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Medio Oriente: Tajani, il pericolo è allargamento conflitto in Libano

K metro 0 – Agenzia Nova – Roma  – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, questa mattina volerà in Israele e in Giordania per rinnovare il sostegno dell’Italia e portare l’attenzione del governo sui tre connazionali che Hamas potrebbe aver preso in ostaggio. Ma chiede anche, all’opinione pubblica, di “non confondere Hamas con i palestinesi”.

K metro 0 – Agenzia Nova – Roma  – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, questa mattina volerà in Israele e in Giordania per rinnovare il sostegno dell’Italia e portare l’attenzione del governo sui tre connazionali che Hamas potrebbe aver preso in ostaggio. Ma chiede anche, all’opinione pubblica, di “non confondere Hamas con i palestinesi”. “La Palestina – spiega Tajani alla “Stampa” – è una cosa diversa. Il popolo palestinese è una vittima di Hamas”. Il tono è preoccupato. Il pericolo maggiore, più imminente, “è quello di un allargamento del conflitto in Libano”, ma guardando più in là, nel lungo periodo, “si deve soprattutto evitare una frattura tra l’Occidente e il mondo arabo”. Questa divisione, sottolinea il ministro, “è esattamente quel che vuole Hamas. Vuole proseguire questa guerra per tagliare i ponti che si stavano costruendo tra il mondo arabo moderato e Israele. Noi dobbiamo lavorare nella direzione opposta”. Si tratta di “isolare i terroristi”. Dobbiamo far capire che c’è un popolo arabo diverso, che non ha niente a che fare con loro. Si deve tornare a lavorare alla soluzione dei ‘due popoli, due Stati'”. Una formula che molti analisti considerano, dopo i fatti di questi giorni, definitivamente archiviata. “Domani mattina sarebbe inutile proporla, questo è chiaro. Ma quello dev’essere il nostro obiettivo. Io continuerò a lavorare in quella direzione”. Il ministro spiega inoltre che il centrodestra chiede di fermare i fondi europei per i palestinesi “perché bisogna bloccare i soldi che vanno ad Hamas. Dobbiamo fermare anche i fondi che indirettamente finiscono nelle tasche dei terroristi e di quelle associazioni che finanziano iniziative antisemite. Bisogna fare controlli severi perché neanche un euro finisca per foraggiare il terrorismo o possa aiutare chi mette in discussione il diritto all’esistenza di Israele”.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu propone di costruire un’alleanza contro Hamas, come quella che nacque per combattere l’Isis: “Un’alleanza contro il terrorismo può e deve esserci, ma deve vedere coinvolti anche i Paesi arabi. Non è una questione che può riguardare solo l’Occidente. Quando parliamo di Hamas, parliamo di una ridotta minoranza di violenti e criminali”. L’Algeria, il nostro principale fornitore di gas, li supporta. Può diventare un problema: “Ho parlato con il ministro algerino e continuiamo ad avere buoni rapporti. Dobbiamo far sì che non si creino divisioni tra l’Occidente e il mondo arabo. Conto molto, in questo senso, sul lavoro diplomatico che possono fare Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Marocco, Emirati Arabi, Turchia, Qatar”. Tajani ha più volte indicato l’Egitto come un importante mediatore, ma il presidente al-Sisi chiede che non sia solo il Cairo ad aprire le porte ai profughi palestinesi, mentre Hamas rifiuta l’offerta di un corridoio umanitario verso l’Egitto: “L’interesse di Hamas è quello di far naufragare qualunque accordo. Vuole una reazione di Israele e usa i cittadini palestinesi come scudi umani. È gravissimo. Rifiutare la proposta egiziana è la dimostrazione del fatto che ha provocato tutto questo per minare qualunque ipotesi di dialogo che si stava costruendo tra i Paesi arabi e Israele. Dobbiamo fare in modo che questo disegno fallisca e che si torni a lavorare per la pace”.

Il primo passo da compiere per una de-escalation è “la liberazione degli ostaggi civili, a partire da donne, bambini, anziani, persone fragili”. Tra gli ostaggi ci sono anche tre italiani: “Da quel che sappiamo potrebbero essere ostaggio di Hamas. Ancora non abbiamo loro notizie. Siamo in contatto con le famiglie e tra poche ore sarò in Israele anche per questo. Sto facendo tutto il possibile”. L’Europa deve fare di più: “L’Europa deve lavorare per la pace e deve farsi sentire”. L’ex ministra degli Esteri Emma Bonino sostiene che la decisione di Netanyahu di tagliare acqua, cibo ed elettricità a tutta Gaza sia un crimine di guerra: “Il crimine di guerra – replica il ministro – è decapitare i bambini. Quelli sono delitti efferati. I terroristi di Hamas non sono diversi dai nazisti. Sono dei vigliacchi. Un militare non decapiterebbe un bambino di due mesi. E poi continuano a piovere razzi da Gaza. Hamas deve smettere di lanciare missili contro Israele, altrimenti è ovvio che ci sia una reazione”, ha concluso Tajani.

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