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A Jeddah in Arabia Saudita si è aperta la 2° edizione del Red Sea International Film Festival

A Jeddah in Arabia Saudita si è aperta la 2° edizione del Red Sea International Film Festival

K metro 0 – Jeddah – La seconda edizione del Red Sea International Film Festival è iniziata a Jeddah, in Arabia Saudita. Dall’1 al 10 dicembre la kermesse presenterà 131 lungometraggi e cortometraggi provenienti da 61 paesi, in 41 lingue, realizzati da talenti affermati ed emergenti. Saranno inoltre proiettati sette lungometraggi e 24 cortometraggi dall’Arabia Saudita.

K metro 0 – Jeddah – La seconda edizione del Red Sea International Film Festival è iniziata a Jeddah, in Arabia Saudita. Dall’1 al 10 dicembre la kermesse presenterà 131 lungometraggi e cortometraggi provenienti da 61 paesi, in 41 lingue, realizzati da talenti affermati ed emergenti. Saranno inoltre proiettati sette lungometraggi e 24 cortometraggi dall’Arabia Saudita. Le anteprime mondiali delle proiezioni di gala comprendono “Al Khallat” del regista saudita Fahad Alammari, un film spin-off della sua serie digitale “Al Khallat”, che ha ottenuto più di 1,5 miliardi di visualizzazioni, e la commedia romantica della regista libanese Lara Saba “Tutte le strade portano a Roma”, in cui a un giovane attore famoso viene chiesto di fare un provino per un ruolo cinematografico nei panni di un giovane papa, e vede in questa occasione una grande opportunità per liberarsi dalla mediocre serie televisiva in cui recita.

Tante le star che hanno calcato il red carpet. Da una magnifica Sharon Stone con un abito spettacolare in organza e taffetà, da Oliver Stone, Andy Garcia, Guy Ritchie a Luca Guadagnino e Giuseppe Tornatore accolti sul tappeto rosso dal Ceo del Festival, il produttore e filantropo Mohammed al Turki. Come pure l’attore Michele Marrone, la regista libanese Nadine Labaki e la superstar di Bollywood Shah Rukh Khan, l’icona egiziana Yousra, il compositore indiano AR Rahman e la star di Bollywood Kajol.

A loro si sono uniti l’attrice Priyanka Chopra, l’attrice montenegrina egiziana Tara Emad, l’attrice saudita Mila Al-Zahrani e la star egiziana Salma Abu-Deif, così come lo stilista di celebrità libanese Zuhair Murad, la cantante libanese Maya Diab, le attrici Freida Pinto, Michelle Rodriguez e la musa dei film di Pedro Almodova, Rossy de Palma e le top model Sara Sampaio e Alessandra Ambrosio. Bellissima l’edidore della rivista “Mille world”, Sofia Guellaty.

Quest’anno il festival si tiene presso l’hotel The Ritz-Carlton che si affaccia sul lungomare di Jeddah. “La nostra sede resterà sempre al Balad, la città vecchia di Jeddah dove si è tenuta la prima edizione”, ha detto Mohammed Al Turki, “ma come sito Unesco, al Balad deve essere protetta e stiamo lavorando per creare delle strutture adeguate che possano di nuovo ospitare il Festival in sicurezza del nostro heritage”.  

Per Jomana R. Alrashid, Ceo del Saudi Research and Media Group (SRMG) e neo presidente della fondazione del Red Sea Film Festival, “l’industria creativa e l’economia dei creatori è in forte espansione. E’ tempo di potenziare e abilitare questo talento creando infrastrutture e puntando sulla formazione, l’abilitazione e la trasmissione della conoscenza e del know-how”.

Il film di apertura è stata la commedia britannica “What’s Love Got to Do with It?”, diretta da Shekhar Kapur e scritta da Jemima Khan prima moglie dell’ex primo ministro del Pakistan, Imran Khan. La chiusura sarà invece affidata a un’opera nazionale, “Valley Road” di Khaled Fahd, ambientato nei paesaggi montuosi sauditi.

Nutrita la presenza di ospiti vip che saranno protagonisti delle In-Conversation, gli incontri con registi e talent di grande richiamo quali Andrew Dominik, autore di “Blonde”, Luca Guadagnino, Jackie Chan, Guy Ritchie, Sharon Stone, Spike Lee, Michel Ocelot, Gaspar Noé. Il concorso vede la partecipazione di quindici opere, molte delle quali di provenienza araba, da Siria, Arabia Saudita, Tunisia, Libano, Algeria, Iraq, Marocco, e poi anche da Kazakistan, Angola, Sud Corea, India, Kenya, Iran, e, dall’Indonesia, la nuova opera di Kamila Andini, “Before Now and Then”, la regista che si è fatta conoscere con “Yuni”. A decidere i premi una giuria presieduta da Oliver Stone e composta dall’attrice egiziana Nelly Karim, dalla regista e sceneggiatrice tunisina Kaouther Ben Hania, dal regista georgiano Levan Koguashvili e dall’attore palestinese Ali Suleiman.

Il cinema nazionale e panarabo sarà in vetrina nelle sezioni New Saudi New Cinema Features e Arab Spectacular. Internazionali sono invece le sezioni Festival Favourites, con tanti film già passati ai festival, e International Spectacular. Il cinema sperimentale è protagonista di New Visions. Prevista anche la sezione Families and Children che prevede anche il “Pinocchio” di Guillermo del Toro e “The Black Pharaoh, the savage and thr princess”, di Michel Ocelot. Spazio anche, con sezioni dedicate, alle serie e alla realtà virtuale. E non può mancare un concorso di corti.

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