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Norvegia, il ministro dell’Energia annulla viaggio nel Regno Unito a causa delle proteste

K metro 0 – Copenaghen – Il ministro dell’Energia norvegese ha dovuto annullare ieri un viaggio nel Regno Unito a causa di una protesta contro un parco eolico che, secondo gli attivisti, ostacola il diritto degli indigeni Sami di allevare renne nella Norvegia artica. Gli attivisti, per lo più adolescenti, bloccano da lunedì l’ingresso di

K metro 0 – Copenaghen – Il ministro dell’Energia norvegese ha dovuto annullare ieri un viaggio nel Regno Unito a causa di una protesta contro un parco eolico che, secondo gli attivisti, ostacola il diritto degli indigeni Sami di allevare renne nella Norvegia artica.

Gli attivisti, per lo più adolescenti, bloccano da lunedì l’ingresso di diversi ministeri della capitale norvegese. Protestano contro un parco eolico ancora in funzione nonostante una sentenza della Corte Suprema norvegese dell’ottobre 2021 abbia stabilito che la costruzione delle turbine eoliche viola i diritti dei Sami, che da secoli utilizzano la terra per l’allevamento delle renne. Lo ha riferito Associated Press.

La scena di questa settimana nel centro di Oslo non è dunque insolita nell’era delle proteste per il clima: incatenati alle porte e avvolti in spesse coperte, Greta Thunberg e decine di altri giovani manifestanti impediscono l’ingresso dei ministeri norvegesi dell’Energia e delle Finanze in protesta proprio contro i parchi eolici.

Una scelta che potrebbe sembrare paradossale. Invece Thunberg e altri attivisti per il clima si sono uniti a una dimostrazione guidata dalla comunità lappone, un gruppo indigeno le cui terre tradizionali si estendono in Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia occidentale. La protesta, che ha preso il via lunedì, mira difatti a fare pressione sul governo norvegese affinché abbatta le 151 turbine di due parchi eolici nella regione di Fosen, nella Norvegia centrale.

Completati nel 2020, i parchi eolici sorgono su terreni che i lapponi utilizzano per l’allevamento delle renne, parte centrale del loro stile di vita. Gli allevatori dicono che i loro animali sono terrorizzati dal rumore e dalla vista delle alte turbine, rendendo le terre inadatte al pascolo e mettendo in pericolo il destino dei lapponi della zona. I manifestanti sostengono che la Norvegia sta violando la legge mantenendo in funzione le turbine.

Nell’ottobre del 2021, la Corte Suprema norvegese stabiliva che la loro costruzione violava i diritti culturali protetti dei lapponi ai sensi di un trattato delle Nazioni Unite e che la decisione del ministero dell’Energia di concedere la licenza era “non valida”. Ma non ha ordinato la rimozione delle turbine, che sono di proprietà delle compagnie energetiche norvegesi Statkraft e TrønderEnergi, della tedesca Stadtwerke Muenchen e della danese Nordic Wind Power DA. Più di 500 giorni dopo, le turbine sono ancora in funzione, mentre il ministero dell’Energia continua a indagare se sia possibile modificarle in qualche modo per consentirne il funzionamento e soddisfare i diritti dei lapponi.

Il ministro del Petrolio e dell’Energia Terje Aasland quindi non si recherà nel Regno Unito come previsto. Avrebbe dovuto partecipare a una visita di due giorni, da mercoledì, con il principe ereditario norvegese e sua moglie. Il ministero ha dichiarato che il ministro degli Esteri Anniken Huitfeldt lo sostituirà.

Martedì, Aasland ha parlato con gli attivisti, alcuni dei quali indossavano il tradizionale abito colorato dei Sami, dicendo che il governo prenderà una “nuova decisione” sul parco eolico, ma non ha potuto fornire alcun dettaglio “finché non avremo una base di conoscenza sufficiente”. Questo ha fatto infuriare gli attivisti che, in un comunicato, hanno dichiarato che “la nostra volontà di lottare sta crescendo dopo la visita di Terje Aasland con le stesse parole vuote di sempre”.

Gli attivisti protestano davanti al ministero dell’Energia da giovedì. Martedì hanno iniziato a bloccare gli ingressi di altri ministeri. In una lettera al Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, José Francisco Calí Tzay, il Parlamento Sami della Norvegia ha esortato l’organismo delle Nazioni Unite a “prendere in considerazione la possibilità di comunicare con le autorità norvegesi”. Nella lettera, pubblicata sul sito del parlamento, la presidente Silje Karine Mutoka ha affermato che “i mulini a vento devono essere demoliti e l’area deve essere restituita al pascolo delle renne”. Oggi si incontrerà con Aasland per discutere del parco eolico.

Il Sametinget, con i suoi 39 seggi, è un organo rappresentativo della Norvegia per le persone di etnia Sami che vivono in Lapponia, che si estende dalle zone settentrionali della Norvegia attraverso la Svezia e la Finlandia fino alla Russia. In passato i Sami hanno dovuto subire l’oppressione della loro cultura, compreso il divieto di usare la loro lingua madre. Oggi questo popolo nomade conduce uno stile di vita prevalentemente moderno, ma continua ad allevare renne.

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