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Mediterraneo, siccità “nuova normalità” a causa dei cambiamenti climatici?

Mediterraneo, siccità “nuova normalità” a causa dei cambiamenti climatici?

K metro 0 – Barcellona – Anche il Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione Ue nel suo ultimo rapporto ‘Siccità nel Mediterraneo – gennaio 2024’ lancia l’allarme per la scarsità di precipitazioni. “Temperature prolungate e superiori alla media, periodi caldi e precipitazioni scarse hanno già portato a “condizioni di grave siccità in pieno inverno”

K metro 0 – Barcellona – Anche il Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione Ue nel suo ultimo rapporto ‘Siccità nel Mediterraneo – gennaio 2024’ lancia l’allarme per la scarsità di precipitazioni. “Temperature prolungate e superiori alla media, periodi caldi e precipitazioni scarse hanno già portato a “condizioni di grave siccità in pieno inverno” nell’Italia meridionale, nella Spagna meridionale, nell’isola di Malta, in Marocco, Algeria e Tunisia. E le previsioni per il futuro di brevissimo termine non tendono a migliorare: “È prevista una primavera più calda nell’Italia meridionale, in Grecia, nelle isole del Mediterraneo e nell’Africa settentrionale”, con serie preoccupazioni per l’impatto sull’agricoltura, sugli ecosistemi, sulla disponibilità di acqua potabile e sulla produzione di energia.

Una situazione molto delicata, dunque, per il Vecchio Continente. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio europeo della siccità, circa il 17% del territorio dell’Ue sta affrontando gravi condizioni di siccità. All’inizio di febbraio, ad esempio, la Catalogna ha dichiarato l’emergenza siccità. Con i livelli dei serbatoi al 16% della capacità e l’assenza di pioggia in alcune aree da tre anni, le autorità hanno imposto restrizioni sulla quantità di “oro blu”che i residenti possono utilizzare. Ma la Spagna non è l’unico Paese a soffrire per l’esaurimento delle riserve idriche dell’Europa meridionale.

“Se guardiamo alle condizioni attuali, sulla base degli ultimi dati disponibili fino alla fine di gennaio, vediamo che molte aree della regione mediterranea sono già in condizioni di allerta o siccità”, afferma Andrea Toreti, coordinatore degli Osservatori europei e globali della siccità Copernicus. Ne riferisce Euronewsgreen.

L’Italia stessa non se la passa meglio, in particolare la Sicilia, con i livelli d’acqua dei bacini idrici in esaurimento. I funzionari hanno dichiarato che gennaio è stato il quinto mese consecutivo a registrare precipitazioni inferiori alla media del periodo. In totale, l’isola ha affrontato circa otto mesi di “aridità quasi totale”, secondo l’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche, e la seconda metà del 2023 sarà la più secca degli ultimi 100 anni.

In panne anche la Sardegna con alcuni bacini a meno del 50% della capacità. Le immagini satellitari del Servizio europeo per i cambiamenti climatici Copernicus di gennaio hanno rilevato chiaramente una significativa diminuzione del livello dell’acqua del Lago Alto del Flumendosa, che fornisce acqua dolce a gran parte della Sardegna orientale.

In diverse subregioni del centro dell’isola, le autorità locali hanno dovuto vietare l’uso dell’acqua per l’irrigazione il 12 gennaio. Anche gli agricoltori hanno lanciato l’allarme per l’emergenza idrica che si sta verificando nel resto della Sardegna. Nord Africa e Marocco ancora peggio: quest’ultimo è al suo sesto anno consecutivo di difficoltà nell’approvvigionamento idrico. Secondo i ministri dell’acqua e dell’agricoltura del Paese, le precipitazioni sono inferiori del 70% rispetto a un anno medio.

Possiamo dunque sperare in precipitazioni maggiori in Europa? Nelle regioni al momento colpite dalla siccità, le previsioni stagionali indicano temperature più calde del solito nei prossimi mesi. Se anche i livelli di precipitazioni fossero normali, le temperature anomale potrebbero rendere la situazione ancora più critica in tutto il Mediterraneo.  Da considerare anche il prezioso scioglimento della neve. Senza temperature abbastanza basse da permettere alla neve di cadere e di rimanere, il consueto scioglimento primaverile non potrà rifornire le riserve idriche.

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