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Ucraina: Turchia e ONU sbloccano il corridoio del grano

Ucraina: Turchia e ONU sbloccano il corridoio del grano

K metro 0 – Kiev – Le spedizioni di grano dai porti ucraini del Mar Nero proseguono grazie agli sforzi e al sostegno della Turchia e delle Nazioni Unite, anche se la Russia ha sospeso l’accordo sabato scorso. Volodymyr Zelenskyy si è espresso in questi termini dopo aver parlato al telefono con Emmanuel Macron sugli

K metro 0 – Kiev – Le spedizioni di grano dai porti ucraini del Mar Nero proseguono grazie agli sforzi e al sostegno della Turchia e delle Nazioni Unite, anche se la Russia ha sospeso l’accordo sabato scorso. Volodymyr Zelenskyy si è espresso in questi termini dopo aver parlato al telefono con Emmanuel Macron sugli ultimi sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina, sottolineando di aver anche scambiato opinioni sulla fornitura di sistemi di difesa aerea a Kiev, informa l’agenzia Anadolu.

“Il corridoio del grano ha bisogno di una protezione affidabile e a lungo termine; se la Russia blocca le spedizioni di grano, il mondo deve reagire – ha tuonato il presidente ucraino -. E ancora: “La Russia deve sapere che riceverà una dura reazione da parte del mondo a qualsiasi passo che interrompa le nostre esportazioni di cibo. È una questione di vita per decine di milioni di persone”.

Zelenskyy ha poi evidenziato che i lavori di riparazione delle infrastrutture danneggiate a causa degli intensi attacchi aerei russi stanno continuando e che i problemi relativi all’acqua potabile sono stati quasi del tutto risolti. Insomma, l’Ucraina continua a compiere sforzi intensi per fornire elettricità, gas naturale e servizi idrici nelle regioni riconquistate dall’esercito ucraino e ha ripristinato la fornitura di gas a più di 20.000 clienti nella regione di Kharkiv.

“Quest’inverno faremo di tutto per fornire alla gente elettricità e riscaldamento. Ma non dobbiamo dimenticare che la Russia farà di tutto per distruggere il nostro tenore di vita”.

La Russia aveva annunciato sabato che avrebbe sospeso la sua partecipazione all’accordo – mediato dalle Nazioni Unite – per l’esportazione di grano dal Mar Nero a causa degli attacchi ucraini alle navi della sua flotta del Mar Nero, a Sebastopoli. Si ricorderà che il 22 luglio, a Istanbul, la Turchia, le Nazioni Unite, la Russia e l’Ucraina hanno firmato un accordo per la ripresa delle esportazioni di cereali del Mar Nero, sospese dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina il 24 febbraio. Un Centro di coordinamento congiunto con funzionari dei tre Paesi e dell’ONU è stato così istituito a Istanbul per supervisionare le spedizioni.

La Russia quindi, ha deciso di rientrare nell’accordo sull’esportazione di grano e altri cereali che era stato raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul con la mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo. “La Federazione russa considera sufficienti le garanzie finora ricevute e riprende l’applicazione dell’accordo”, si legge in una nota del ministero della Difesa di Mosca. La Russia lascerà tuttavia di nuovo l’accordo se l’Ucraina dovesse violare la promessa di non utilizzare per scopi militari i corridoi per le esportazioni, ha poi sottolineato Vladimir Putin nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza russo, secondo quanto riporta l’agenzia Tass.

Intanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha apprezzato gli sforzi della Turchia per mantenere le esportazioni di grano dall’Ucraina e ha avuto uno scambio di opinioni con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sugli ultimi sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina. I due leader hanno criticato “la retorica nucleare della Russia” e Scholz ha respinto categoricamente l’accusa di Mosca secondo cui l’Ucraina si starebbe preparando a usare una “bomba sporca”, affermando che è infondata.

Secondo il Corriere della Sera, infine, “il dittatore si sente in un angolo e sceglie mosse sempre più disperate. Quella del grano è già fallita, al punto che Putin fa capire di essere pronto a riaprire il corridoio dell’export se Kiev non lo userà per nuovi attacchi alla sua flotta”.

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