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India: scontri durante elezioni nel Bengala Occidentale, 13 morti

India: scontri durante elezioni nel Bengala Occidentale, 13 morti

K metro 0 – New Delhi – Il ministro dell’Unione Anurag Thakur sabato, ha messo in dubbio il “silenzio” del leader del Congresso Rahul Gandhi e di altri leader dell’opposizione sulle violenze che si sono verificati nel Bengala occidentale durante le elezioni per rinnovare i consigli rurali (“panchayat”). “Picchiare persone, esplosioni di bombe e incendi

K metro 0 – New Delhi – Il ministro dell’Unione Anurag Thakur sabato, ha messo in dubbio il “silenzio” del leader del Congresso Rahul Gandhi e di altri leader dell’opposizione sulle violenze che si sono verificati nel Bengala occidentale durante le elezioni per rinnovare i consigli rurali (“panchayat”). “Picchiare persone, esplosioni di bombe e incendi diventano eventi comuni”, ha affermato Thakur, un alto leader del BJP.

È di almeno tredici morti il bilancio degli scontri nello stato indiano del Bengala Occidentale. Incidenti che si sarebbero verificati a seguito dell’uccisione di un esponente del partito Bharatiya Janata, incaricato di seguire il processo elettorale. Tra le altre vittime si contano anche cinque esponenti dell’All India Trinamool Congress (Tmc), al governo nella regione, uno del Partito comunista dell’India, uno del Congresso e un sostenitore di un candidato indipendente. Candidati e rappresentanti dei diversi partiti stanno in queste ore scambiandosi accuse sull’origine delle tensioni. Dalle elezioni in programma oggi dovranno uscire i titolari di 73.897 seggi in organi di vario livello. Il voto è significativo per il coinvolgimento di tutti i distretti e perché si tratta dell’ultimo test elettorale prima delle elezioni politiche dell’anno prossimo. L’All India Trinamool Congress (Tmc) presieduto da Mamata Banerjee, capo del governo statale, all’opposizione a livello centrale, ottenne nel 2018 quasi il 90 per cento dei seggi. La campagna elettorale, che si è chiusa ieri, è stata segnata da diversi episodi di violenza in cui in un mese hanno perso la vita 17 persone. Le forze di sicurezza centrali resteranno nello Stato per dieci giorni dopo il voto.

Il “Panchayati Raj” è un sistema di governo che ha una lunga tradizione e che (diversamente da altri) è stato riconosciuto e formalizzato con un emendamento costituzionale nel 1992. Il sistema riceve finanziamenti sia dall’amministrazione centrale che da quelle statali e si articola in tre livelli: di villaggio (gram panchayat), di blocco (panchayat samiti) e di distretto (zila parishad). Il livello intermedio, di collegamento tra villaggio e distretto, si occupa dall’attuazione dei programmi di sviluppo per l’agricoltura e le infrastrutture; dell’istituzione di presidi sanitari e scuole primarie; della distribuzione di acqua potabile; della manutenzione stradale; della promozione di piccole industrie, cooperative e organizzazioni giovanili. Le funzioni di livello distrettuale hanno per oggetto i servizi essenziali per la popolazione; la fornitura di sementi e l’informazione sulle tecniche agricole; l’istituzione di scuole e biblioteche; i piani di sviluppo per caste e tribù; l’industria; il mercato del lavoro; la rete viaria.

Il Bengala Occidentale, capitale Calcutta, si trova nel nord-est dell’India ed è stato istituito nel 1950. Fa parte della regione etno-linguistica del Bengala, culla del movimento di indipendenza dall’impero britannico, divisa nel 1947 in Bengala Occidentale, appartenente all’India, e Bengala Orientale, dapprima del Pakistan e più tardi divenuto indipendente come Bangladesh. È il quarto Stato dell’India per popolazione, con oltre 91 milioni di abitanti, e il sesto per prodotto interno lordo, con un’economia prevalentemente agricola. Il suo territorio si estende da nord a sud dall’Himalaya al Golfo del Bengala ed è pertanto molto vario per flora e fauna. I parchi nazionali sono cinque, tra i quali quello delle Sundarbans, le foreste di mangrovie, celebre per la tigre del Bengala e riconosciuto come Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

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Joseph Villeroy
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