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Ex funzionari Usa invitano Biden ad evitare di normalizzare relazioni con il regime di Assad

Ex funzionari Usa invitano Biden ad evitare di normalizzare relazioni con il regime di Assad

K metro 0 – Agenzia Nova – Washington – Un gruppo di ex funzionari ed esperti statunitensi di Siria ha inviato una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e al segretario di Stato, Antony Blinken, chiedendo all’amministrazione di evitare qualsiasi azione volta a favorire la normalizzazione delle relazioni con il regime di Bashar

K metro 0 – Agenzia Nova – Washington – Un gruppo di ex funzionari ed esperti statunitensi di Siria ha inviato una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e al segretario di Stato, Antony Blinken, chiedendo all’amministrazione di evitare qualsiasi azione volta a favorire la normalizzazione delle relazioni con il regime di Bashar al Assad. Tra i firmatari della lettera figurano tra gli altri, gli ex inviati speciali Usa per la Siria Frederic Hof, James Jeffrey and Joel Rayburn; l’ex capo del Comando centrale Usa, il generale Kenneth McKenzie; l’ex direttore della Cia, John McLaughlin; e l’ex vice inviato speciale per la Coalizione globale contro lo Stato islamico, William Roebuck.

Nella lettera, i firmatari sottolineano le loro preoccupazioni in merito alla strategia portata avanti dall’amministrazione Biden nei confronti della Siria, dove una brutale guerra civile è in corso dal 2011. “La normalizzazione incondizionata del regime non è inevitabile”, si legge nella lettera. “Opporsi alla normalizzazione nei confronti del regime solo a parole non è abbastanza, consentirla tacitamente è miope e danneggia qualsiasi speranza di sicurezza e stabilità regionale”, affermano gli autori della lettera. In precedenza, Biden aveva indicato che gli Stati Uniti non avrebbero normalizzato le relazioni con la Siria e che non avrebbero incoraggiato i propri partner o altri Paesi a farlo. La lettera giunge mentre si fa strada la sensazione tra molti esperti che Assad venga lentamente accolto nella comunità internazionale da parte di leader regionali e anche al di fuori del Medio Oriente.

Nella lettera, i firmatari hanno inoltre posto in risalto la necessità di giungere a un formale cessate il fuoco nel Paese, che, secondo gli autori della missiva, potrebbe consentire uno sforzo più coordinato ed efficiente in termini di aiuti, favorendo il processo politico. “Qualsiasi normalizzazione con il regime di Assad potrebbe erodere le capacità della comunità internazionale di plasmare un processo politico volto a risolvere in modo significativo la crisi”.

La lettera include inoltre anche una serie di raccomandazioni per l’amministrazione Usa, come una strategia alternativa per gli aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal terremoto del febbraio che ha interessato soprattutto le regioni settentrionali vicino al confine con la Turchia. Inoltre, i firmatari raccomandano l’aumento delle pressioni sui governi di altri Paesi affinché rimpatrino le migliaia di loro cittadini che hanno combattuto al fianco dello Stato islamico e che ora sono detenuti, con le loro famiglie, nei centri di detenzione gestiti dalle Forze democratiche siriane (Fds), il gruppo di milizie curdo-arabe alleate degli Stati Uniti.

Intervistato dal quotidiano britannico “The Guardian”, l’analista e docente universitario emiratino, Abdulkhaled Abdulla, ha osservato che l’approccio regionale alla Siria differisce da quello di Stati Uniti ed Europa e che alla fine porterà a un processo di riavvicinamento con Damasco. Secondo Abdullah, il riavvicinamento porterà benefici nella regione, perché “una maggiore presenza araba probabilmente si tradurrà in una minore presenza dell’Iran”.

Da tempo diversi Paesi arabi hanno avviato un processo di ritorno alla normalizzazione delle relazioni con la Siria. Lo scorso 20 febbraio Assad si è recato in Oman in quella che è stata la prima visita all’estero del presidente siriano dopo il terremoto. Il 19 marzo scorso, il presidente siriano, insieme alla moglie Asma, ha compiuto una storica visita negli Emirati Arabi Uniti dove ha incontrato l’omologo emiratino Mohammed bin Zayed al Nahyan. Lo scorso 24 marzo, una fonte del ministero degli Esteri saudita ha affermato all’emittente “Al Ekhbariya” che Riad ha avviato consultazioni tese al ripristino dei servizi consolari con la Siria, precisando che la misura si inserisce nel quadro “della volontà del Regno di facilitare la fornitura dei necessari servizi consolari ai due popoli”. In precedenza, media internazionali avevano diffuso la notizia di una possibile intesa tra Riad e Damasco per la riapertura delle rispettive ambasciate, a circa dieci anni dall’interruzione delle relazioni diplomatiche. La mossa, a sua volta, sarebbe stata incoraggiata dall’accordo annunciato dall’Iran e dall’Arabia Saudita il 10 marzo scorso circa la ripresa delle relazioni diplomatiche e la riapertura delle rispettive ambasciate.

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