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La grande storia a tavola: 400 menù in mostra al Museo della cucina di Roma

La grande storia a tavola: 400 menù in mostra al Museo della cucina di Roma

K metro 0 – Roma – Due secoli di storia attraverso le “liste delle vivande”: i menù (dal francese menu, minuto, particolareggiato),  fogli, cartoncini o libretti, che elencano cibi e bevande che compongono un pranzo. Dal 5 al 7 aprile  si svolgerà la più importante mostra monografica (visitabile dalle 10 alle 18) mai dedicata ai

K metro 0 – Roma – Due secoli di storia attraverso le “liste delle vivande”: i menù (dal francese menu, minuto, particolareggiato),  fogli, cartoncini o libretti, che elencano cibi e bevande che compongono un pranzo.

Dal 5 al 7 aprile  si svolgerà la più importante mostra monografica (visitabile dalle 10 alle 18) mai dedicata ai men a livello mondiale: “Un Mondo di Menù, la grande Storia a tavola” ideata dall’associazione di collezionisti Menù Associati.  400 importanti menù originali appartenenti alle principali collezioni, private e pubbliche. A partire dal più antico menù a stampa conosciuto (per un pranzo privato in una dimora londinese nel 1803) fino a quelli a noi contemporanei come il menù del Pranzo offerto da Casa Artusi al Presidente Napolitano il 7 gennaio 2011 o quello relativo al viaggio di papa Francesco a Cuba per incontrare il patriarca Kirill.

Saranno esposti nelle sale del Garum,  museo e biblioteca di storia della gastronomia  a Via dei Cerchi 87, che ha sede nell’ex monastero benedettino Olivetano, a due passi dal Circo Massimo. La mostra di Roma, allestita a vent’anni dalla mostra di menù al Castello Sforzesco di Milano, è accompagnata  da un ricco catalogo illustrato (di 464 pagine) strumento di conoscenza imperdibile per professionisti del settore,  gourmet e appassionati curiosi.

Dettagli della mise en place, i menù (spesso di fattura pregevole e artistica) oltre che  testimoni oculari della storia della gastronomia sono anche credibili cronisti dell’economia, delle scienze sociali e politiche, legati a eventi storici e situazioni particolari come ad esempio le celebrazioni per lo Statuto Albertino, la concessione a Garibaldi della cittadinanza onoraria di Londra, la Breccia di Porta Pia e le due guerre mondiali fino ad arrivare alle relazioni diplomatiche del secondo dopoguerra come nel caso del menù della Colazione offerta dal Presidente Cossiga a Michail Gorbaciov e alla Signora Rajssa Gorbaciova all’indomani della caduta del muro di Berlino.

Ci raccontano le ultime ore del Titanic, le grandi imprese di  Amelia Earhart e Charles Lindbergh, Umberto Nobile e Francesco De Pinedo (grandi pionieri dell’aviazione). Il  primo pranzo di Hitler e Mussolini e le celebrazioni per il matrimonio di William & Kate, passando per le incoronazioni di Elisabetta II e di Nicola II, l’ultimo Zar.

Storia e curiosità s’intrecciano. Cosa è stato servito in Inghilterra a Garibaldi il 21 aprile del 1864? Un pranzo in tre servizi, con tanto di ostriche.  E all’ultimo Zar Nicola II  per la   sua incoronazione a Mosca nel 1896? La tradizionale zuppa a base di cetrioli sottaceto rassol’nik, poi borscht e storione al vapore. C’è anche il menù dell’ultima cena dei passeggeri di seconda classe del Titanic: consommé, eglefino al forno, pollo al curry con riso e puré di rape; inoltre pudding di prugne, gelato all’americana, gelatina al vino, frutta e caffè.

Poi ci sono i Pranzi Inquieti, testimoni di scontri e incontri di rilievo. In una sezione della mostra corredata da documenti dalle due guerre, menù delle case reali, cronache di balli a corte, un focus sulla belle Époque e le celebrazioni dei grandi eventi sportivi. 

C’è  il menù della cena (Abendessen) in tedesco per l’incontro a Venezia, nel 1934, fra Hitler e Mussolini. Con brodo all’italiana (Italienische Kraftbrühe) sella di vitello piemontese e gelato alla siciliana.  Infine, una selezione notevole dei menù dei Presidenti alla Repubblica al Palazzo del Quirinale.

I menù: la storia o il mondo in una noce, in   un semplice cartoncino tipografico che nel corso del tempo riporta un campionario di dettagli sempre più sofisticati: l’abbinamento dei vini, l’accompagnamento musicale di una serata, la raccolta firme dei presenti o di un ospite di rilievo. E si arricchisce  di illustrazioni anche di grandi artisti. Una mostra da non perdere. E per visitare, con l’occasione, il bibliomuseo del Garum (nome latino della  salsa, a base di pesce, immancabile nei grandi banchetti dei popoli romani) con il suo ricco repertorio di strumenti utilizzati dai cuochi nei secoli passati (dagli antichi stampi per il gelato dei primi del Seicento alle moderne pentole di design) e la raccolta di oltre 3mila volumi: una panoramica di testi originali (molti in prima edizione) curata dal direttore Matteo Ghirighini e in costante ampliamento. Tra i più interessanti, come ci segnala Carolina Pozzi, (brillante editor di “Cibo Today”) il primo ricettario illustrato mai pubblicato, l’Opera del 1570 di Bartolomeo Scappi, e una rarissima prima edizione de La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene del celebre gastronomo Pellegrino Artusi, datata 1891.

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