Dopo gli accordi di Pretoria c’è il rischio di una nuova guerra civile nel Tigrè

Dopo gli accordi di Pretoria c’è il rischio di una nuova guerra civile nel Tigrè

K metro 0 – Addis Abeba – A quasi due anni e mezzo dalla firma degli accordi di Pretoria, che avevano posto fine al sanguinoso conflitto nel Tigrè, la regione settentrionale dell’Etiopia rischiando di sprofondare nuovamente in una guerra civile. Mercoledì, infatti, le forze di sicurezza del Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (Tplf) –

K metro 0 – Addis Abeba – A quasi due anni e mezzo dalla firma degli accordi di Pretoria, che avevano posto fine al sanguinoso conflitto nel Tigrè, la regione settentrionale dell’Etiopia rischiando di sprofondare nuovamente in una guerra civile.

Mercoledì, infatti, le forze di sicurezza del Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (Tplf) – il partito che ha governato l’Etiopia dal 1991 al 2018 e che, a partire dall’agosto dello scorso anno, è stato diviso in due fazioni – hanno preso il controllo di Adigrat, la seconda città più grande della regione, e hanno cacciato l’amministrazione provvisoria istituita dal governo federale.

La direzione del Tplf ha confermato la presa di Adigrat, annunciando l’insediamento di Radae Gebreezgiabiher come nuovo amministratore della città. Il Tplf ha accusato l’amministrazione precedente di essere composta da “individui traditori”, legati al regime di Addis Abeba, e ha dichiarato che simili azioni sono in corso in altre aree del Tigrè, che dalla fine del conflitto è sotto l’amministrazione diretta del governo federale.

Subito dopo la presa di Adigrat, le forze del Tplf hanno esteso il loro controllo all’aeroporto di Macallè, il capoluogo regionale. Inoltre, fonti locali citate dal sito di notizie “Amhara News Service” riferito hanno sparatorie a Adi Gudom, una città situata 40 chilometri a sud di Macallè, dove i miliziani avrebbero sparato a sangue freddo contro chi protestava contro l’occupazione della città.

L’offensiva del Tplf è avvenuta in seguito al licenziamento di quattro alti comandanti dell’esercito da parte di Getachew Reda, ex portavoce del Tplf e ora presidente regionale del Tigrè. I comandanti sono stati rimossi con l’accusa di voler trascinare la regione in un conflitto interno. Il principale obiettivo dell’offensiva, come dichiarato dalle forze del Tplf, è quello di deporre l’amministrazione provvisoria del Tigrè, imposta dal governo federale dopo la fine del conflitto nel 2022.

Questa nuova crisi, tuttavia, si inserisce in un contesto più ampio, segnato dalla scissione interna del Tplf avvenuta nell’agosto scorso. In quella sede, il congresso del Tplf ha evidenziato una profonda spaccatura all’interno del partito, che ha portato alla nascita di due fazioni distinte: una guidata da Getachew Reda, ritenuto troppo accondiscendente nei confronti del governo federale, e l’altra, più radicale, che ha come leader Debretsion Gebremichael, ex presidente regionale del Tigrè e attuale capo del partito.

Questa divisione all’interno del partito ha segnato un punto di rottura nella politica della regione e, più in generale, nella politica dell’intera Etiopia. A fine settembre, Reda è stato destituito dal ruolo di vicepresidente del Tplf, accusato di non essere abbastanza fermo nel difendere gli interessi della regione. Il suo posto è stato preso da Amanuel Assefa, uno dei leader più strettamente legati alla fazione moderata.

In un post pubblicato su X, Reda ha denunciato l’offensiva come una decisione mal concepita, orchestrata da pochi ufficiali dell’esercito che intendono smantellare le strutture statali nel Tigrè. Ha poi convocato gli ambasciatori dei principali Paesi occidentali, tra cui l’Italia, per condividere le preoccupazioni sulla crescente violenza e per cercare un’azione diplomatica che possa evitare il ritorno a un conflitto su larga scala.

Nel frattempo, i partiti di opposizione del Tigrè si sono schierati al fianco dell’Amministrazione provvisoria guidata da Reda, denunciando le azioni del Tplf come tentativi di rovesciare il governo legittimo e accusando la fazione di Debretsion di voler instaurare un “colpo di Stato”.

La comunità internazionale, e in particolare i Paesi coinvolti nell’accordo di pace di Pretoria, potrebbe giocare un ruolo decisivo nel prevenire un nuovo conflitto e nel riportare la normalità nella regione.

Condividi su:
Redazione_EU
CONTRIBUTOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: