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Portogallo, paradiso fiscale per molti francesi, ma non per molto

Portogallo, paradiso fiscale per molti francesi, ma non per molto

K metro 0 – Lisbona – Florent Pagny, Isabelle Adjani, Philippe Starck e gli eredi di Claude François. Ma anche artisti e start-up hanno seguito le loro orme, e così i pensionati e i lavoratori definiti ad “alto valore aggiunto”. Tutti loro si sono stabiliti in Portogallo per beneficiare di uno status specifico che consente

K metro 0 – Lisbona – Florent Pagny, Isabelle Adjani, Philippe Starck e gli eredi di Claude François. Ma anche artisti e start-up hanno seguito le loro orme, e così i pensionati e i lavoratori definiti ad “alto valore aggiunto”. Tutti loro si sono stabiliti in Portogallo per beneficiare di uno status specifico che consente loro di ridurre notevolmente il carico fiscale.

Da una decina d’anni, il Portogallo attrae un gran numero di francesi grazie alle sue misure fiscali davvero vantaggiose. A differenza del Lussemburgo o dei Paesi Bassi, si rivolge ai singoli individui piuttosto che ai grandi gruppi. E i risultati sono stati davvero spiazzanti. Tanto che l’economista americano Paul Krugman, premio Nobel nel 2008, ha descritto il Paese europeo qualche settimana fa una “specie di miracolo economico”.  

In dieci anni, infatti, il Portogallo, da moribondo che era è diventato una delle economie europee in più rapido sviluppo, con un tasso di crescita del 6,8% nel 2022 e del 2,2% nel 2023, rispetto alla media europea di circa lo 0,6%. Dietro questo “miracolo” c’è un aumento dell’attrattiva dovuto a un assortimento variegato di status fiscali pensati per conquistare i privati. Ne ha riferito Franceinfo.

L’idea, piuttosto che competere tra loro come fanno alcuni altri Paesi con basse aliquote fiscali sulle imprese, è stata quella di utilizzare la leva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche”, spiega la ricercatrice Rita de la Feria, specialista in diritto tributario presso l’Università di Leeds nel Regno Unito. Questo ha creato un effetto valanga”.

Il fenomeno prende il via dalla crisi del 2008, che ha lasciato il Paese in ginocchio. I consumi si erano fermati, i mutuatari non riuscivano a rimborsare le banche e la disoccupazione aveva raggiunto il record del 16% nel 2013. Ma soprattutto, “nel 2010 le banche portoghesi si sono ritrovate con uno stock di immobili del valore di sei miliardi di euro”, spiega Carlos Vinhas Pereira, presidente della Camera di Commercio franco-portoghese. Era necessario trovare un modo per vendere questo stock. Il Paese, preso in mano dalla “Troika” (Fondo monetario internazionale, Commissione europea e Banca centrale europea), ha così attuato 130 misure drastiche per rilanciare l’economia. Allo stesso tempo, il governo socialista ha scelto di attrarre capitali stranieri rivolgendosi ai privati, nella speranza di vendere, tra l’altro, questo enorme stock di proprietà.

I primi a rispondere all’appello sono stati i pensionati. Lo status di residente non abituale (RNH) consente a tutti gli ex dipendenti europei del settore privato di essere totalmente esenti da imposte per 10 anni, a condizione che vivano nel Paese per almeno metà dell’anno. Insomma, una manna dal cielo, unita a un costo della vita più basso in Portogallo che in Francia. Di conseguenza, la prima ondata di immigrati francesi è arrivata nel 2013. A questi si è aggiunta rapidamente un’altra categoria di espatriati: i lavoratori la cui professione può beneficiare dello status RNH. Si tratta di professioni intellettuali superiori, artisti, ricercatori, medici, ingegneri, ecc. che beneficiano di un’aliquota d’imposta sul reddito limitata al 20% per dieci anni. Sono inoltre previste esenzioni totali per gli artisti sui loro diritti d’autore e per gli imprenditori sui dividendi.

Uno status diverso è offerto ai non europei che desiderano investire in Portogallo. Fino a poco tempo fa, il “visto d’oro” dava loro un permesso di soggiorno di cinque anni, rinnovabile, a condizione che investissero in un immobile del valore di almeno 250.000 euro o avviassero un’attività nel Paese. Per ottenere questo status era sufficiente soggiornare in Portogallo per sette giorni all’anno. Visto il successo del programma, che nei primi otto anni ha fruttato al governo portoghese 5,5 miliardi di euro, il costo dell’investimento è stato aumentato a 500.000 euro. Brasiliani, asiatici e nordamericani sono stati i principali beneficiari di questo programma, che è stato infine sospeso nel 2023.

Nell’arco di un decennio, il Portogallo ha attirato una nuova popolazione. Si stima così che il numero di residenti francesi sia passato da circa 15.000 nel 2010 a oltre 80.000 oggi. L’ultima ondata di arrivi ha seguito la crisi sanitaria. Il massiccio sviluppo del telelavoro in alcune professioni ha spinto alcune famiglie a trasferirsi, anche in Portogallo.

Il fenomeno sta però cominciando ad allarmare i ricercatori, che hanno analizzato l’impatto di queste partenze sul bilancio nazionale. All’Università di Leeds, Rita de la Feria è rimasta sorpresa dai risultati dello studio condotto insieme alla collega Giorgia Maffini. “Poiché le persone che emigrano sono quelle con i redditi più alti, la loro partenza incide sulle risorse del Paese d’origine. Questo ha conseguenze importanti, anche se il numero di partenze è basso, perché queste persone sono tra quelle che introitano di più in termini di tasse”. “Per il Regno Unito, ad esempio, abbiamo calcolato che 140.000 partenze sarebbero sufficienti a far perdere al Paese miliardi di euro”, spiega ancora la ricercatrice. Questo calcolo si applicherebbe anche ad altri Paesi europei. Questa politica fiscale aggressiva viene attuata in Portogallo, ma anche in altri Paesi come Grecia, Croazia e Spagna.

Dopo le persone fisiche, hanno seguito l’esempio le aziende, in particolare quelle dell’indice CAC40. Le condizioni fiscali in Portogallo sono relativamente simili a quelle francesi per un’azienda, ma il Paese ha un altro vantaggio: i salari bassi. Dopo anni di ripresa economica folgorante, i lavoratori portoghesi si trovano però ad affrontare un nuovo problema. L’arrivo delle classi agiate ha fatto raddoppiare i prezzi degli immobili nelle regioni di Lisbona, Porto e Algarve.

Ma la situazione sta cambiando. Se il rapporto debito/PIL del Portogallo era superiore al 130%, dovrebbe scendere sotto il 100% entro il 2024. Ora che il Paese ha raggiunto il successo economico, il governo sta riducendo le agevolazioni fiscali. Il “visto d’oro” non esiste più. Lo status di residente non abituale (RNH) è stato abolito per i pensionati. Per quanto riguarda i lavoratori ad “alto valore aggiunto”, l’elenco degli aventi diritto è ora limitato a insegnanti e ricercatori. Un nuovo status consentirà alle persone di essere tassate solo per metà del loro reddito, fino a un limite di 250.000 euro all’anno, se si trasferiscono o ritornano in Portogallo.

Queste misure, in fase di preparazione, non saranno adottate prima della fine dell’attuale crisi politica del Paese. Il prossimo governo sarà eletto nel marzo 2024. Solo allora sarà chiaro se il Paese sta davvero cambiando direzione.

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