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Tunisia, segnali di repressione contro i media, condannato un giornalista a 5 anni

Tunisia, segnali di repressione contro i media, condannato un giornalista a 5 anni

K metro 0 – Tunisi – Una corte d’appello tunisina ha condannato il giornalista Khalifa Guesmi, a una pena detentiva di cinque anni per aver diffuso i dettagli di un’operazione antiterrorismo e aver rifiutato di rivelare le sue fonti. Guesmi era stato arrestato e trattenuto per una settimana nel marzo dello scorso anno, dopo che

K metro 0 – Tunisi – Una corte d’appello tunisina ha condannato il giornalista Khalifa Guesmi, a una pena detentiva di cinque anni per aver diffuso i dettagli di un’operazione antiterrorismo e aver rifiutato di rivelare le sue fonti. Guesmi era stato arrestato e trattenuto per una settimana nel marzo dello scorso anno, dopo che l’emittente online Radio Mosaique aveva pubblicato un servizio sullo smantellamento di una “cellula terroristica” e l’arresto dei suoi membri, riferiscono i media.

Il sindacato nazionale dei giornalisti SNJT ha affermato che la pena detentiva “minaccia la libertà dei giornalisti e danneggia l’immagine della Tunisia. È un messaggio politico che testimonia un’accelerazione della punizione dei media e dei giornalisti, per intimidirli attraverso l’apparato giudiziario”. Inoltre più di 30 gruppi per i diritti del mondo dell’informazione, hanno condannato la sentenza preoccupati per quella che definiscono una crescente repressione del dissenso, che arriva nell’aggravarsi delle tensioni sociali e dei problemi economici nel Paese.

L’avvocato difensore di Guesmi, ha detto che farà appello alla più alta Corte tunisina.  La sentenza viene considerata la peggiore condanna contro un giornalista in Tunisia da quando la rivoluzione della primavera araba del 2011, vide espellere il corrotto autocrate Bin Ali inaugurando una nuova stagione democratica che sembrava garantire una maggiore libertà dei media.

Guesmi era stato condannato a un anno di reclusione da un tribunale di primo grado. I giudici dell’antiterrorismo presso la corte d’appello di Tunisi lunedì hanno confermato la condanna e inasprito la pena a cinque anni, ha detto Guesmi in un post su Facebook martedì.

Il giornalista è stato condannato per aver divulgato intenzionalmente – secondo l’accusa – informazioni sensibili sulla sicurezza in un articolo sugli arresti dell’antiterrorismo nella regione di Kairouan, dove lavora; e poi, riferisce l’avvocato Rahal Jalleli, per aver rifiutato di rivelare le sue fonti.

Jalleli ha definito la decisione della corte d’appello “ingiusta”. Parlando a Mosaique FM, una stazione radio privata tunisina, ha detto che la fonte delle informazioni era un funzionario della sicurezza che, riporta l’Ap, a sua volta è stato giudicato colpevole e condannato a 10 anni di carcere.

Il presidente del sindacato SNJT Yassine Jelassi ha definito la sentenza una “vergogna per lo stato tunisino”, ricordando che 20 giornalisti stanno attualmente affrontando procedimenti giudiziari legati al loro lavoro.

Infatti, oggi il sindacato ha indetto un sit-in di protesta per difendere la libertà dei media e i valori della rivolta a favore della democrazia.

Intanto, Lunedì, un altro tribunale ha condannato il leader islamista moderato tunisino Rached Ghannouchi a un anno di prigione per aver chiamato tiranni gli agenti di polizia, in quello che il suo partito ha definito un processo farsa.

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