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Dopo i casi di rogo, il Corano infiamma la politica di Svezia e Danimarca

Dopo i casi di rogo, il Corano infiamma la politica di Svezia e Danimarca

K metro 0 – Copenaghen – In Danimarca e Svezia dei gruppi islamofobi hanno bruciato copie del Corano (libro sacro dell’Islam), durante proteste pubbliche, giustificando il loro vile atto come ‘libertà di espressione’, e attuando una campagna di odio e disinformazione. Intanto i due Paesi scandinavi, nei quali è scattato l’allarme anti terrorismo,  stanno rafforzando

K metro 0 – Copenaghen – In Danimarca e Svezia dei gruppi islamofobi hanno bruciato copie del Corano (libro sacro dell’Islam), durante proteste pubbliche, giustificando il loro vile atto come ‘libertà di espressione’, e attuando una campagna di odio e disinformazione.

Intanto i due Paesi scandinavi, nei quali è scattato l’allarme anti terrorismo,  stanno rafforzando le misure di sicurezza contro il rischio di attentati, mentre la politica sta cercando di preservare le relazioni internazionali, in particolare con i Paesi islamici, e trovare un compromesso politico interno che permetta di conciliare la libertà di espressione con il rispetto di ogni forma di religione.

Durante un’intervista per il settimanale Weekendavisen, infatti, il primo ministro danese Mette Frederiksen ha condannato gli episodi di rogo del  Corano, affermando che: “vietare la profanazione di libri sacri non limiterebbe la libertà di espressione”.

Intervistato da un quotidiano degli Emirati Arabi, Papa Francesco aveva condannato quanto avvenuto a fine giugno in Svezia. “qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”.

Intanto, dopo l’iniziale difesa del rogo del Corano in nome della libertà di opinione, il governo svedese ha preso le distanze da quello che ha definito un gesto islamofobico. 

I responsabili di questi avvenimenti sono islamofobi, e tra loro, il gruppo ultranazionalista Danske Patrioter, che ha bruciato diverse copie davanti alle ambasciate turche, irachene, egiziane, saudite e iraniane. Le forze politiche danesi oggi stanno valutando con attenzione i passi legislativi da compiere.

“Questo gravissimo gesto di disprezzo e di odio, che comprensibilmente ha suscitato la reazione di fedeli musulmani a vari livelli, non colpisce soltanto i musulmani di Svezia e del mondo, ma rappresenta un’offesa arrogante al sentimento religioso a prescindere dall’appartenenza specifica; i testi sacri in quanto tali sono infatti un valore dell’umanità e per l’umanità indipendentemente dall’esperienza di fede e dalla pratica religiosa. Rappresenta inoltre un attacco alla democrazia ed ai diritti umani fondamentali in quanto abusa della libertà di espressione distorcendola a fini militanti violenti”, riporta la nota di Religion for Peace, inviata al direttore di Kalima.

Resta alta la tensione tra i due Paesi scandinavi e il mondo islamico, che minaccia di “rompere le relazioni” con entrambi i Paesi, nel caso di nuovi roghi del Sacro Corano.

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Nizar Ramadan
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