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Accordo “storico” Israele-Libano sui giacimenti marittimi di gas

Accordo “storico” Israele-Libano sui giacimenti marittimi di gas

K metro 0 – Beirut – E’ un accordo circoscritto, che delimita un confine marittimo conteso. Ma è un passo avanti importante. Sebbene di portata limitata, segna un compromesso tra due Stati con una storia di guerra, che da anni non hanno ancora trovato un compromesso sulla demarcazione dei loro confini terrestri. La disputa sullo

K metro 0 – Beirut – E’ un accordo circoscritto, che delimita un confine marittimo conteso. Ma è un passo avanti importante. Sebbene di portata limitata, segna un compromesso tra due Stati con una storia di guerra, che da anni non hanno ancora trovato un compromesso sulla demarcazione dei loro confini terrestri.

La disputa sullo sfruttamento dei giacimenti di gas offshore, si è infine risolta grazie alla mediazione del consigliere USA per la sicurezza energetica, Amos Hochstein. E ha aperto la strada all’esplorazione energetica offshore, allentando una fonte di recenti tensioni tra Beirut e Gerusalemme.

In sospeso da dieci anni, il contenzioso era riemerso il 5 giugno scorso, quando la presidenza libanese aveva ammonito il governo israeliano a non intraprendere “azioni aggressive” nelle acque contese.

La società israeliana Energean aveva iniziato l’esplorazione del giacimento di Karish, un bacino che attraversa le acque libanesi e israeliane, installando un impianto a circa 70 kilometri dalle coste di Haifa: una Piattaforma di produzione stoccaggio e scarico, che ha lavorato per estrarre gas, sotto le ripetute minacce di Hezbollah (il movimento sciita libanese filo-iraniano) che annunciava attacchi se il giacimento fosse diventato operativo.

Ma la dura risposta del ministro della Difesa israeliano, Benny Ganz, era stata un’efficace deterrente. E oggi, infine, ha dichiarato il premier israeliano Yair Lapid, è stato raggiunto “un risultato storico che rafforzerà la sicurezza di Israele, inietterà miliardi nella nostra economia e garantirà la stabilità del nostro confine settentrionale”.

Una delle principali fonti di attrito era il giacimento di gas di Karish, che secondo Israele cadeva interamente nelle sue acque e non era oggetto di negoziazione.

L’accordo prospettato oggi, che dovrebbe essere firmato il 20 ottobre, prevede che Israele potrà sfruttare il giacimento di Karish, adiacente a quello di Kana, che verrà invece sfruttato dal Libano.

Secondo i termini della bozza d’intesa americana trapelata alla stampa, tutto Karish cadrebbe sotto il controllo israeliano, mentre Kana sarebbe diviso, ma il suo sfruttamento avverrebbe sotto il controllo del Libano.

L’accordo segna così lo sblocco della produzione di gas offshore per entrambi i paesi.

“Tutte le nostre richieste sono state soddisfatte, gli emendamenti che abbiamo proposto sono stati accolti”, ha dichiarato Eyal Hulata, consigliere per la sicurezza nazionale israeliano e negoziatore capo ai colloqui.

Secondo una fonte libanese ben informata l’ultima bozza d’intesa statunitense “include la maggior parte delle richieste o delle posizioni del Libano e le soddisfa”.

I negoziati sul confine marittimo tra Libano e Israele erano stati riaperti nel 2020, ma il processo ha dovuto affrontare ripetute battute d’arresto.

Domenica scorsa, la società israeliana Energean (quotata a Londra) ha iniziato a testare il gasdotto che collega Karish alla costa israeliana, un passaggio chiave prima che la produzione possa iniziare.

La società francese Total sarebbe autorizzata a cercare gas nel giacimento di Kana e Israele riceverebbe una quota delle entrate future.

Lapid ha affermato che il suo governo è impegnato a esportare più gas in Europa per aiutare a sostituire le consegne russe colpite dalla guerra in Ucraina.

Ma le elezioni politiche previste in Israele il prossimo 1° novembre hanno offuscato i recenti negoziati. Il leader dell’opposizione di destra, Benjamin Netanyahu, ha accusato Lapid di aver “ceduto” a Hezbollah, che svolge un ruolo di primo piano nella politica libanese.

Non è chiaro se Netanyahu, che è stato premier d’Israele dal 2009 al 2021, abbia visto i termini proposti dell’accordo. Ma ha comunque promesso che il governo di falchi che spera di formare il prossimo mese con i suoi alleati religiosi e di estrema destra non sarà vincolato da alcun accordo con il Libano.

(FRANCE 24/ AFP/REUTERS)

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