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Vertice Ue: Paesi baltici e Polonia spingono per utilizzare i beni congelati alla Russia

K metro 0 – Bruxelles – “I beni congelati devono essere utilizzati al più presto, non possiamo aspettare che la guerra sia finita e che venga firmato un accordo di pace”, hanno scritto i primi ministri di Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, alla Presidente della Commissione europea Ursula

K metro 0 – Bruxelles – “I beni congelati devono essere utilizzati al più presto, non possiamo aspettare che la guerra sia finita e che venga firmato un accordo di pace”, hanno scritto i primi ministri di Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al primo ministro svedese Ulf Kristersson.

Alla vigilia del vertice Ue del 9 febbraio, dunque, i Paesi baltici e Polonia spingono “per una discussione politica conclusiva seguita da orientamenti concreti. Questi orientamenti saranno la base per la proposta legislativa sull’uso dei beni congelati per sostenere la ricostruzione dell’Ucraina, da redigere senza indugio”, hanno precisato.

Secondo le stime diffuse dall’Ue, i beni della Banca centrale russa congelati all’estero potrebbero ammontare fino a 300 miliardi di dollari, di cui fino a 33,8 miliardi di euro in depositi con sede nell’Unione europea. La settimana scorsa, in una dichiarazione congiunta del vertice Ue-Ucraina, è stato dichiarato il progetto di intensificare gli sforzi per utilizzare i beni congelati russi per finanziare gli sforzi di ricostruzione dei danni causati dalla guerra in Ucraina.

L’Ue ha esplorato le opzioni per l’utilizzo dei beni russi congelati dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma la proposta rimane controversa a causa della mancanza di un quadro giuridico o di precedenti e le discussioni rimangono in una fase preliminare. Lo scorso novembre, la von der Leyen ha dichiarato di voler far pagare alla Russia le distruzioni causate dall’invasione “con i fondi congelati degli oligarchi e i beni della sua banca centrale”. Il Gruppo dei Sette (G7) e i funzionari dell’Ue hanno tuttavia affermato che non sembrano esserci chiare basi legali per confiscare i beni delle banche russe e reindirizzarli all’Ucraina.

L’esecutivo dell’Ue ha così avvisato che sarebbe difficile prendere una decisione innanzi tutto fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sul volume di beni che potrebbero essere utilizzati. Il mese scorso il Servizio giuridico del Consiglio dell’Ue ha comunicato ai diplomatici degli Stati membri che tali piani sarebbero legalmente fattibili a patto che i beni non siano espropriati e che siano soddisfatte alcune condizioni.

Le quali includerebbero una data di scadenza, una concentrazione sui beni liquidi e la certezza che il capitale e gli interessi saranno restituiti alla Russia ad un certo punto, hanno riferito persone che hanno familiarità con la questione, parlando a condizione di anonimato. Lo ha riferito euractive.com.

È dunque improbabile che i leader europei prendano una decisione in merito giovedì. “L’Ue, insieme ai suoi partner, sta intensificando i lavori per l’utilizzo dei beni congelati e immobilizzati della Russia a sostegno della ricostruzione dell’Ucraina e a scopo di riparazione, in conformità con il diritto dell’Ue e internazionale”, si prevede che dichiarino in una bozza di comunicato del vertice, secondo Euractiv.

Sul punto si era espresso anche il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis, parlando a Kiev al suo omologo ucraino la scorsa settimana: “E’ importante iniziare a lavorare con i beni statali russi confiscati per far sì che la Russia paghi i danni che ha causato in questa guerra. Presto presenteremo una proposta sulla questione”, ha concluso.

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