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UK, l’inflazione scende ai minimi da oltre un anno

K metro 0 – Londra – Secondo l’Office for National Statistics, il tasso di inflazione nel Regno Unito è sceso al 7,9% nell’anno fino a giugno. Ciò significa che il tasso di aumento dei prezzi nel Regno Unito è rallentato più del previsto, scendendo dall’8,7% di maggio. Rimane tuttavia ancora elevato. L’inflazione è ora ai

K metro 0 – Londra – Secondo l’Office for National Statistics, il tasso di inflazione nel Regno Unito è sceso al 7,9% nell’anno fino a giugno. Ciò significa che il tasso di aumento dei prezzi nel Regno Unito è rallentato più del previsto, scendendo dall’8,7% di maggio. Rimane tuttavia ancora elevato.

L’inflazione è ora ai minimi da oltre un anno, dopo mesi in cui si era mantenuta intorno allo stesso livello. Alla diminuzione ha contribuito il calo dei prezzi dei carburanti, mentre i prodotti alimentari sono aumentati meno rapidamente rispetto al giugno dello scorso anno, sempre secondo l’ONS.

L’inflazione è dunque in lenta discesa dopo il picco dell’11,1% del 2022, ma rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2%, facendo così salire i tassi di interesse. In risposta agli ultimi dati, il Cancelliere Jeremy Hunt ha dichiarato che il governo punta a dimezzare l’inflazione entro il 2023.

Cosa succede nella vita quotidiana del Regno Unito? La Bbbc ha interpellato gente comune ed economisti. “Non abbiamo altra scelta se non quella di aumentare i prezzi”, ha dichiarato una parrucchiera di Chesterfield, precisando a che l’aumento del costo delle tinture per capelli e di altre scorte sta “paralizzando il settore”.

L’economista Mohamed El-Erian sostiene che ci sono diverse ragioni per cui l’inflazione è più alta nel Regno Unito rispetto ad altri Paesi. Il presidente del Queens’ College di Cambridge e consulente economico capo di Allianz, ha dichiarato al programma Today della BBC Radio 4 che il Regno Unito ha interrotto le sue catene di approvvigionamento “cambiando le nostre relazioni internazionali attraverso la Brexit”.

Ha poi precisato: “Anche la produttività è in ritardo, il che significa che la parte flessibile non risponde altrettanto velocemente all’aumento dei prezzi”. Il Regno Unito ha dunque una “resistenza ai salari reali” e una tendenza a “scioperare ogni volta che i nostri salari vengono erosi, comprensibilmente”. Infine, sempre secondo l’esperto, la banca centrale “ha sbagliato a definire l’inflazione come transitoria e ha reagito più tardi di quanto avrebbe dovuto”.

Quali progressi ha fatto comunque il premier nell’impegno a dimezzare l’inflazione? Impegno in cima alla lista delle sue cinque priorità.

L’inflazione è stata del 10,7% nel periodo di tre mesi tra ottobre e dicembre 2022, il che significa che il governo mira a ridurre l’inflazione al 5,3%. Quando il premier ha dichiarato le sue intenzioni, a gennaio, molti esperti si aspettavano già un calo dell’inflazione nel Regno Unito.

Ma i prezzi hanno continuato a crescere dopo la promessa, e l’inflazione non è scesa come previsto tra aprile e maggio, rimanendo all’8,7%. Tuttavia, a giugno è scesa al 7,9%, il livello più basso da oltre un anno.

Interessante la testimonianza di Caroline Rice, un’attivista per la sicurezza sociale della contea di Fermanagh, intervenuta dopo che il Centre for Progressive Policy ha pubblicato un rapporto che evidenzia le risposte alla crisi del costo della vita da parte di Irlanda del Nord, Scozia e Galles. Il rapporto afferma che una serie di fattori ha contribuito alla crisi del costo della vita in Irlanda del Nord, tra cui l’assenza di un esecutivo nordirlandese, la dipendenza dal gasolio per il riscaldamento domestico e l’aumento degli affitti nel settore privato. “È difficile, guardo già all’inverno e penso: come faccio a trovare 200 sterline da mettere nel serbatoio? Ho l’auto da riparare, quando potrò avere questi soldi? Insomma, è un continuo rimescolare i soldi da un mese all’altro per vedere se ne hai abbastanza anche solo per comprare l’olio”.

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