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Chi paga i danni dei gasdotti Nord Stream?

Chi paga i danni dei gasdotti Nord Stream?

K metro 0 – Berlino – Ancora non è chiaro chi abbia causato le esplosioni dei gasdotti Nord Stream. Analisti ed esperti hanno analizzato le diverse cause che hanno provocato quello che non sembra proprio sia stato un incidente. E non si sono ancora impegnati a stimare i possibili costi del ripristino delle condutture sottomarine.

K metro 0 – Berlino – Ancora non è chiaro chi abbia causato le esplosioni dei gasdotti Nord Stream. Analisti ed esperti hanno analizzato le diverse cause che hanno provocato quello che non sembra proprio sia stato un incidente. E non si sono ancora impegnati a stimare i possibili costi del ripristino delle condutture sottomarine.

Ma già sorge la domanda: chi paga i danni? Secondo gli accordi, gli operatori Nord Stream, filali di Gazprom, sarebbero obbligati a effettuare riparazioni. Ma a spesi di chi?

I principali assicuratori del gasdotto Nord Stream 1 includono Munich Re (una compagnia di riassicurazione con sede a Monaco di Baviera, quotata su tutte le borse tedesche e sul mercato telematico della Borsa di Francoforte) e diversi sindacati nel mercato assicurativo dei Lloyd’s di Londra. Anche la compagnia svizzera Zurich Insurance Group sarebbe coinvolta.

I termini dell’assicurazione però sono sconosciuti. Se l’incidente viene riconosciuto come un evento assicurato, l’assicuratore pagherà, ma sarà necessario un processo.

Cosa succede se Nordstream chiede un risarcimento danni? Gli assicuratori, potrebbero sostenere che l’esplosione è stata un atto di “sabotaggio proprio” – perché il proprietario di maggioranza Gazprom è una società statale – o una conseguenza della guerra in Ucraina: entrambi eventi esclusi nella maggior parte dei contratti assicurativi.

Ma, secondo gli avvocati, gli assicuratori dovrebbero prima dimostrare che il danno all’oleodotto non è stato coperto dalle loro polizze. Anche il danno intenzionale è solitamente un motivo di esclusione, ma è probabile che Nord Stream 1 sia assicurato contro di esso, secondo gli esperti legali e del settore.

La costruzione del Nord Stream 1 è costata circa 7,8 miliardi di euro. “A meno che non si possa provare che dietro le esplosioni c’era uno Stato, gli assicuratori potrebbero dover affrontare enormi richieste di risarcimento”, ha detto uno degli addetti ai lavori.

Gazprom, l’esportatore russo di gas, ha una partecipazione del 51% in Nord Stream 1, Wintershall DEA (un grande gruppo chimico tedesco) ed E.ON (uni dei più grandi operatori energetici a capitale privato a livello internazionale, con sede a Essen in Germania) possiedono ciascuna il 15,5% e la francese Engie e l’olandese Gasunie detengono ciascuna il 9%.

L’esatta entità del danno e le probabili conseguenze possono essere determinate solo dopo un’ispezione della condotta sottomarina. Ma ciò non è ancora possibile.

Né tantomeno è chiaro chi sia il responsabile delle esplosioni all’oleodotto. Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato gli Stati Uniti e i loro alleati. Secondo altre fonti, come Marie-Agnes Strack-Zimmermann deputata tedesca del partito liberale (FDP) o l’esperto di difesa della CDU Roderich Kiesewetter, è ipotizzabile invece il coinvolgimento della Russia, che lo ha però negato.

“A piazzare le bombe che hanno provocato quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2, a circa 80 metri di profondità nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all’interno della struttura del gasdotto durante lavori di riparazione”: è l’opinione di esperti riferita dal quotidiano inglese “The Guardian”.

Se così fosse la tecnica sofisticata dell’operazione e la potenza dell’esplosione avvalorerebbero l’ipotesi che gli attacchi siano stati effettuati da una potenza straniera, come la Russia, appunto.

Quando dovrebbero pagare gli assicuratori e quando no?

“Se si è trattato di un atto deliberato dell’assicurato, gli assicuratori non devono pagare”, ha affermato l’avvocato David Pryce di Fenchurch Law, uno studio legale londinese specializzato in controversie assicurative, che non è coinvolto nel caso. Secondo i broker, se dietro c’è un paese occidentale, l’esplosione potrebbe essere classificata come un “atto di terrorismo”, quindi gli assicuratori dovrebbero pagare.

E se il gasdotto viene riparato e potrà trasportare di nuovo il gas in Europa? Chi assicurerà il Nord Stream 1 è un’altra questione aperta. Dopotutto, Gazprom è soggetta a sanzioni statunitensi, britanniche e canadesi.

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