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Thailandia, l’opposizione è in testa nel conteggio dei voti

Thailandia, l’opposizione è in testa nel conteggio dei voti

K metro 0 – Bangkok – Il malcontento nei confronti del governo conservatore è eclatante: il principale partito di opposizione della Thailandia è difatti già in vantaggio con la sola metà dei voti scrutinati alle elezioni generali di domenica 14 maggior Un’occasione cruciale per il cambiamento dopo che il primo ministro in carica Prayuth Chan-ocha

K metro 0 – Bangkok – Il malcontento nei confronti del governo conservatore è eclatante: il principale partito di opposizione della Thailandia è difatti già in vantaggio con la sola metà dei voti scrutinati alle elezioni generali di domenica 14 maggior Un’occasione cruciale per il cambiamento dopo che il primo ministro in carica Prayuth Chan-ocha è salito al potere con un colpo di stato del 2014. Ne parla Associated Press.

Il Pheu Thai Party è risultato finora in testa con il 23% dei 400 seggi contesi nella corsa diretta per la Camera dei Rappresentanti e con una quota del 21% dei seggi assegnati in uno scrutinio separato a livello nazionale per i 100 membri eletti con rappresentanza proporzionale.

Un buon segno per la democratizzazione, secondo Saowanee T. Alexander, professore all’Università di Ubon Ratchathani, nel nord-est della Thailandia. “Questa è la gente che dice di volere un cambiamento, che non ce la fan più, è molto frustrata. Vogliono un cambiamento e potrebbero ottenerlo”.

Tuttavia, egli ha avvertito che la situazione rimane “molto imprevedibile” e che la Commissione elettorale potrebbe influenzare unilateralmente i risultati. In passato, ha difatti usato la sua autorità per squalificare i partiti dell’opposizione o per paralizzare in altro modo le sfide all’establishment conservatore. Il partito di opposizione Move Forward è arrivato secondo, con il 21% dei seggi elettorali e il 24% per la lista di partito. Il partito United Thai Nation di Prayuth si è piazzato al sesto posto nel voto elettorale con l’8% del totale, ma al terzo posto nelle preferenze di partito con il 10%. I tre partiti sono stati considerati i più probabili alla guida di un nuovo governo.

Sulla base dei dati parziali, si prevedeva che il Pheu Thai avrebbe conquistato 116 seggi nel voto circoscrizionale, il Move Forward 113 e lo United Thai Nation 19. Il Pheu Thai, guidato da Paetongtarn Shinawatra, era stato ampiamente previsto che avrebbe ottenuto almeno una buona maggioranza nella Camera bassa, composta da 500 membri, dove 400 legislatori sono eletti direttamente.

A Prayuth sono state duramente contestate l’economia in affanno, le carenze nell’affrontare la pandemia e l’aver ostacolato le riforme democratiche, un punto particolarmente dolente per gli elettori più giovani. Ma chi sarà a capo del prossimo governo non sarà deciso solo dal voto di oggi. Il primo ministro sarà scelto solo a luglio in una sessione congiunta della Camera e del Senato con 250 seggi. Il vincitore dovrà ottenere almeno 376 voti e nessun partito è in grado di farlo da solo. Il Pheu Thai è l’ultimo di una serie di partiti legati al miliardario populista Thaksin Shinawatra, spodestato come primo ministro da un colpo di stato dell’esercito nel 2006.

Il Pheu Thai ha vinto il maggior numero di seggi alle ultime elezioni del 2019, ma il suo acerrimo rivale, il partito Palang Pracharath, sostenuto dai militari, è riuscito a mettere insieme una coalizione con Prayuth come primo ministro. Il partito ha fatto affidamento sul sostegno unanime del Senato, i cui membri sono stati nominati dal governo militare dopo il colpo di Stato di Prayuth e condividono la sua visione conservatrice.

Prayuth è in corsa per la rielezione, anche se quest’anno i militari hanno diviso il loro sostegno tra due partiti. Prayuth è sostenuto dal Partito della Nazione Thailandese Unita; il suo vice primo ministro, Prawit Wongsuwan, un altro ex generale, è il portabandiera di Palang Pracharath.

Secondo gli analisti, dopo le elezioni di domenica il Pheu Thai dovrà muoversi con cautela nella scelta dei possibili partner di coalizione. Anche il suo compagno ideologico, il Move Forward Party, sta cercando di tarpare le ali ai militari. Nel conteggio incompleto dei voti, era in testa in 30 delle 33 circoscrizioni di Bangkok. Ma il suo esplicito sostegno a riforme minori della monarchia, pur conquistando gli elettori più giovani, inimica i conservatori per i quali l’istituzione è sacrosanta e spaventa altri possibili partner di coalizione.

Molti ritengono che il Pheu Thai potrebbe cercare un partner nella direzione opposta, stringendo un accordo con il partito Palang Pracharath e il suo leader, Prawit, meno associato al colpo di Stato del 2014 e alla linea dura perseguita da Prayuth.

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