e presidente del Comitato Monetario e Finanziario Internazionale, ha co-presieduto l’incontro sulla Siria. Ha sottolineato la necessità di procedere con attenzione, viste le sanzioni ancora in vigore, ma anche l’urgenza di “stare al fianco del popolo siriano”.
“Il popolo siriano, come quelli dello Yemen, del Sudan, del Libano e dei Territori palestinesi, merita il sostegno della comunità internazionale. Fornire capacità, assistenza tecnica e sostegno finanziario è cruciale per il futuro di questi Paesi”, ha dichiarato Al-Jadaan.
Il saldo del debito da parte dell’Arabia Saudita e del Qatar apre ufficialmente la strada a nuovi finanziamenti e a progetti di ricostruzione in settori chiave come l’energia, le infrastrutture e i servizi pubblici. Tuttavia, come più volte ribadito dai rappresentanti internazionali, la fiducia nella capacità del nuovo governo siriano di implementare riforme trasparenti e sostenibili sarà determinante per il successo a lungo termine.
Il cammino della Siria verso la normalizzazione e la ripresa economica è solo all’inizio, ma il sostegno internazionale e l’impegno per la trasparenza rappresentano segnali concreti di un possibile nuovo inizio.