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Germania, Regno Unito e Francia mantengono le sanzioni nucleari sull’Iran

Germania, Regno Unito e Francia mantengono le sanzioni nucleari sull’Iran

K metro 0 – Londra – Regno Unito, Francia e Germania manterranno le sanzioni sull’Iran per dissuadere Teheran dal vendere droni e missili alla Russia. Fonti diplomatiche europee hanno difatti affermato che la decisione è stata dettata non solo dal desiderio di impedire all’Iran di guadagnarci, ma anche per ridurre la possibilità che Teheran trasferisca missili

K metro 0 – Londra – Regno Unito, Francia e Germania manterranno le sanzioni sull’Iran per dissuadere Teheran dal vendere droni e missili alla Russia. Fonti diplomatiche europee hanno difatti affermato che la decisione è stata dettata non solo dal desiderio di impedire all’Iran di guadagnarci, ma anche per ridurre la possibilità che Teheran trasferisca missili balistici alla Russia, riferisce la Bbc.

Teheran ha difatti già venduto a Mosca molti droni già utilizzati contro l’Ucraina. Il Regno Unito, la Francia e la Germania hanno dichiarato che le sanzioni sono state concepite “per mantenere le misure relative alla proliferazione nucleare sull’Iran, così come gli embarghi sulle armi e sui missili”.

Nel 2015 l’Iran aveva accettato un accordo sul nucleare, noto come Piano d’azione congiunto globale (JCPOA), con un gruppo di potenze mondiali note come P5+1 – Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina, Russia e Germania e, secondo i termini, alcune sanzioni sarebbero state revocate il mese prossimo.

In base al patto, l’Iran ha accettato di limitare le sue attività nucleari sensibili e di consentire l’ingresso di ispettori internazionali in cambio dell’abolizione di pesanti sanzioni economiche. La convenzione vieta così a chiunque di acquistare, vendere o trasferire droni e missili da e verso l’Iran.

Nonostante le sanzioni, però, molti droni prodotti in Iran sono stati utilizzati dalla Russia nella sua guerra contro Kiev. Il Regno Unito ha, tra l’altro, annunciato a parte sanzioni contro i funzionari responsabili della stesura e dell’attuazione della legislazione iraniana sull’hijab obbligatorio, tra cui il ministro della Cultura e il sindaco della capitale Teheran.

L’Iran afferma che questa decisone dei tre paesi europei è “illegale e provocatoria” e che ha “chiaramente violato” i termini dell’accordo nucleare. Le potenze europee – note collettivamente come E3 – hanno annunciato che incorporeranno le sanzioni ONU in scadenza nelle proprie leggi.

L’accordo prevedeva un “giorno di transizione” otto anni dopo, quando le rimanenti sanzioni sui missili balistici e sul nucleare sarebbero state revocate. Sanzioni che includevano anche il congelamento dei beni di una lista di persone e organizzazioni ritenute in grado di contribuire al progresso del programma nucleare.

Paesi come la Russia e la Cina non saranno più vincolati dalle restrizioni se non adotteranno sanzioni simili a quelle di Regno Unito, Francia e Germania prima del 18 ottobre.

L’E3 ha dichiarato che le sanzioni rimarranno in vigore finché Teheran non sarà “pienamente conforme” all’accordo e che la decisione è conforme al JCPOA, in quanto l’Iran ha “rifiutato per due volte l’opportunità di rientrarci” e ha “continuato a espandere il suo programma oltre le limitazioni e senza alcuna giustificazione civile credibile”. Donald Trump ha ritirato unilateralmente gli Stati Uniti dal JCPOA nel 2018.

La decisione arriva prima del primo anniversario della morte di Mahsa Amini, una giovane donna curdo-iraniana, deceduta mentre era in stato di fermo dopo essere stata arrestata dalla polizia proprio per aver indossato il velo in modo scorretto. La sua uccisione aveva dato il via a un’ondata di proteste.

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Nizar Ramadan
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