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Israele, Gallant: “Ciò che facciamo a Gaza, sappiamo come farlo a Beirut”

Israele, Gallant: “Ciò che facciamo a Gaza, sappiamo come farlo a Beirut”

K metro 0 – Tel Aviv – Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant non ha escluso un eventuale attacco a Beirut. In risposta alla domanda di una giornalista che voleva sapere quale fosse la linea rossa di Israele agli Hezbollah in seguito ai loro continui attacchi contro l’Alta Galilea, Gallant ha risposto: ”Se sentirete

K metro 0 – Tel Aviv – Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant non ha escluso un eventuale attacco a Beirut. In risposta alla domanda di una giornalista che voleva sapere quale fosse la linea rossa di Israele agli Hezbollah in seguito ai loro continui attacchi contro l’Alta Galilea, Gallant ha risposto: ”Se sentirete che abbiamo attaccato Beirut, comprenderete che Nasrallah ha oltrepassato quella linea”.

Secondo Gallant, che ha fatto una visita lampo ai militare schierati vicino al confine con il Libano. “Se (il Libano, ndr) commette questo tipo di errori, coloro che ne pagheranno il prezzo in primo luogo sono i cittadini del Libano. Ciò che facciamo a Gaza, sappiamo come farlo a Beirut”, ha detto il ministro, spiegando che “finora non è stato utilizzato neanche il 10 per cento della forza dell’aeronautica israeliana a Gaza”.

Il settore del turismo sta registrando i danni più significativi in Libano, Egitto e Giordania, Paesi per i quali si prevede una diminuzione della crescita del prodotto interno lordo (Pil). È quanto si apprende da un rapporto pubblicato da Standard and Poor’s, nel quale si legge che “il settore del turismo in Medio Oriente e in Nord Africa subirà le ripercussioni della guerra” tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas nella striscia di Gaza. “Oltre alle perdite catastrofiche in termini di vite umane e agli ingenti danni alle infrastrutture, il conflitto tra Israele e Hamas avrà impatto sulle economie di altre aree del Medio Oriente e del Nord Africa”, si legge nel rapporto, secondo il quale tra i Paesi della regione “Libano, Egitto e Giordania sono i più vulnerabili ai danni a causa della loro vicinanza geografica e della possibilità di un allargamento del conflitto”. Per quanto riguarda i paesi del Golfo, la Turchia e l’Iraq, secondo il rapporto, “è improbabile che l’impatto sui flussi turistici sia significativo, secondo il nostro attuale scenario base”.

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