K metro 0 – New York – L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di valutare ”l’occupazione” e ”l’annessione” di territori palestinesi da parte di Israele, prendendo in considerazione le conseguenze. La risoluzione – informa l’Adnkronos – è stata votata con 87 voti a favore e 26 contrari, mentre 53
K metro 0 – New York – L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di valutare ”l’occupazione” e ”l’annessione” di territori palestinesi da parte di Israele, prendendo in considerazione le conseguenze. La risoluzione – informa l’Adnkronos – è stata votata con 87 voti a favore e 26 contrari, mentre 53 si sono astenuti, mostrando un sostegno unanime da parte delle nazioni islamiche e un Occidente diviso.
La risoluzione invita il tribunale Onu dell’Aia a determinare le “conseguenze legali derivanti dalla continua violazione da parte di Israele del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione” nonché delle sue misure “dirette ad alterare la composizione demografica, il carattere e status” della città santa di Gerusalemme.
L’ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite, Riyad Mansour, ha affermato che il voto ha inviato un segnale al nuovo governo del primo ministro Benjamin Netanyahu sui suoi sforzi per “accelerare le politiche coloniali e razziste”. Parlando prima del voto, l’ambasciatore israeliano, Gilad Erdan, ha definito la risoluzione “una macchia morale per le Nazioni Unite” affermando che “nessun organismo internazionale può decidere che il popolo ebraico sia un occupante nella propria patria”.
L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto con favore il voto delle Nazioni Unite. ”Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha ringraziato tutti i Paesi che hanno sostenuto la causa palestinese e tutte le parti che hanno lavorato per il successo di questa risoluzione”, si legge in una nota.
Il portavoce di Abbas Abu Rudeineh ha affermato che ”è giunto il momento per Israele di essere uno stato secondo la legge e di essere ritenuto responsabile dei suoi crimini in corso contro il nostro popolo”. Abu Rudeineh ha quindi aggiunto che “ricorrere a istituzioni internazionali è un diritto palestinese e continueremo a unirci a organismi e istituzioni internazionali”.