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Libano, Unifil: Israele ha sparato a nostra base deliberatamente feriti 2 Peacekeeper

Libano, Unifil: Israele ha sparato a nostra base deliberatamente feriti 2 Peacekeeper

K metro 0 – Beirut – Oggi, due membri della missione di interposizione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale (Unifil) sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha sparato verso una torretta di osservazione presso il quartier generale Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Lo riferisce in una

K metro 0 – Beirut – Oggi, due membri della missione di interposizione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale (Unifil) sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha sparato verso una torretta di osservazione presso il quartier generale Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Lo riferisce in una nota stampa Unifil, precisando che i feriti sono fortunatamente, questa volta, non gravi, ma rimangono in ospedale, riporta Nova.

“La recente escalation lungo la Blue line sta causando la distruzione diffusa di città e villaggi nel Libano meridionale, mentre continuano a essere lanciati razzi verso Israele, comprese le aree civili. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a incursioni da Israele in Libano, a Naqoura e in altre aree”. Lo riferisce in una nota stampa Unifil,

La missione fa sapere che i militari delle Idf hanno colpito il quartier generale di Naqoura e le posizioni vicine ripetutamente. Inoltre, le Idf “hanno anche sparato sulla posizione Onu (UNP) 1-31 a Ras Naqoura, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i peacekeeper e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione. Un drone Idf ha sorvolato sull’interno della posizione Onu fino all’ingresso del bunker”.

Ieri, 9 ottobre, prosegue Unifil, “i soldati delle Idf hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. Hanno anche deliberatamente sparato sull’UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite – tra rappresentati militari israeliani e libanesi con la supervisione di Unifil – prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”. Unifil “ricorda alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà Onu e di rispettare l’inviolabilità dei siti Onu in ogni momento. Le forze di peacekeeping dell’Unifil sono presenti nel Libano meridionale per supportare un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di sicurezza. Qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”, conclude la nota, indicando che sono in corso contatti con i militari israeliani su quanto accaduto.

Intanto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, per gli eventi occorsi alle basi Unifil dove opera il personale italiano. L’incontro è tuttora in corso.

“Le notizie che stanno giungendo dal Libano, relative al nostro contingente militare, sono estremamente preoccupanti. Eravamo stati rassicurati dal ministro Tajani durante l’audizione della scorsa settimana, ma la situazione sta prendendo una piega diversa”, afferma in una nota il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva al Senato. “Riteniamo sia indispensabile che il ministro degli esteri riferisca immediatamente al Parlamento”.

Intanto da Parigi arriva il primo allarme: il rischio di una escalation di tensione in Medio Oriente porterebbe a una “guerra regionale” che avrebbe un impatto sull’Europa e sulla “sicurezza” dei francesi. Lo ha detto all’emittente radiofonica “France Inter” il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu. L’Iran e Israele “fanno dell’escalation uno strumento per la de escalation” ma la “macchina si è inceppata” e questa situazione “si traduce in un’escalation”, ha detto il ministro. Lecornu ha inoltre dichiarato che la Francia chiede a Israele di applicare una risposta “proporzionata”.

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