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“La novella arte”: Giuseppe Basso, tra fantascienza e pittura fotografica digitale

“La novella arte”: Giuseppe Basso, tra fantascienza e pittura fotografica digitale

K metro 0 – Roma – Alla galleria d’arte “Area contesa”, di Via Margutta, è stato ultimamente presentato al pubblico “La novella arte” (Attigliano, Gambini editore,2023, €.20,00): singolare libro di Giuseppe Basso, nella vita quotidiana funzionario dell’ENAC, Ente Nazionale dell’ Aviazione Civile, appassionato di fantascienza, informatica e arte contemporanea. Un trinomio che Basso affronta adeguatamente 

K metro 0 – Roma – Alla galleria d’arte “Area contesa”, di Via Margutta, è stato ultimamente presentato al pubblico “La novella arte” (Attigliano, Gambini editore,2023, €.20,00): singolare libro di Giuseppe Basso, nella vita quotidiana funzionario dell’ENAC, Ente Nazionale dell’ Aviazione Civile, appassionato di fantascienza, informatica e arte contemporanea. Un trinomio che Basso affronta adeguatamente  – col giusto equilibrio fra le tre dimensioni – nel libro, che è a metà tra la narrativa fantastica e il racconto autobiografico. “Ma che tipo di fantascienza è, quella di questi racconti di Basso?”, si è chiesto, presentando il libro, Teresa Zurlo, con la sorella Tina responsabile, e infaticabile animatrice, di “Area contesa”. “Sicuramente non la fantascienza classica, quella che, con periodici ormai passati alla storia come “Urania” , e veri e propri cult-movies come ”La guerra dei mondi” e “Ultimatum alla Terra”, ha affascinato generazioni di appassionati dal dopoguerra in poi”. Ma è una fantascienza a sfondo, diciamo, paleontologico, archeologico, filosofico: diremmo tra Peter Kolosimo, Ray Bradbury (“Cronache marziane”, “Fahreneit 451”), Andrej Tarkovskij (“Solaris”, “Stalker”) , Arthur C. Clarke e Stanley Kubrick (il mitico “2001: Odissea nello spazio”, romanzo e  film: che, ha ricordato sempre Teresa Zurlo, è stato incluso dall’ UNESCO ai primissimi posti nella lista dei film piu belli e significativi della storia), Isaac Asimov (“Viaggio allucinante”, “L’uomo bicentenario”). 

Ne “Il ritorno della Terra in fascia abitabile”, Basso immagina una Terra del 32mo secolo d.C. che, causa un disastroso scontro con la Luna, dalle conseguenze enormi per tutto l’ecosistema, è rimasta abitabile solo nelle zone intorno ai due Poli, e, con l’aiuto della ”Federazione Stellare dei Sei Sistemi” (sorta di “Unione Europea” dello spazio, con problemi simili a quelli della UE di oggi), sta cercando faticosamente di tornare abitabile in pieno. In un universo dove, da secoli, non ci sono solo gli uomini, ma molti esseri viventi intelligenti e abili: uomini con mani a 6 dita o testa proporzionalmente piu’ grande rispetto al corpo, pigmei, giganti (come quelli che in tempi antichissimi, secondo anche autori attendibili come Erodoto e Diaz del Castillo, storico di Cortes nella conquista del Messico, sarebbero vissuti in alcune zone del globo) e scimmie parlanti, come quelle già care a Pierre Boulle e Franklyn J. Schaffner (“Il pianeta delle scimmie”, romanzo e  ciclo dei film), ecc…

