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Francia: vietato chiamare i prodotti a base vegetale con i nomi “bistecca” o “scaloppina”

Francia: vietato chiamare i prodotti a base vegetale con i nomi “bistecca” o “scaloppina”

K metro 0 – Parigi – Gli agricoltori d’Oltralpe non ne potevano più di termini come “prosciutto vegano”, “salsiccia vegana” o “pancetta vegetariana”, convinti che potessero confondere i consumatori. E così, un nuovo decreto pubblicato dal governo francese martedì 27 febbraio ha finalmente stabilito l’elenco delle denominazioni riservate ai prodotti di origine animale che non

K metro 0 – Parigi – Gli agricoltori d’Oltralpe non ne potevano più di termini come “prosciutto vegano”, “salsiccia vegana” o “pancetta vegetariana”, convinti che potessero confondere i consumatori. E così, un nuovo decreto pubblicato dal governo francese martedì 27 febbraio ha finalmente stabilito l’elenco delle denominazioni riservate ai prodotti di origine animale che non potranno essere applicate ai prodotti proteici di origine vegetale. Una misura invocata da tempo dall’industria animale e ora approvata.

Tutto aveva avuto inizio per la verità con la pubblicazione di un primo decreto nel giugno 2022, ma sospeso dal Consiglio di Stato. Il nuovo testo fa estrema chiarezza sul tema, stabilendo due liste di termini: una riservata ai prodotti di origine animale, l’altra a quelli contenenti poche proteine vegetali. Tra i termini così bannati per la designazione di prodotti alimentari contenenti proteine vegetali vi sono: “filetto, controfiletto, fesa, scaloppina, bistecca, scaloppina, prosciutto, fianchetto o costata.

Per fare chiarezza, in sostanza, alcuni termini possono sì essere utilizzati per i prodotti alimentari di origine animale, a condizione che contengano piccole quantità di proteine vegetali, cioè non superino una percentuale massima di materia vegetale. In altre parole, quando gli ingredienti vegetali “non sono utilizzati per sostituire gli alimenti di origine animale, ma sono aggiunti per completarli come parte dell’assemblaggio” specifica il testo del decreto.

Ad esempio, l’andouille, la pancetta, il chorizo, il cordon bleu, il jambonneau, i lardons, il pastrami, il pâté, le terrine, la rosetta e le salsicce (cotte, fritte, alla griglia, di Lorena, di Tolosa, d’Alsazia, di Lione, ecc.) Il contenuto massimo di proteine vegetali per questi ultimi va dallo 0,1% per un uovo intero liquido al 6% per una paupiette o al 5% per una salsiccia. Una salsiccia merguez può contenere fino al 2% di proteine vegetali. Rimane autorizzato l’uso di termini del regno animale per gli aromi.

Come si comporterà a questo punto la Francia con i prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea o in un Paese terzo?  Restano ancora autorizzati, conferma il governo nel testo che entrerà in vigore il prossimo maggio, tre mesi esatti dopo la pubblicazione. Intanto, è stabilito un periodo di transizione di un anno per lo smaltimento delle scorte esistenti. Previste, infine, multe salate per i trasgressori: dai 1.500 euro per i singoli ai 7.500 euro per le aziende.

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