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Nuova Zelanda, l’assassino di 51 persone alle moschee presenta appello

Nuova Zelanda, l’assassino di 51 persone alle moschee presenta appello

K metro 0 – Wellington – Il primo ministro Jacinda Ardern ha persino dichiarato di essersi impegnata tempo fa a non pronunciare nemmeno il nome del terrorista. “La sua è una storia che non dovrebbe nemmeno essere raccontata”. Per dovere di cronaca, parliamo di Brenton Tarrant, un suprematista bianco che uccise a colpi di pistola

K metro 0 – Wellington – Il primo ministro Jacinda Ardern ha persino dichiarato di essersi impegnata tempo fa a non pronunciare nemmeno il nome del terrorista. “La sua è una storia che non dovrebbe nemmeno essere raccontata”.

Per dovere di cronaca, parliamo di Brenton Tarrant, un suprematista bianco che uccise a colpi di pistola i fedeli di due moschee di Christchurch durante la preghiera del venerdì nel marzo 2019. Nell’attacco, che trasmise in livestreaming su Facebook, lasciò a terra decine di altre persone con gravi ferite. L’uomo che ha dunque massacrato 51 fedeli musulmani durante la più letale sparatoria di massa nella storia della Nuova Zelanda sta ora facendo appello alla sua condanna e alla sentenza. La notizia, riportata da Associated Press, è stata confermata dalla Corte d’Appello, che non si è ancora pronunciata sulla data dell’udienza.

Eppure nel 2020 Tarrant s’era dichiarato colpevole di 51 capi d’accusa per omicidio, 40 capi d’accusa per tentato omicidio e un capo d’accusa per terrorismo. È stato così condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata, la pena massima prevista in Nuova Zelanda. Ma in precedenti documenti del tribunale, l’assassino ha affermato di essere stato sottoposto a “trattamenti inumani o degradanti” mentre veniva tenuto per mesi in isolamento dopo la sparatoria, impedendo un processo equo. Ha dichiarato di essersi dichiarato colpevole solo sotto costrizione.

Tarrant ha persino licenziato uno dei suoi avvocati nel 2021; non è ancora chiaro dunque se un altro avvocato lo rappresenterà in appello o se si difenderà da solo. Un sopravissuto, Temel Atacocugu, colpito da ben nove proiettili durante l’attacco alla moschea di Al Noor, ha dichiarato all’agenzia di stampa Stuff che l’uomo armato stava giocando e cercando attenzione mentre presentava il ricorso. Vorrei dirgli di persona: “Cresci, fai l’uomo e muori tranquillamente in prigione, perché è quello che ti meriti”, ha detto Atacocugu.

Gli attacchi del 2019 hanno comunque spinto il Paese ad approvare velocemente nuove leggi che hanno vietato i tipi più letali di armi semiautomatiche. In un successivo programma di riacquisto, i proprietari di armi hanno così consegnato più di 50.000 armi alla polizia. Gli attentati hanno anche provocato modifiche globali ai social media, in quanto le aziende tecnologiche hanno cercato di prevenire o impedire rapidamente la trasmissione in livestream di futuri attacchi.

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