Ma veniamo alla pittura fotografica digitale. Come racconta nella seconda parte del libro, Giuseppe Basso, a Dicembre 2006, trovandosi in un negozio informatico per comprare un pc portatile, s’imbatte in un Acer con telecamera semimobile e programmi per creare video già incorporati, come il Movie Maker della Microsoft: programma, per l’epoca (parliamo di quasi 20 anni fa!), eccezionale. A Pasqua 2007, sulla spiaggia di San Benedetto del Tronto, l’Autore realizza il suo primo video (semplici immagini d’una sua corsa verso il mare, con relativo bagno): accorgendosi delle forti potenzialità di questo programma, in grado di colorare la luce e le forme sino a trasformare un’immagine in un vero e proprio fotodipinto. Rivedendo le sequenze del video e facendo, sul video stesso, una foto di una di esse, sino ad avere un fotogramma reale, Basso, infatti, col programma riesce a dargli un effetto speciale, sino ad avere un vero e proprio “dipinto fotografico”, dai sorprendenti effetti.

Per due anni circa, niente più’ esperimenti. Ma quando i suoi 2 pc portatili Acer si rompono, Giuseppe deve ricomprarne altri: la “tecnotronica” velocità di evoluzione del mercato e dei prodotti, però, nel frattempo ha apportato modifiche al programma di videoeditor, che ora può utilizzare solo alcuni colori. L’artista è costretto allora a scaricare i “demo” di altri video editor simili al Movie Maker (sviluppatisi nel frattempo), e solo dopo alcune prove con l’AVS della mitica Sony, versione 2012, e con il Videopad, riesce a ritrovare gli amati colori. Giuseppe prosegue le sue sperimentazioni, cercando anche di colorare le foto con il paint del pc. L’esperimento riesce: le soglie bianche e nere dell’AVS della Sony e del Videopad, infatti, possono essere efficacemente colorate dal paint del computer. Nel 2011, Basso crea un suo profilo Facebook, dove inizia a pubblicare i suoi “fotodipinti” (ad oggi, ha raggiunto quasi i 9000 fotogrammi colorati, entrando poi anche su Instagram e Twitter). Questi 3 basilari elementi – PC portatile con telecamera funzionante, programma video editor adeguato, scaricabile dal Web, e paint del PC – sono, riassumendo, quelli che permettono il lavoro del pittore fotografico.

” Contrariamente a quel che si crede di solito”,  precisa il nostro artista, “l’arte digitale ha radici che affondano negli anni ’50 -’70 e primi ’80 (pensiamo, ad esempio, alle prime sperimentazioni su questa strada, nel 1985 ” e dintorni”, di Andy Warhol: il quale, però, non disponeva tanto di tecnologia informatica, all’epoca ancora in fase iniziale, quanto cinematografica). Ma il suo vero sviluppo inizia solo a metà anni ’80, quando il PC gradualmente diventa tecnologia accessibile. Si tratta, in sostanza, d’ un modo nuovo di esplorare la creatività in direzione di quel che, di volta in volta, può rappresentare il massimo punto raggiungibile della tecnica artistica. Oggi, grazie all’evoluzione tecnologica che ha portato il PC un po’ nelle case di tutti (come proprio  Arthur C. Clarke aveva previsto, in un’intervista per la ABC nel 1974 , “vaticinando” che, nel 2001, in ogni casa ci sarebbe stato  un personal computer, connesso a una rete globale, N.d.R.), allo sviluppo di sistemi come le app e alla condivisione online, l’arte digitale riceve continuamente nuovi impulsi. Nonostante le difficoltà emerse negli ultimissimi anni (forte diversità dell’ultima versione di Videopad, pensata per favorire la realizzazione dei video piu’ che delle fotografie; difficoltà di scaricare dal web alcuni programmi videoeditor posteriori al 2012, ecc…), la pittura fotografica digitale oggi non solo è realtà, ma potrebbe essere, da un lato,  la fotografia del futuro; dall’altro, una delle “Nuove frontiere” dell’arte. Per adesso, questa forma artistica è ancora sconosciuta ai più’ (in tutto il mondo, oggi solo 78 milioni di persone circa scaricano programmi videoeditor): non se ne capisce ancora la portata. Ma, arte o meno, la possibilità di realizzare un dipinto fotografico con i mezzi del 2012 oggi è realtà. Una realtà a portata di tutti”.

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