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San Raffaele e Fondazione Terzo pilastro per un piano di medicina preventiva nell’area MENA

San Raffaele e Fondazione Terzo pilastro per un piano di medicina preventiva nell’area MENA

K metro 0 – Roma – L’ambasciatore del Libano in Italia, Mira Daher, accolta dal Presidente dell’Università San Raffaele, Sergio Pasquantonio, e dal presidente del Gruppo Carlo Trivelli, insieme ai vertici, è intervenuta ufficialmente alla presentazione – presso l’Università telematica “San Raffaele” di Roma – di un progetto di alta formazione medico-scientifica, rivolto a tutta

K metro 0 – Roma – L’ambasciatore del Libano in Italia, Mira Daher, accolta dal Presidente dell’Università San Raffaele, Sergio Pasquantonio, e dal presidente del Gruppo Carlo Trivelli, insieme ai vertici, è intervenuta ufficialmente alla presentazione – presso l’Università telematica “San Raffaele” di Roma – di un progetto di alta formazione medico-scientifica, rivolto a tutta l’area del Mena. Progetto promosso dal “Centro di ricerca San Raffaele” dell’Università omonima e dalla Fondazione Terzo pilastro; da sempre attiva, in campo sociale e sanitario. All’incontro oltre al board hanno partecipato anche docenti, ricercatori e studenti dell’Ateneo.

Una prima borsa di studio di specializzazione triennale è stata consegnata a una giovane biochimica laureata all’Università del Libano di Beirut, Dania Ramadan: selezionata per ìl suo profilo di competenze, che potrà ora sviluppare in un centro di ricerca all’avanguardia in Italia (l’Università San Raffaele, è nota infatti, sin dalle origini, per la stretta integrazione fra didattica e ricerca). Promuovere la partecipazione di Università e istituti scientifici dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente interessati a programmi di ricerca medica preclinica, traslazionale e clinica, nonché la formazione di studenti e professionisti di nuovo tipo, per effettuare interventi vòlti alla riabilitazione nelle più diverse aree della medicina. Ecco la Mission, in sintesi, gli obbiettivi del nuovo progetto, illustrato – nella sala conferenze dell’Università San Raffaele – da Carlo Trivelli, presidente del gruppo San Raffaele spa, e da Massimo Fini, direttore scientifico dell’Irccs, insieme alla Professoressa Fiorella Guadagni, coordinatrice del laboratorio di ricerca in biotecnologie dell’Ateneo, che ha accompagnato i partecipanti alla conferenza in una dettagliata visita ai singoli laboratori.

Le attività di ricerca previste dal progetto, saranno volte a migliorare le applicazioni traslazionali e cliniche per una medicina sempre più personalizzata e di precisione. Recuperando le funzioni perdute dai pazienti (per processi patologici o per l’invecchiamento), attraverso nuove strategie riabilitative basate su approcci cellulari e molecolari.

Nel lancio del programma, che si estenderà ad altri giovani laureati in materie scientifiche e sanitarie dei Paesi del Medio Oriente e del Nordafrica, è intervenuto in videoconferenza, Massimo Longo, direttore della Fondazione Terzo pilastro internazionale: di cui è presidente Emmanuele Emanuele, docente universitario e avvocato, amministratore e dirigente di prestigiose realtà accademiche ed economico-finanziarie. “Lo scopo essenziale di questo progetto di formazione, in sostanza, è individuare, nell’ambito del bacino del Mediterraneo, le più varie capacità tecniche e professionali che possano inserirsi proficuamente nel grande programma riabilitativo di massa”, ha spiegato Carlo Trivelli, ringraziando l’ambasciatrice Daher.

“Questa ricerca – ha osservato la numero uno dell’ambasciata – di fatto ha l’obiettivo di migliorare tanti aspetti della vita dell’umanità, e testimonia che il San Raffaele, oltre che confermarsi una delle più grandi eccellenze, anche come Università telematica, nota in tutta l’area del Mena, lavora appunto per il bene dell’umanità attraverso il suo continuo impegno di ricerca. Siamo dunque fieri di costruire una realtà importante insieme a voi, e vi dico che daremo tutto il meglio che del Libano possiamo offrire. Gli italiani, è noto, sono un popolo di pace, e anche noi in realtà teniamo all’Italia”.

In Libano, già prima del Covid era iniziato un programma vaccinale, rivolto soprattutto all’infanzia; ora, lo sviluppo di questo nuovo programma internazionale, con la “formazione di professionisti della sanità di alto livello, da affiancare ai medici libanesi, considerati nei primi posti nel mondo per livello di preparazione, permetterà la crescita generale della salute e una serie di ricadute occupazionali positive in tutta la regione”, ha detto Daher.

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