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“Attraverso il tempo”: una mostra di Anna Maria Russo in due piccoli, incantevoli musei

“Attraverso il tempo”: una mostra di Anna Maria Russo in due piccoli, incantevoli musei

K metro 0 – Roma – Annamaria Russo. Una e bina: due mostre in una (a cura di Maria Giuseppina di Monte e Valentina Flamingo)  divisa in  due luoghi incantevoli: il Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda. E il Museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Andersen. Due splendide cornici che

K metro 0 – Roma – Annamaria Russo. Una e bina: due mostre in una (a cura di Maria Giuseppina di Monte e Valentina Flamingo)  divisa in  due luoghi incantevoli: il Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda. E il Museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Andersen.

Due splendide cornici che racchiudono la mostra antologica, “Attraverso…il tempo” di Annamaria Russo, in omaggio alla  sessant’annale carriera di un’artista formatasi all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Con maestri come Giuseppe Capogrossi, Emilio Greco e Arnaldo Ciarrocchi.

La prima sezione della mostra, ben si colloca negli spazi dell’elegante Museo Boncompagni Ludovisi, che custodisce una storica  collezione di ceramiche (da Duilio Cambellotti ai nostri giorni). Una cornice adatta all’esposizione di quelle di Anna Maria Russo, che qui campeggiano con i suoi grandi piatti di ceramica del diametro di 60 cm.

Caleidoscopiche combinazioni cromatiche, come un “Sole nel piatto”, ispirate al ricordo infantile dei banchetti della casa di campagna dei nonni di Annamaria. Opere la cui bellezza arriva senza mediazioni. Senza tante parole per essere descritte.

Insieme alle ceramiche sono esposti mosaici costruiti con tessere di pregiati cartoni pressati e sculture in plexiglas che ritroviamo anche nel Museo Andersen a Villa Helene (a via Pasquale Stanislao Manici 20, quartiere Flaminio) casa studio del visionario artista norvegese, che aveva sognato una città ideale (World City: Città mondiale  che avrebbe dovuto sorgere nell’area di Fiumicino) di cui aveva disegnato le piante, i plastici e le sculture ornamentali (oggi conservati nel museo).

Un luogo incantato, con la bianca, abbagliante gipsoteca (i calchi in gesso di statue in bronzo, marmo e terracotta) al piano terreno. E al primo piano, lo spazio mostre contemporanee, che ospita (fino al 17 marzo prossimo) la seconda parte della mostra di Annamaria Russo. Dai ritratti e nature morte primi anni Settanta, ai collages realizzati con carte da parati recuperati da case anni Sessanta (dai colori caldi: rossi, ruggine, noisette, nero-e-oro).  Insieme alle avveniristiche sculture in plexiglas dalle suggestive iridescenze e opalescenze. E ancora i bei mosaici policromi di carta pressata, che ricordano le pavimentazioni in maiolica di palazzo Venezia a Roma. 

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