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Il Giappone vieta l’esportazione di oltre 160 tipi di merci in Russia

Il Giappone vieta l’esportazione di oltre 160 tipi di merci in Russia

K metro 0 – Tokyo – Il governo giapponese ha approvato il divieto di esportazione di 164 categorie di merci che, secondo il ministero del Commercio di Tokyo, potrebbero rafforzare la base industriale della Russia. La decisione rientra nelle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina,  ed entrerà in vigore il 17 aprile. Le nuove restrizioni

K metro 0 – Tokyo – Il governo giapponese ha approvato il divieto di esportazione di 164 categorie di merci che, secondo il ministero del Commercio di Tokyo, potrebbero rafforzare la base industriale della Russia. La decisione rientra nelle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina,  ed entrerà in vigore il 17 aprile.

Le nuove restrizioni interessano tra le altre categorie anche olio motore, tubi in acciaio, yacht e altre imbarcazioni ricreative o sportive.

Dal 10 maggio, invece, il Giappone vieterà l’importazione di diamanti russi non industriali.  Il divieto è stato annunciato dopo che il Giappone e altri paesi del Gruppo dei Sette si sono incontrati virtualmente con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy a dicembre scorso.

Intanto, il Ministero della Difesa britannico a seguito di rapporto dell’intelligence, ha pubblicato un aggiornamento sulle sanzioni contro la Russia, riferendo anzitutto che, secondo una ricerca dell’Istituto per le economie emergenti della Banca di Finlandia, i Paesi terzi applicano sovrapprezzi superiori al 60% per le esportazioni verso la Russia di determinati beni sanzionati.

Inoltre – riferisce Global sanctions – mentre la Russia ha aumentato la produzione di munizioni chiave, l’impatto delle sanzioni probabilmente è molto maggiore sui sistemi d’arma più avanzati e complessi, per i quali quasi certamente nel tempo è cresciuta la dipendenza da componenti stranieri.

Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, la quota della Russia nel commercio globale di armi è scesa all’11% nel periodo dal 2019 al 2023 rispetto al 21% nel periodo dal 2014 al 2018.

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